Nero
eterno di David Falchi – Dunwich Edizioni
Mi
rincresce di non aver chiacchierato di questo libro non appena l'ho
finito. Non si fa così, che poi atmosfera e cronologia iniziano a
mancare. Tuttavia, c'è da dire che la struttura del romanzo è
abbastanza semplice, il che facilita il mio compito.
Marcello
Kiesel è un cacciatore di fantasmi, e viene incaricato dal
proprietario di un albergo di liberare la casa appena ereditata dal
defunto nonno della moglie da una presenza inquietante e fastidiosa.
Kiesel accetta e inizierà a indagare sulla natura della
manifestazione soprannaturale, più complessa e pericolosa rispetto a
quelle che gli capitano di solito. Nel frattempo si impara a
conoscere Kiesel, la sua storia, il suo carattere. È un romanzo
horror molto classico, nel senso migliore del termine. Semplice, con
personaggi ben definiti nei loro ruoli, ma che sono anche bei personaggi e basta.
L'aspetto
migliore del romanzo, e a quanto ho capito siamo in tanti a pensarla
così, è Lerner. Lerner è uno spirito intrappolato in uno specchio
che Kiesel si porta sempre dietro. Il mondo nel riflesso del suo
specchio è sempre in rovina, e Lerner si mostra spesso in diversi
stadi di decomposizione. Riflette un diverso piano astrale, nel quale
lo spirito caccia altri spiriti più deboli per mantenersi in forze e acculumare abbastanza energia per riuscire un giorno liberarsi dalla prigione dello specchio. Ma Lerner
non è interessante solo in quanto Lerner. È interessante il
rapporto che instaura con Kiesel, una strana interdipendenza.
Tra
l'altro ieri, su questa pagina si è svolto un evento dedicato
a Nero Eterno di Falchi e a Exceptor – Legno e
Sangue di Fabrizio Cadili e Marina Lo Castro,
sempre edito dalla Dunwich. Consiglio vivamente di dare un'occhiata,
così come consiglio questo libro.
Un
tebbirile intanchesimo e altri rattonchi di Carlo Sperduti –
Gorilla Sapiens Edizioni, 2013
Non
amo le raccolte di racconti, ed essendone ben conscia di solito me ne
tengo bene alla larga. Eppure questo lo volevo proprio. La presenza
di un racconto metalinguistico, quello che dà il nome alla raccolta,
non so, mi aveva fatto scattare la scintilla. Ed è decisamente il
mio rattonco preferito, anche se pure Pizze a domicilio non
scherza. E Non sono d'accordo con quello che scrivo mi ha
fatta sbellicare.
E
dunque, è una raccolta bislacca di racconti che spesso virano sul
surreale, che puntigliano sul senso delle singole parole, sui loro
molteplici significati. Racconti che ti infondono quel sorriso
leggero.
Durante
la lettura cercavo una definizione, e ricordo che mi è venuto in
mente solo “allegro dadaismo letterario”, che però è troppo
pomposo, e questo libro di pomposo non ha nulla. Magari non è sempre
allegro, e un paio di racconti sono un po' sottotono rispetto agli
altri. Ma gli altri sono ganzi, ganzi forte.
Lo
consiglio a chi gradisce il surreale, l'allegro, il ridanciano. E il
“perché sì”.