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Racconto d'autunno di Tommaso Landolfi, prima
edizione Vallecchi nel 1947 e oggi ripubblicato da Adelphi – ma
vogliamo ad Adelphi tutto il bene che merita, con tutti i capolavori
che va a ripescare dalla storia della letteratura? Chiediamocelo.

Ma veniamo all'amico Tommaso, che merita tutta la nostra
attenzione. Come dicevo, la trama è semplice. Il protagonista e
narratore milita nella Resistenza ed è in fuga da giorni nei boschi.
Incontra una dimora signorile che gli pare abbandonata, e vi entra
con la forza dopo aver visto i suoi richiami lungamente ignorati.
Dentro un vecchio con un fucile e due cani apparentemente feroci; ma
il vecchio, per quanto scostante, non pare aggressivo. Lo lascia
stare, lo invita ad andarsene, ma non lo caccia, consapevole che
uscire nelle braccia dei soldati equivarrebbe a una condanna a morte
di cui preferirebbe evitare la responsabilità .
Il protagonista vaga per la casa, incontra il dipinto di
una donna e se ne crea una narrazione personale; vaga ancora, scopre
cunicoli, segue il vecchio che ancora di più lo vorrebbe vedere
partire. E viene un momento in cui la realtà di scolla dal romanzo,
e l'atmosfera si fa gotica e inquietante, buia e ombrosa. E poi di
nuovo torna brusca la realtà , ancora più cupa e tetra del mistero,
e così via.
È un romanzo stranamente lineare, e tuttavia bizzarro
come sa essere bizzarro Landolfi, ed è bello che sia così.
adelphi
letteratura italiana
racconto d'autunno
recensione
recensioni
romanzo gotico
tommaso landolfi
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