Ci
sono autori che proprio non me li si può toccare. È una carta che a
volte tiro fuori, prima che la discussione inizi e si incendi, perché
davvero, non riesco a essere oggettiva, e non si può discutere con chi
è incapace di oggettività. Non è cosa poi facile da ammettere, ma
ci sono autori che se qualcuno me li intacca, se soltanto me li sfiora con un
accenno di disprezzo, mi sale alle labbra un istintivo e inferocito
“Non capisci un termostato”. Va da sé che “termostato” non è
il termine che mi esce. Cioè, potrebbe anche esserlo. Facile che a
metà della frase mi renda conto dell'indelicatezza e cerchi di
smorzarla, traducendo l'organo riproduttivo maschile con la prima
parola che mi viene in mente. In questo caso, “termostato”.
È
una cosa di cui mi sono resa conto recentemente, andandomi a
rileggere qualche conversazione su facebook, e soprattutto quando
un'amica ha dileggiato Jane Austen in mia presenza. Mi hanno preso
fuoco i polmoni, più o meno.
Gli autori con cui non ha senso discutere con me non sono
molti, ma la mia fedeltà è indistruttibile. E un tantinello inquietante.
Neil
Gaiman, prima di tutto. E non è che abbia scritto solo capolavori,
ci sono stati un paio di titoli che mi hanno lasciata un pochetto
delusa. E di questi titoli accetto di difetti. Però se qualcuno
sfiora lo scrittore Gaiman in toto, ignorando la meraviglia di Sandman o di Nessun dove, allora il “termostato” torna
in auge.
Jane
Austen, ovviamente. Non mi è dato di dirmene massimamente esperta,
ma mi illudo di saperne abbastanza sul suo conto per poter dire di capirla. Almeno un poco. C'è chi la accusa di
essere prolissa, noiosa e sdolcinata. Le frecce avvelenate che ho
letto nella sua corrispondenza, e che ha cercato di smussare nei suoi
libri, mi rendono difficile capacitarmi delle critiche che le vengono
rivolte. Metà della lettura andrebbe passata dandole di gomito.
J.
K. Rowling. Cristo, c'è chi mi attacca J. K. Rowling, che pretende
di affermare che Harry Potter è sopravvalutato o mal costruito, o
che i personaggi non rendono. Ammettiamolo, magari Harry di per sé
non è questo granché. Va bene, ci può stare. Posso accettarlo. Ma
il mondo che la Rowling ha costruito, e l'atmosfera, e il fatto che
fino all'ultimo non si avesse la minima idea di come sarebbe andata a
finire, e con un singolo personaggio è riuscita a fregarci non una,
non due, ma tre volte, santoddio, tre volte. Dannatissima genia. Si
sciacquassero la bocca, quando ne parlano. Mi escono di quei
termostati.
E
poi? Fortunatamente basta così. Sento un legame fortissimo con molti
altri autori, italiani e stranieri, di genere o meno, ma bene o male
riesco sempre a discuterne con una certa oggettività. A prendere le
distanze dai libri che ho amato per poterli vedere per quello che
sono. A meno che a discutere con me non ci sia
un emmissario d'infallibile e tronfia incompetenza, ma in quel caso mi
uscirebbero termostati pure se stessimo trattando di Pandi.
Sono
certa di non essere l'unica ad avere di questi limiti.
Quali
sono i vostri autori che “Se me li tocchi ti trancio”?