Nell'ultima
settimana sono stata piuttosto silente. Statistica è una roba brutta
e malvagia. Voglio che sappiate che quando dominerò il mondo, il mio
primo editto sarà per debellare questa peste.
Dannatissimi
numeri. Che fanno cose. E cambiano in altri numeri. Non ci si può
fidare di loro.
Chiedo
perdono in anticipo per la velocità con cui scrivo questa
(quasi-più-o-meno-dovrebbe-somigliare-a-una) recensione. Ho le mie
ragioni e si chiamano 'ospiti che potrebbero non gradire
l'anti-igienico caos in cui è precipitata questa casa'. Capitemi.
Dunque,
Black Friars – L'Ordine della Chiave di
Virginia De Winter edito dalla
Fazi Editore nel
2011.
Di
quest'autrice avevo già letto, gradito e recensito la prima opera,
ovvero Black Friars – L'Ordine della Spada (qui). In
realtà volevo proseguire le letture col seguito e non col prequel –
come questo volume si è rivelato essere, dopo avermi confusa in più
punti – ma grazie alla mia intelligenza evidentemente superiore...
vabé, ci siamo capiti.
Non
so bene come iniziare a parlare di questo libro. Primo, dicendo che
mi è piaciuto a livelli potentissimi. Secondo, ammettendo di averlo
letto quasi tutto in un unico sprint notturno, che alle due passate
mi ha spinta a scrivere un tweet molto imbarazzante, molto assonnato
ma tanto entusiasta all'autrice. Terzo... no, davvero, fantastico.
Magari inizio a spiegare perché, però.
Mentre
L'Ordine della Spada era incentrato su Eloise – sempre in terza
persona, ma il focus era sempre lei – questa volta il protagonista
è Axel Vandemberg (che a me viene da leggerlo come il padre di Timmy
dice 'Dinkleberg'. Lo so, è stupido, ma avevo bisogno di
esternarlo.) E non è che Axel mi facesse impazzire, anzi, è uno
di quei personaggi la cui facciata è così perfetta da infastidirmi.
Però, essendo il protagonista, stavolta si è visto oltre la
facciata. Ho visto un Axel insonne, tormentato, ossessionato, che si
appoggiava al fratello Bryce – personaggio meraviglioso. Punto. -
in cerca di sostegno. Ho visto quanto gli costi mantenere quella
facciata, quindi... ecco, anche se continuo a non amare
particolarmente Axel, ho adorato vederlo raccontato in questo modo.
Dicevo,
questo è un prequel. Narra quello che è accaduto prima dell'arrivo
di Eloise nella Vecchia Capitale e il motivo per cui Axel si è
dovuto allontanare da lei, trattandola orrendamente. Però non è
raccontato in questi termini, è un bellissimo romanzo a se stante.
Tanto
per cominciare, è scritto meravigliosamente. Mentre L'ordine della
Spada a volte esagerava un po', questo è bilanciato, raffinato senza
essere pesante. Anzi, la lettura scivola con facilità inspiegabile.
Poi,
delitti e misteri. Combattimenti e sangue. È meraviglioso come la De
Winter abbia attinto a piene mani dalle favole classiche, introducendole nella
storia in modo veramente macabro e sanguinoso. Cenerentola in
particolare mi è piaciuta moltissimo.
E
l'interazione tra i personaggi, cosa a cui visibilmente tengo
moltissimo, è gestita benissimo. Il rapporto tra Axel e Bryce, pur essendo davvero commovente, è anche un perfetto espediente per alleggerire la tensione, i
loro battibecchi sono fantastici. Questo è un meraviglioso romanzo
dark, oscuro e goticheggiante, però la De Winter del dark ha voluto prendere anche l'ironia, elemento che in tanti si dimenticano. Un'ironia catalizzata principalmente da Bryce, frivolo fratello di
Axel il cui lato serio emerge molto più che nell'Ordine della Spada,
e da Stephen, l'inquietante Stephen. Non riesco neanche a
descriverlo, sembra un piccolo Sherlock/Artemis Fowl. Fantastico.
E
dunque... delitti ispirati alle favole classiche, stile impeccabile,
tanto sangue e un buon numero di divertenti schermaglie. La vita
studentesca nella Vecchia Capitale.
Io
lo consiglio con inusitata violenza. Punto.