Buoni propositi letterari per il 2019

Sicuramente è una mossa ardita da parte mia scrivere questo post con la mente ancora un po' annebbiata dai festeggiamenti, più che altro dalla mancanza di sonno. Eppure mi va di scriverlo, forse proprio perché i propositi generali per questo 2019 tardano a venirmi alla mente, sono più un nugolo di ottimismi e speranze che faticano a realizzarsi in un elenco di fatti futuri precisi e delimitati.
Coi libri è tutto più facile, coi libri il pensiero scorre come un fiume. Anche se avrò dormito sei ore a voler dire tanto e il caffè non mi è bastato neanche per svegliarmi a metà, so già che tipo di lettrice spero di essere per i prossimi dodici mesi.
Dunque vediamo.




    1. Voglio soffermarmi sulla letteratura latino-americana, nuotare in un mare di Cortazar, Borges, Garcia Marquez, ma non limitarmi soltanto a quei nomi che già è tanto facile riconoscere tra la folla. Voglio guardarmi intorno e dedicarmi a quei nomi misconosciuti che sono piaciuti agli autori già citati, scrutare nelle reciproche influenze, capire come si muovono i fili che si direzionano tra gli uni e gli altri.
    2. La letteratura italiana del '900 è sempre stata un problema, per me. Non ne amo la crudezza, la nudità dello stile, il minimalismo delle emozioni. Ho letto Pavese, ho letto Buzzati e ammetto di non averli amati. Eppure ci sono nomi anche per me, come Calvino e Landolfi, tutto sta nel saper cercare.
    3. Collegandomi al punto precedente, voglio conoscere meglio il fantastico italiano, non solo quello contemporaneo – sul quale dopotutto un'infarinatura posso anche vantarla – ma soprattutto quello passato. '800, primo '900, che faceva l'Italia fantastica? Dopotutto siamo in un periodo di profonda riscoperta letteraria, ci sono case editrici che puntano tutta la loro identità su questo punto, manco a volermi rendere le cose più facili.
    4. I classici del passato che non ho mai affrontato, vuoi per mancanza di tempo o per quel troppo ottimista “massì, figuriamoci se prima o poi non mi verrà da leggere Anna Karenina”. Victor Hugo, Lev Tolstoj, aspettatemi che arrivo da voi.
    5. I classici americani che ho sempre osservato da lontano. Voglio che la mia libreria straripi di Truman Capote, di Ernest Hemingway, di Jack London. Quel poco che ho letto, l'ho anche amato.
    6. Intendo buttarmi sulla fantascienza, ripercorrerla dai suoi primordi alle ultime assurdità, e arrivare a riconoscere a naso ogni influenza, ogni sotto-genere, ogni contesto citato da chissà quale epopea dello spazio profondo.
    7. Spero di riuscire a lasciare indietro, per il momento, quello cui non riuscirò a dedicarmi. Per dire, ho delle enormi lacune nella letteratura classica – greca, latina etc – o asiatica, o africana, o nord-europea; gialli e noir degli inizi mi sono ancora oscuri, giacché non ho mai letto né Agatha Christie né Rex Stout. Ma dopo il 2019 verrà il 2020, e posso riservarlo per la scoperta di quei mondi che non rientreranno nei prossimi dodici mesi.
    8. Quest'anno, prima di tutto, voglio divertirmi un sacco, leggendo. Cioè, anche non leggendo, ma capite bene che in questo piccolo angolo di web le priorità sono di carta.
Vi auguro un ottimo anno di letture, un augurio di consapevole e assoluta vaghezza che i pronostici non valgono granché, si esauriscono nel momento in cui te li immagini. Siate felici e allegri e lasciatevi bruciare gli occhi ogni tanto perché avete letto troppo. A volte ci vuole. E a volte quel "a volte" è piuttosto spesso.