Le mie letture preferite del 2017 - Un elenco non esaustivo e non ragionato di libri meravigliosi

Avete presente quella cosa che i lit-blogger seri fanno tutti gli anni, una classifica ragionata delle migliori letture dell'anno morente? Ecco, stamattina mi è venuta voglia di stilarlo, un elenco del genere, anche se ormai Natale è così vicino che probabilmente avrete tutti già risolto coi regali – beati voi – ma magari dovete ancora decidere che libro regalare a voi stessi, quindi...



Questo mi è capitato tra le mani per puro caso, mentre sbirciavo in mezzo al bookcrossing in biblioteca. Non avevo idea di che argomento trattasse, ma mi era giunta l'eco di quanto fosse interessante, quindi l'ho abbrancato immediatamente. E ho fatto bene. Una strana setta vista dall'interno, anzi, una quattordicenne sperduta vista dall'interno. O dall'inferno. O entrambe le cose.




Con questa raccolta, Ayme ha aperto dentro di me uno spiraglio per lasciare entrare i racconti. Piccole perle tra genio e assurdità, scritte con una delicatezza divertita e grottesca. Surreale, improbabile, curiosamente vicino.



Quanto sono contenta di averlo scelto, al Salone del Libro. La collana BigSur offre un sacco di perle, e non è stato facile dovermi dare un limite di spesa. Un libro escludeva l'altro, ma erano così tanti... forse per Umami la differenza l'ha fatta la copertina. Perché guardatela, è una piccola meraviglia. Ma il bello di Umami non è la grafica, quanto la storia, e il modo in cui è bizzarramente costruita. E la dolcezza che pervade tutta la milpa, e il senso di perdita appena tiepido che ti resta sulle mani.



Un piccolo gioiello, una spilla che non punge quanto dovrebbe quando per sbaglio te la appunti sulla pelle. Una bambina che vuole morire, una dodicenne convinta di aver finito tutte le carte che aveva in mano, di non avere più nulla da perdere né da vincere. Eppure è una lettura così gradevole che non la si sente nemmeno stridere.


Le cose che restano di Jenny Offill

Di questo libro non ho scritto alcuna recensione; avrei voluto, e già mi sbocciava in testa mentre lo leggevo, ma il tempo è stato tiranno e alla fine ho accantonato ogni velleità di discuterne. Ma è un romanzo meraviglioso, che merita la lettura. Al centro il rapporto della protagonista con la madre, una bambina figlia di un'eterna bambina. Dinamiche familiari che si scoprono claudicanti man mano che ci si avvicina, scricchiolii che diventano boati. Eppure il rapporto della piccola Grace con la madre continua a sembrarmi qualcosa di meraviglioso.


Nessuno scompare davvero di Catherine Lacey

Non ho chiacchierato qui sul blog neanche di questa terribile meraviglia, e me ne pento un sacco. L'ho pescato in biblioteca, l'ho divorato in pochi giorni, ho ingiunto alla mia amicoinquilina di fare altrettanto ottenendone in cambio grata soddisfazione.
Alla protagonista, Elyria, ho voluto sinceramente bene. A lei e alla sua confusione, al suo non sapere che fare della propria vita. Al suo rendersene conto, al suo inciampare continuo in se stessa. Alla sua fuga, alle domande che non smetterà mai di porsi sulla sorella suicida. La maledizione di vivere con un uragano dentro.

Ebbene, questi sono i libri che mi premeva di consigliare; non si tratta di una classifica stilata partendo da criteri oggettivi, niente riflessioni macchinose su elementi formali. Ho amato questi libri, e tanto basta. Avrò avuto le mie ragioni. Se vi va, potete cercarle.
(in alternativa, potete consigliarmi altro, che prevedo di farmi almeno un paio di regali di Natale, quest'anno.)