Non
è facile decidere di quale libro chiacchierare. Il fatto è che, anche
se le recensioni si sono diradate negli ultimi mesi, lo stesso non è
accaduto con le letture, e ora la pila di libri terminati ma non
ancora passati per questo blog, che tengo su un lato della scrivania come memorandum, si è fatta imbarazzante. Per dire, ho dovuto dividerla in due parti per evitare che mi crollasse sul pc.
Di
che libro potrei parlare? Di quello letto da più tempo o di quello
finito ieri sera, che è ancora bello fresco? O di quello che sento
più in linea col mio umore?
Credo
che il caro vecchio metodo della conta saprà mostrarmi la giusta
via. Orsù, Pierino, guidami sotto il ponte di baracca.
Dunque,
Angelize II – Lucifer di
Aislinn, seguito (e finale) di questo Angelize, edito da
Fabbri Editori poche settimane fa.
Mi
rendo conto che è molto difficile parlarne, essendo un seguito.
Forse Pierino avrebbe dovuto pensarci meglio e lasciarmene disquisire
in una recensione breve, piuttosto che in un post 'completo'. Quindi,
poiché mi rifiuto di andare contro i voleri della conta, questo post
si trasformerà in un 'Piccoli scorci di libri'. Così. En passant.
Dunque,
il primo Angelize si era concluso con quella che si potrebbe definire
una resa dei conti, com'era ovvio che fosse, che ha lasciato un bel
po' di corpi riversi al suolo immersi in caratteristiche pozze di
sangue. Nell'ultima scena – abbiate la grazia di notare con quanto
impegno cerco di evitare lo spoiler – compare un personaggio che
abbiamo soltanto assaggiato nel resto del libro, e che sarà il
fulcro attorno al quale vorticheranno gli altri personaggi in questa
seconda parte. Il che è assai bene, perché è un personaggio
dinamico e interessante, di cui mi sarebbe piaciuto leggere di più
nella prima parte. Tornano molti dei personaggi di Angelize, per
molti dei quali le cose sono cambiate drasticamente. In ogni senso.
Una
cosa che ho gradito molto – a parte l'allegra violenza, che ogni
tanto mi ci vuole proprio – è stata la separazione delle linee
narrative. Laddove il primo Angelize mi era sembrato troppo lineare e
'semplice' nella costruzione, qui Aislinn separa nettamente i
percorsi dei vari personaggi.
Chiudo
qui, perché è impossibile scrivere una recensione senza fare i nomi
dei personaggi principali. Dico solo che la scelta che è stata fatta
sullo spazio dato nel racconto ai personaggi, mi piace. Sono lieta di
aver letto di loro e non di altri, ecco. Cioè, probabilmente avrei
gradito anche leggere di altri, ma... beh, spero di essermi spiegata.
Questo Angelize II mi è piaciuto un sacco, più del primo. Quindi lo
consiglio di molto. Angeli, battaglie, sangue e Milano. What else?
Ora,
Pierino, sappimi dire... ecco, Nulla, solo la notte di John
Williams, edito da Fazi Editore nel 2014 e tradotto da
Stefano Tummolini.
John
Williams è l'autore di Stoner, e come chiunque abbia adorato il
titolo di maggiore successo, di quest'uomo voglio leggere tutto. E ci
sono quasi riuscita con questo libro, che è il suo esordio.
Nulla,
solo la notte narra della giornata di un ragazzo 'perso'. Arthur
Maxley, poco più di vent'anni – mi pare di ricordare – che vive
in una stanza in affitto, flirta appena con la cameriera, ma senza
riuscirne a leggerne i segnali, beve, si incontra appena con l'unico
fastidioso amico, beve ancora, preferibilmente da solo, e si rifiuta da anni
di incontrare il padre, banchiere facoltoso, che lo mantiene. Quel
giorno in particolare cambia qualcosa. Prima decide di uscire per una
passeggiata, per poi rifugiarsi di nuovo nella propria stanza, quasi
fuggendo dal mondo esterno. Poi decide di rispondere all'invito del
padre, in zona per affari, decidendo d'azzardo di cenare con lui.
È
un giovane tormentato, instabile e insicuro, della cui debolezza ci
verrà svelata la causa più avanti. C'entrano il padre e la madre
scomparsa, questo si sa da subito.
E,
beh, certo che lo consiglio. È un libro breve, che ho letto in un
unico viaggio in treno. Narra di una strana giornata nella squallida
routine di Arhur, e credo che ne valga la pena. Non è Stoner, come è
impossibile non ammettere quando si ha a che fare con un libro di
Williams, ma è un bel libro e un ottimo esordio. Vorrei davvero che
Williams avesse scritto di più.