Qualche
settimana fa ero a casa con la mia coinquilina e un altro amico; non
so bene perché, immagino sia un istinto schiavo di quel bisogno di
dire chi sei alle persone a cui vuoi bene, ma da anni regalo alla mia
coinquilina buona parte dei libri della mia infanzia, quelli con cui
sento un legame particolare, che ho aperto e chiuso con occhi
profondamente diversi. Strega come me di Giusi Quarenghi, La figlia
della Luna di Margaret Mahy, Vevi di Erica Lillegg. Piccoli
capolavori tra le cui pagine mi capita ancora di affondare.
Ecco,
qualche settimana fa chiedo alla mia coinquilina un consiglio su cosa
leggere di Alan Bennett, che lei adora, e lei salta su contenta,
innalzandosi sul divano per scegliere con attenzione il titolo da
prestarmi. È stato un momento stranamente pieno d'affetto, e lì per
lì non pensavo mi sarebbe rimasto così incastonato nella memoria.
Fatto
sta che alla fine il libro l'ho letto. La cerimonia del massaggio,
edito ovviamente da Adelphi nella traduzione di Giulia Arborio Mella
e Marco Rossari. Di Bennett avevo già letto – e a dire la verità
preferito – La sovrana lettrice, ben più leggero e scanzonato.
Dunque,
vediamo. Il romanzo è brevissimo, sotto le 100 pagine, e la trama è
veramente semplice. Tutto si svolge nel giro di una funzione funebre,
il funerale di Clive Dunlup, un giovane massaggiatore la cui causa
della morte verrà svelata soltanto alla fine, nonostante varie ipotesi prendano ad
aleggiare ben prima delle ultime pagine.
A
officiare c'è Geoffrey Jolliffe, moderno parroco anglicano che
conosceva il defunto, e molto bene. Oltre ad essere un massaggiatore,
Clive era un gigolò, e probabilmente un sex-addict, almeno volendo
interpretare quello che ci racconta Geoffrey e secondo i ricordi dei
convenuti alla cerimonia.
La
chiesa è piena, e non mancano i personaggi famosi. Presentatori,
attori, scrittori. C'è un editore che pensa di poter trarre un libro
dalla vicenda, e una vecchietta sorda che presenzia a tutti i
funerali per potersi imbucare ai rinfreschi. Ognuno – a parte la
vecchietta – ha una sua versione di Clive, un suo ricordo. Strano
personaggio, Clive, caleidoscopio in cui nessuna faccia risulta
completa, e di cui non si riesce a scorgere l'intero.
La
cerimonia del massaggio è una commedia inglese, scura, cinica,
amara. Ride dell'ipocrisia, della menzogna, delle maschere che
indossiamo. E intanto, nella bara, c'è un morto.
(avrò
già ringraziato la mia coinquilina per avermelo prestato?)