Beh,
sì, come da titolo trattasi di un post davvero raffazzonato.
Affibbio volentieri la colpa di tanta fretta, e degli eventuali
ancorché sicuri errori di battitura, al fatto che devo lavorare alla
tesi, nella cui scrittura sono dannatamente indietro. Diamine.
Tra
il celebrare e l'affossare – Una decisa presa di posizione su un
problema che non sussiste
Questa
è una faccenda di incomparabile frivolezza, alla quale ho perfino rischiato
di dedicarvi un post intero. È andata bene così, via. Sarebbe
andata ancora meglio se avessi evitato di parlarne del tutto, ma la vita è fatta anche di delusioni.
Qualche
tempo fa è comparsa sull'Internet siffatta immagine, vignetta di
Wolfrad Senpai, dalla quale sono scaturiti qua e là dibattiti
sul comportamento di alcuni lettori, sul loro tirarsela e sulla loro
auto- emarginazione.
La
questione è presto detta: alcuni lettori sono snob e tendono a
tracciare una decisa linea di demarcazione tra “Lettori” e
“Non-Lettori”, in quanto “il resto del mondo è sciocco e
superficiale, noi siamo i meglio e abbiamo l'esclusiva del pensiero
critico”.
È
vero, pure nella mia parzialità di Lettrice un po' snob – negare è
condiscendenza, e non non v'è mancanza di rispetto più urticante –
devo ammettere che di siffatte menti ne esistono eccome, e non ha
importanza se leggano Joyce e Woolf o se si assestino su Twilight e
simili. Leggere non ti rende automaticamente migliore. In compenso,
etichettare le persone con facilonerie generiche qualche punto lo
toglie.
E
tuttavia, penso che l'essere lettori sia da celebrare lo stesso.
Senza stare ad affossare “gli altri” con comparazioni
improbabili. Semplicemente, è bello sentirsi parte di una comunità
ampia e stratificata come quella dei Lettori, e sapere di avere in
comune esperienze e moti d'animo. La lettura è una passione
particolare, che prevede solitudine e una personalissima dose di
silenzio. Il Lettore non può fare a meno di isolarsi un po', per
necessità contestuali o per il mero fatto che, beh, siamo una
percentuale risibile, e forse è normale che si finisca per
inneggiare alla solitudine un po' troppo, e c'è poi chi passa dal
“che bello starsene in pace a leggere” all'inquietante “che
brutti gli altri che non leggono”.
Capita.
Ma di per sé, postare immagini su quanto sia bello leggere non è
più snob di indossare la maglia di un certo gruppo musicale. Si sta
comunque tagliando in due il mondo, mandando un messaggio diverso a
chi condivide i propri gusti e chi no. Pace. Non leggiamo malvagia
supponenza in ogni comunicazione volta a dire bene della letteratura,
distinguiamo le emerite boiate dai semplici e benefici atti di
allegro entusiasmo.
Posto
che ai tempi, ricordo di aver scelto l'appartamento universitario
basandomi sugli scaffali delle librerie. Ehi, io non divido
la stanza con una bibliografia di Moccia.
Strani
Mondi
Per
la gioia di tutti gli appassionati (tranne me, che in teoria dovrei
laurearmi pochi giorni dopo e dunque dubito che oserò alzare gli
occhi dalla tesi) tra il 10 e l'11 ottobre avrà luogo a
Milano il primo Festival italiano del libro fantastico e di
fantascienza, col nome Strani Mondi. A guardare il programma, pare
che sarà una cosa veramente ganza, con diverse case editrici e
ospiti internazionali. Soprattutto, punto sul fatto che diamine, è
il primo festival italiano di fantastico e fantascienza. Spero
che vada nel migliore dei modi, e che diventi un appuntamento fisso
ogni anno.
C'è
un crowdfunding collegato all'iniziativa, e vi chiederei di
considerare la possibilità di un'offerta. Visto che si tratta di una
cosa ganza, che parte dal basso, dal sogno di editori indipendenti.
Lascio qui il link per l'obolo e qui il link del sito
ufficiale, così potete guardarvi il programma.
Colonialismo
letterario
Un
paio di giorni fa ho chiacchierato qui di un libro che mi è piaciuto
moltissimo, Domani avrò vent'anni di Alain Mabanckou, e su quella
particolare lettura non ho più granché da dire. Piuttosto, avrei da
chiacchierare del contesto letterario in cui mi è capitato di
leggerla. Vorrei, e so che sto inerpicandomi per territori che non mi
competono in quanto book-blogger, che cercassimo di discutere e
capire com'è che la letteratura africana, da noi, ha così poco
rilievo. Anzi, di rilievo non ne ha proprio. Non è che non venga
considerata, è che proprio non esiste. Ignoro se si tratti di una
situazione comune a tutto l'Occidente, o se sia una nostra
particolarità, anche se mi verrebbe da puntare sulla prima opzione.
Il fatto è che, mentre l'Africa sembra vivere culturalmente del
nostro riflesso – almeno, così mi ha portato a ipotizzare il libro
di Mabanckou e la parte che l'Occidente vi ha giocato in assenza –
a noi sembra non fregarcene praticamente nulla di quanto avviene un
poco più a sud del nostro mondo.
Anni
fa ho letto un articolo, di cui ho dimenticato tutto tranne il sunto
del contenuto. Non ricordo l'autore, né la testata. So che a parlare
era uno scrittore africano che parlava di come la cultura occidentale
continui a imporsi in Africa, e di come la cultura africana trovi le
porte chiuse in Occidente, a meno che non si accontenti di
ingabbiarsi nelle aspettative tribali degli occidentali. E temo che
un po' sia vero.
Tra
l'altro, tra i – non molti – autori non occidentali pubblicati da
noi, figurano soprattutto giapponesi, cinesi e indiani. Si tratta di
culture che si sono fortemente fuse con le nostre, che abbiamo
compreso e annesso grazie ai punti di contatto che abbiamo saputo
forzarvi. E forse tra i motivi per cui sono così accettate c'è
anche la possibilità di apprezzare il contrasto tra “noi” e
“loro”, come ci vedono “loro” e come “noi” possiamo
vederci attraverso “loro”. Giappone, Cina e India hanno avuto
storie coloniali lunghe e particolari, e questo si riflette nella
loro letteratura. Almeno, in quella che arriva fino a noi.
Oltretutto,
ho fatto una rapida ricerca sugli unici autori africani pubblicati in
Italia e praticamente tutti hanno vissuto in Occidente –
Inghilterra, Francia o USA – prima di pubblicare. Niente casi di
best-seller africani, scritti in lingue africane i cui diritti sono
stati acquistati per il nostro mercato. Almeno, per quello che ho
potuto vedere in pochi minuti di ricerca su Google.
Quindi,
sì. Magari pensiamoci.