Forse
dovrei smettere di introdurre ogni recensione con una serie di chiacchiere
preliminari su quello che leggo e quello che faccio. M'immagino uno
che cerca informazioni su un dato libro e si trova a leggere le mie
lamentazioni sullo studio, o sul mio cronico bisogno di caffè. Però
è appena passato Natale, e sotto il mio albero c'erano così tanti bei
libri, non posso mica omettere l'argomento come fosse poca cosa. È stato
un Natale estremamente proficuo e sto adorando L'amica geniale della
Ferrante.
Oh, mi sento meglio, ora che
l'ho detto. E aggiungo anche che spero stiate
passando delle buone vacanze, che dai vostri pacchetti siano emerse
quintalate di libri e che il pranzo di Natale non vi abbia sminuzzato
il fegato.
E
ora posso incominciare a parlare di Libriomancer di Jim C. Hines,
tradotto da Marcello Nicolini e pubblicato da La Ponga Edizioni.
Di
questo libro avevo sentito parlare per la prima volta da Tarenzi
durante l'educational di Lucca dedicato all'urban-fantasy. So che sto
rischiando di puntare l'attenzione più sull'amara condizione del
fantasy in Italia piuttosto che sul libro cui dovrei dedicarmi, ma
non credo sia possibile parlare dell'edizione nostrana di
Libriomancer senza fare cenno al fatto che, per estremamente figo e
commerciabile che sia questo libro, sia stata una casa editrice
piccola e giovane ad accaparrarsene i diritti, perché le altre...
beh, si vede che c'avevano da fare. Per dire, la pochezza
dell'editoria di genere italiana.
E
dunque, è bastato che sentissi Tarenzi abbozzare la trama di questo
libro perché mi partisse la sbregola. Perché Libriomancer è un
libro assurdo e nerdacchioso e librosamente potente... e soprattutto
estremamente contemporaneo. Impossibile non partire dalla premessa
meravigliosa su cui si fonda la storia: esiste la magia. E la magia
prende forza dall'immaginario collettivo, e quali sono le porte più ovvie per l'immaginario collettivo? I libri. Libriomancer è un
urban-fantasy che fonda la propria magia sui libri. Il mago è colui
che può inserirsi nel libro e portarsene via un pezzetto, che sia la
bacchetta di Harry Potter o un qualsiasi altro oggetto. Alcuni, per
la loro pericolosità, sono stati 'bloccati' da colui che secoli fa
ha avuto l'idea di imbrigliare la magia alla carta: Gutenberg. Chi
altri? Gutenberg che ha saputo rendersi immortale e che domina il
mondo dei maghi e di cui sembrano essersi perse le tracce, mentre
scoppia una pre-guerra tra i vampiri e i Libromanti.
I
vampiri. Ce ne sono di 'reali', e ce ne sono ancora di più nati
dall'uso sconsiderato o involontario della magia. Magari qualcuno è
scivolato senza accorgersene in Dracula o in un libro della serie di
Anita Blake ed è stato morso, e si è ritrovato ad essere un vampiro
con le esatte caratteristiche che hanno quelli raccontati nel libro
che stavano leggendo, il che rende nemici quasi imbattibili quelli
nati dall'incontro tra lettore e Twilight, che non possono essere
uccisi né col sole né col classico paletto, sono super-forti e
velocissimi e... beh, così via.
Immagino
si sia ormai capito che il mondo creato da Hines mi è piaciuto un
sacco, per le sue regole bislacche e per come è riuscito a
mantenerlo sempre coerente, nonostante qualche tiro un po' troppo
lungo. È un mondo costruito da un Lettore ossessivo, e lo dico con
un caloroso senso di fratellanza. Mi verrebbe fino da creare
l'hashtag #HinesUnoDiNoi.
La
storia narrata è invece abbastanza semplice e lineare, forse pure
troppo. Il protagonista, Isaac Vainio, un bibliotecario Libromante
sospeso dal servizio attivo, riceve la visita di tre vampiri che, non
troppo cortesemente, gli ingiungono di dare loro informazioni su
certi attacchi avvenuti ai danni dei vampiri. Sono convinti che
qualcuno abbia cominciato a dare loro la caccia, nonostante la tregua
raggiunta dopo secoli di tentativi tra maghi e vampiri. Isaac non sa
nulla e ovviamente rischia grosso. Fortunatamente giunge in suo
soccorso Lena, una creatura nata da una serie fantascientifica e
rimasta nel mondo 'reale'.
Libriomancer
diventa una specie di road-trip inframezzato da discussioni sui
libri, sulla natura della magia, sul modo in cui è gestita da
Gutenberg. Lena e Isaac devono scoprire chi ci sia dietro gli
attacchi ai vampiri e dietro la sparizione di Gutenberg, prima che
scoppi una nuova guerra tra non-morti e maghi.
E
così via.
È
un libro che ovviamente mi è piaciuto un sacco, tra il mondo creato
e la tematica di cui è pregno. Avrei preferito che Hines avesse
optato per una narrazione meno lineare, ma considerando la
complessità nella spiegazione coerente dell'universo di cui stava
scrivendo, direi che posso capire la scelta, se di scelta si è trattato. Va da sè che attendo gioiosamente i
seguiti e che lo consiglio violentemente ai malati di libri e di magia.
Tuttavia ci sono
due pecche, cui non posso non fare cenno, la presenza di refusi
e la traduzione in certi punti un po' 'alla buona'. Ho trovato
diverse 'false friends' e di certe frasi si poteva vedere chiaramente
la sintassi inglese sotto la traduzione in italiano. C'è anche da
dire che, quando ne ho parlato all'editore, che peraltro me l'aveva
mandato a'ggratis, si è detto deciso a portare la cosa in riunione, oltre
che davvero gentile nella reazione, quindi c'è da sperare che gli
errori vengano corretti nelle prossime edizioni.
Quindi...
beh, che se aggiungessi altro, questa diventerebbe la recensione più
lunga che io abbia mai scritto. Quindi mi limito a un 'buone letture'
e a un più classico 'buone feste'.