Libri e musica - Rielaborazioni ambience e lo-fi

 Ci sono un paio di libri di cui vorrei parlare. Il primo è L’uovo di Barbablù di Margaret Atwood, una raccolta di racconti che mi ha conquistata come solo Martin il romanziere di Marcel Ayme aveva saputo fare – no, non è vero, anche Dal tuo terrazzo si vede casa mia di Elvis Malaj mi era piaciuto tantissimo, e nonostante la mia memoria a groviera ricordo ancora con chiarezza l’intensità degli ultimi racconti, seduta sotto il sole in mezzo ai padiglioni del Salone del Libro. L’altro titolo è Amuleto di Roberto Bolano, autore cui ormai ho consacrato un pezzo di cuore, e che voglio immaginare immerso in un’eterna partita a scacchi con Calvino in una versione più fantasiosa dell’Aldilà – sarebbe una partita a scacchi che si trasforma in rubabandiera, in yatzeeh, in una gara a chi riesce a dare nomi a più stelle nel giro di un minuto e mezzo e così via.

Ma mi sono svegliata troppo presto e ho lo stomaco che ribolle di bile e caffè, quindi parlo d’altro, di cose più leggere e profondamente rilassanti, che non mi impegnino ma mi accompagnino, e che mi aiutino a restare sveglia.

 


Ho scoperto da qualche tempo – e per caso – che su youtube esiste una versione lo-fi (quasi) di qualsiasi cosa. Di Salvini che elenca cose a caso, di Luca Giurato, delle conferenze di Barbero, di alcuni sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo. Le playlist lo-fi sono un campo di cui apprezzo filosoficamente le modalità di diffusione: i campionamenti sono variegati, talvolta ludici e talvolta profondi e intensi. Le basi si rimpallano, ai creatori originali viene riconosciuta la proprietà intellettuale senza che la proprietà vada a minarne l’utilizzo universale. Chiunque può riprendere ciò che di meraviglioso ha creato un altro, e la moneta corrente è il puro apprezzamento. È un mondo splendido, quello in cui ogni frammento può essere distorto, rielaborato emotivamente e ironicamente. Lo-fi sta per low fidelity, e si riferisce nella sua concezione di base a un abbassamento della qualità audio, ma il significato si è arricchito col tempo di una nuova sostanza, che va a indicare vibes nostalgiche, addolcenti, rilassanti. Un altro aspetto che apprezzo molto, e non c’entra direttamente né coi libri né con la musica in sé, è la pace nella zona commenti, non solo l’assenza di flame, ma la gentilezza generalizzata che migliaia di sconosciuti si lanciano senza secondi fini da una parte all’altra del mondo. E sì, va bene, la gentilezza non è straordinaria, ma navigo abbastanza nell’internet da sapere che, soprattutto in rete, non è affatto scontata. Lascio un paio di video di approfondimento e poi mi riallaccio alla questione letteraria.



Il mondo letterario non è estraneo alle rielaborazioni lo-fi, partendo dal generale – playlist create per accompagnare in sottofondo la lettura enfatizzando una particolare atmosfera:

 


 

O riprendendo specifici universi finzionali, come quello del Signore degli Anelli, di cui vengono privilegiate le atmosfere quiete della Contea:

 



O, restando in ambito fantasy, Game of Thrones – o A song of ice and fire per noi esuli della serie di libri MARTIN QUANTO ANCORA DOVRÒ ATTENDERE PER SAPERE SE QUEL PERSONAGGIO MUORE O NO NELLA MINACCIOSA CUSTODIA DI QUELL’ALTRO PERSONAGGIO-

 



Uscendo dal fantasy, tuffandoci più a fondo nel cinema, si possono trovare rielaborazioni lo-fi di Paura e disgusto a Las Vegas e di Blade Runner:

 



Accenno ancora all’ambience, che non è proprio lo-fi, ma un genere le cui playlist lo accompagnano negli intenti di sottofondo e di celebrazione rilassata di particolari pezzi di letteratura:

 




Il post finisce qui – quant’era che non ne postavo di così sconclusionati? – con me che ascolto una playlist che coi libri non ha niente a che fare, ma che già che ci sono riporto, e che vi auguro un po’ di pace. Non so se la troverete nella musica, nel lo-fi o nel pensiero che da qualche parte nel mondo c’è qualcuno che produce qualcosa di bellissimo soltanto perché ne ha voglia. È un pensiero che di solito riesce a risanarmi.