Negli
ultimi tempi ho iniziato a guardarmi intorno per cercare libri
dedicati ai libri, che potessero raccontarmi della loro storia, delle
case editrici, delle intelligenze che li compongono. E ho trovato
libri meravigliosi come questo, così come volumi un po' più
deludenti. Muoio dalla voglia di leggere qualcosa sulla storia della
stampa, su Manuzio, sulla storia della censura, sulla formazione
degli editori. Vorrei saperne così tanto da sentirmi ribollire il
cervello.
E
dunque, Non sperate di liberarvi dei libri, conversazione tra Umberto
Eco e Jean-Claude Carrière abilmente moderata da Jean-Philippe de
Tonnac, pubblicata in Italia da Bompiani nel 2009 in un'ottima
traduzione di Anna Maria Lorusso. Accortissimo regalo ricevuto a
Natale, l'ho adorato fino all'ultima pagina, fino all'ultima parola.
Che sarebbe “Occidente”.
Ora,
personalmente ignoro chi siano de Tonnac e Carrière. Di Eco ho
studiato la semiotica e letto il best-seller Il nome della rosa,
ne ho divorato qualche articolo, ma non posso dire di conoscerlo
decentemente. Posso però affermare che, a giudicare dalla montagna
di eclettico sapere che viene sfoggiato in questo libro, passare
anche soltanto un paio d'ore in compagnia di cotanti intellettuali,
dev'essere una specie di esperienza immersiva nel sapere cosmico.
Tipo placenta, però di nozioni e conoscenza.
Si
parte dal libro, si parte sempre dal libro. Non si tratta però – e
il titolo inganna, riprendendo comunque l'originale – di un saggio
sul perché l'ebook non soppianterà il cartaceo. Al digitale è
dedicato uno spazio esiguo, se ne parla ma senza timore, con
tranquillità, niente di cui preoccuparsi, se mai dovesse essere
motivo di preoccupazione. Si parla dei formati del libro, dei primi
materiali, della comparsa della parola scritta.
Si parla dei primi editori, della stampa di Gutenberg, della censura, di libri dati alle fiamme, di quelli che invece ci sono arrivati. Si parla di classici, di lettura dei classici, delle conseguenze di Internet per la memoria. Si parla di incunaboli e post-incunaboli. Si danno definizioni precise di termini che non avevo mai letto, ma hanno a che fare coi libri e quindi li adoro.
Si parla dei primi editori, della stampa di Gutenberg, della censura, di libri dati alle fiamme, di quelli che invece ci sono arrivati. Si parla di classici, di lettura dei classici, delle conseguenze di Internet per la memoria. Si parla di incunaboli e post-incunaboli. Si danno definizioni precise di termini che non avevo mai letto, ma hanno a che fare coi libri e quindi li adoro.
Si
parla di storia del libro, del funzionamento della storia, dei suoi
personaggi dimenticati. Si parla di errori, di sbagli, di enormi
cantonate.
Meraviglioso leggere dell'avido collezionismo bibliofilo di Eco e Carrière, delle loro biblioteche sconfinate, di come siano arrivati ad avere alcuni dei loro volumi più preziosi, delle ricerche, della scomparsa di alcuni libri finiti nelle mani rapaci dell'alta finanza che li vede come un investimento sicuro.
Meraviglioso leggere dell'avido collezionismo bibliofilo di Eco e Carrière, delle loro biblioteche sconfinate, di come siano arrivati ad avere alcuni dei loro volumi più preziosi, delle ricerche, della scomparsa di alcuni libri finiti nelle mani rapaci dell'alta finanza che li vede come un investimento sicuro.
Si
parla di libri nel modo più ampio e sfaccettato possibile, da ogni
possibile punto di vista. È una lunga chiacchierata, e quindi si
svicola e si divaga. Ha dell'incredibile la quantità di informazioni
interessanti che si trovano in questo volume.
E
io ve lo consiglio, ve lo consiglio un sacco e ripetutamente e con
assoluta convinzione.