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Non
ne conosco poi molte, quindi in realtà questo elenco sarà –
tristemente – piuttosto breve. Dunque,
vediamo.
Ovviamente
la 66thand2nd, impronunciabile ma ganza casa editrice indipendente
che pubblica, insieme a Mabanckou – congolese – autori di origini
nigeriane come Noo Saro-Wiwa e Louise Soraya Black, ghanesi come
Mohammed
Naseehu Ali, e tanti altri scrittori provenienti da varie zone
dell'Africa. E un libro di Francis Scott Fitzgerald sul calcio, che
non c'entra molto con quello che sto scrivendo, ma mi pareva degno di
nota. Quindi se qualcuno sente di volerne sapere di più sulla
letteratura e sulla cultura africana, direi che questa è la prima
casa editrice da visitare.
Poi
c'è la Ponte 33, nata come associazione culturale per promuovere la
letteratura mediorientale. Pubblica autori pakistani, iraniani,
afghani e, seppure io ancora non l'abbia personalmente testata, mi
ispira moltissimo. Tra l'altro adoro le loro copertine, ce ne sono un
paio veramente stupende. E trovo che basterebbe solo leggere le trame
di un paio di libri per sfaldare un monte di pregiudizi. Comunque.
Edizioni Spartaco, di cui mi è capitato di chiacchierare un paio di volte,
pubblica anche scrittori di varie nazionalità. Come Suleiman
Cassamo, voce dal Mozambico, l'algerino Hamid Skif, e il terribile
Saddam City di Saeed Mahmoud, che narra la prigionia del protagonista
nelle prigioni irachene. La Spartaco, che si
fa voler bene già per ragioni puramente letterarie, è apprezzabile
anche per motivi, come dire, politico-sociali. Per la ricerca, in
molte delle sue pubblicazioni, di una voce chiaramente morale, anche
quando è confusa. Mica a caso hanno una collana che si chiama
Dissensi.
La
giovane Calabuig, ramo narrativo della Jaca Books, nasce col preciso
intento di pubblicare in Italia libri provenienti da paesi “altri”.
Hanno pubblicato l'arabo Sonallah Ibrahim, l'iraniana Goli Taraghi,
l'argentina Hebe Uhart. Tra l'altro di quest'ultima mi è piaciuto
moltissimo Traslochi.
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La
Del Vecchio, con le sue meravigliose copertine – sì, va bene, lo
so, sarò superficiale ma certe case editrice fanno dei loro libri
qualcosa di così visivamente stupendo che come si fa a non
parlarne? - pubblica in edizione economica (e prima o poi me lo
piglio) le storie del commissario Habib di Moussa Konatè, autore
malese, i libri della libanese Yasmine Ghata, nonché il marocchino
Fouad Laroui, di cui mi era piaciuto moltissimo Un anno con i francesi.
Cito
la SUR, per quanto assurdo sia, specializzata come la Nuova Frontiera
in letteratura sudafricana, con le sue copertine sgargianti che a me
personalmente piacciono moltissimo.
Di
recente poi Gargoyle ha pubblicato un fantasy di un'autrice
statunitense ma di origini nigeriane, Okorafor Nnedi, “Chi teme la
morte”, che fonde nei suoi libri elementi di mitologia africana e
di cultura americana. Quindi subodoro un risultato ganzo.
E
dunque, mi interrompo qui. Non perché non mi andrebbe di parlarne
oltre, ma perché ho un treno tra mezzora. Sapete com'è.
Vi
invito caldamente a lasciarmi consigli nei commenti, nell'assai
probabile caso mi fosse sfuggita qualche casa editrice.
Ah, già, la e/o. Diamine. Dovrò ampliare il post stasera appena torno.