Ultimamente
non faccio che lamentarmi dello studio, dell'esame e di tutto lo
stress inerente. Sto diventando monotematica, oltre che lamentosa.
Stavolta però accenno appena allo studio per via di un collegamento
logico, poi basta, non ne dico altro. Promesso.
Dunque,
ieri sera stavo rileggendo il libro di storia del cinema, e arrivo al
punto dedicato al Noir. E non so bene come o perché, ma mi rendo
conto che io, di Noir, non ne parlo mai. Come genere letterario,
dico. Ed è strano, perché a me il noir americano piace. Anzi, lo
adoro. Non ho chiaro perché non ne chiacchieri più spesso, vi avrò
dedicato due-tre recensioni in tutto. Forse. Magari pure di quelle
brevi.
E
allora?
E
allora faccio ammenda.
James
Ellroy
Meraviglioso
psicopatico, famoso soprattutto per la tetralogia di Los Angeles (Dalia Nera etc) e per la trilogia americana. Fissato con la storia degli USA dagli anni '40 fino ai
'70, con la CIA, con la corruzione, i legami tra mafia e politica, il
flagello del maccartismo. E il sangue. Tanto, tanto sangue. Il mio
primo incontro con Ellroy è stato quando frequentavo il secondo anno
delle superiori. Me lo ricordo perché avevo costretto due amiche ad
accompagnarmi in biblioteca, una volta finite le lezioni. Ricordo che
ho egoisticamente vagato per gli scaffali a lungo, prima di chinarmi
a caso a leggere i titoli su uno scaffale basso e... e poi ho trovato
L'angelo del silenzio. Uno dei libri più disturbanti che
leggerò mai. La storia di un serial killer psicopatico narrata dal
serial killer stesso, con qualche capitolo dedicato al detective che
lo sta cercando. Gonfio di sangue, violenza e particolari. Bello, eh.
Ma quella notte stessa ho avuto incubi terribili, e così è stato
più o meno per tutto il periodo seguente, in cui mi sono messa a
divorare noir, gialli e thriller. Non ho dormito decentemente per
mesi, altroché.
Di
Ellroy ho adorato soprattutto Il grande nulla. Un trio di
detective assai diversi tra loro che si mettono sulle tracce di un
serial killer terribile, con lo sfondo del maccartismo, dell'allarme
comunista, la minaccia del disonore sempre pronta a calare su
poliziotti, federali, gente dello spettacolo.
E...
beh, Ellroy è sempre consigliato. Sempre.
Pete
Dexter
Questo
autore – e gli altri che seguiranno – l'ho conosciuto
vagheggiando per le biblioteche di Milano, quando ancora studiavo lì.
Ci passavo tutti i giorni, non facevo che prendere in prestito libri
che dalle mie parti... beh, lasciamo stare. E dunque, un giorno
incontro un libro di Dexter. Credo di avere iniziato con Il cuore
nero di Paris Trout, o forse con Train. In ogni caso, due
libri pregni, dolorosi, violenti. Personaggi imperfetti che vivono in
un mondo imperfetto. Disgrazie, errori, tentativi di ammenda, di
nuovo morte. Mentre Ellroy è interessato alla corruzione interna
allo Stato e alla polizia, Dexter punta sul distacco tra classi
sociali e, soprattutto, sulla separazione tra bianchi e neri. È
anche grazie a lui che ho scoperto cos'è che succedeva in America in
quegli anni.
DBC
Pierre
Non
è americano. L'ho scoperto poco fa, mentre davo un'occhiata alla sua
pagina su Wikipedia. Pensavo di intitolare questo post al Noir
americano, mi sa che devo ripensarci. Dunque, DBC sta per 'Dirty but
clean'. Oook.
Ha
esordito nel 2003 con Vernon God Little, la storia di un
ragazzino che viene accusato di avere ucciso, insieme a un amico, 16
ragazzi nella sua scuola. Sapete, quella tradizione tutta americana.
Però
non è stato lui. Tutti ne sono convinti, il processo inizia, le
trasmissioni televisive incombono e lui attende il responso.
È
un bel libro, straziante, marcio e crudele. Irreale, i profili della
società americana contemporanea tirati fino all'inverosimile perché
risultino tremendi.
E
poi Ludmila in fuga. In realtà credo di aver letto prima
quello. Volendo, è ancora più strano. Gemelli siamesi appena
separati, una ragazza in Russia e... onestamente non è che me
ricordi moltissimo. Ricordo il finale, ricordo qualche scena. Ricordo
che mi era piaciuto e che l'avevo trovato estremamente disturbante.
Joe
R. Lansdale
Beh,
Lansdale è Lansdale. Che se ne può dire?
Elmore
Leonard
Dal
suo Rum punch – da poco pubblicato da Einaudi, se vi interessa –
Tarantino ha tratto la sceneggiatura di Jackie Brown. È stato uno
scrittore prolifico che ha saltellato tra noir e western e ha vinto
un sacco di – meritati – premi. Di suo ho letto poco, giusto
Killshot e Cat chaser. In realtà del secondo non
ricordo moltissimo, Killshot invece mi è rimasto abbastanza
piantato in testa. Un killer eccentrico fa conoscenza di un criminale
molto eccentrico e si mettono in coppia. Una coppia non solo
tranquilla, ma anche adorabile, viene tirata in mezzo al tentativo di
truffa messa in atto dai due delinquenti di cui sopra. FBI, fughe,
tentati omicidi e... beh, e quant'altro. Di questo libro mi erano
piaciuti soprattutto i personaggi. Il che, detto da me, non è poco.
Edward
Bunker
Dulcis
in fundo. No, davvero. Non ho letto ancora molto di suo, ma quel poco
che ho letto l'ho adorato. A parte il fatto che interpreta Mr Blue ne
Le Iene di Tarantino – regista con ottimi gusti letterari – ha
scritto Come una bestia feroce e Cane mangia cane, fervide
critiche al sistema carcerario e rieducativo americano. Sia Bunker
che Ellroy possono dire di aver passato un po' di tempo in prigione,
quindi, diciamo, sanno di che cosa stanno parlando.
Dunque,
Cane mangia cane è
la storia di tre criminali. Uno pazzo, uno stronzo e violento e
l'altro astutissimo. Quest'ultimo vorrebbe tentare un colpo e invita
gli altri a partecipare. Però non è solo questo, perché intanto ci
vengono narrate le vite di questi personaggi, il loro passato e il
loro presente, i loro timori, quello che li ha spinti verso
l'oltre-legalità. Un libro stupendo, punto.
E
poi Come una bestia feroce.
Il protagonista esce di prigione e cerca di redimersi agli occhi
della legge. La legge gli sputa in faccia. Eccetera.
Fine.
Ovviamente consiglio tutti i libri che ho citato, così come gli
autori nel loro complesso. Noto, tra l'altro, che a parte Ellroy sono
tutti pubblicati da Einaudi, il che mi fa nascere la domanda 'ma è
Einaudi che si accaparra i migliori, o sono gli altri editori che se
ne scatafottono?'.
Già
che ci sono aggiungo che il noir è un genere i cui confini sono
molto poco chiari e che, a seconda dei criteri che si decidono di
usare, la lista di opere potrebbe restringersi o allargarsi a
dismisura. Per me i criteri fondamentali sono l'atmosfera asfittica,
un senso di ineluttabilità e il ruolo 'out-cast' dei personaggi
principali.
Dio,
spero che il professore me lo chieda.
Frattanto,
buona domenica e buona lettura.