E
dunque, prima recensione post-Natale. God Breaker di Luca
Tarenzi, edito da Salani nel 2013. Autore di cui,
oh oh oh, vi riparlerò presto e volentieri e di cui avevo già
chiacchierato trattando di Quando il diavolo ti accarezza.
Difficile
non fare cenno alle conoscenze leggendarie/mitologiche di Tarenzi,
che vengono allegramente sparse nel corso del libro come una
pioggerella di piccole ottime pensate. La meraviglia.
C'è
Liàthan, questo dio guerriero di quattromila anni che è riuscito ad
adattarsi alla modernità solamente grazie all'uso protratto e
indiscriminato di alcol e droghe. E poi c'è Edwin, questo ragazzo di
cui inizialmente si vede soltanto la rabbia, tanto forte da accecarlo
e renderlo ingenuo, che odia Liàthan con tutto se stesso. La notte
di Capodanno Edwin si imbuca alla festa di Liàthan e gli propone un
patto: chiede a Liàthan di tagliargli la testa con un sekhem (arma
di origine angelica) e, se sopravviverà, toccherà a lui fare lo
stesso al dio, l'anno seguente. Liàthan, essendo essenzialmente un
presuntuoso, orgoglioso imbecille, accetta. Peccato per lui che Edwin
riesca ad andarsene sulle proprie gambe, con la testa sotto braccio.
Ci
sono più fili narrativi: il presente di Liàthan che deve scoprire
come fare a evitare di farsi ammazzare nel giro di un anno da Edwin,
il presente di Edwin che architetta la propria vendetta, l'infanzia
di Edwin e il presente di Molly, la prostituta ventitreenne che sa
tutto di Edwin per via del legame che si è creato involontariamente
tra loro e cerca sia di salvarlo che di tenerlo a distanza.
Una
trama corposa, piena di storie e volontà che si incontrano,
intrecciano e ostacolano. Eppure non è una corsa se non alla fine,
la narrazione procede a passo sostenuto. In questo si differenzia
molto da Quando il diavolo ti accarezza, decisamente più
svelto e pregno di combattimenti. In God Breaker la violenza c'è
eccome – ed è anche ben scritta, per la mia intensa gioia – ma
non è più in primo piano. Quando il diavolo ti accarezza l'avevo
definito 'Awesome', esaltante in termini di violenza. In God Breaker
al centro di tutto ci sono i personaggi, il loro carattere, la loro
storia e come questa li ha modificati. I contrasti sono più intimi,
non so se mi spiego.
Una
cosa che ho particolarmente adorato è il fatto che i ruoli
attanziali si confondono e disperdono man mano che si prosegue con la
lettura. 'Buono' e 'cattivo' sono parole vuote, senza senso. Non c'è
una vittima definita, almeno non nel presente della storia. Le
motivazioni si perdono nel tempo, l'odio si dissolve nel disprezzo e
poi nella pena.
Piccola
cosa – oddio, non proprio 'piccola', diciamo 'non necessaria' ma
tanto bella – che ho gradito è la comparsata di personaggi
provenienti da Quando il diavolo ti accarezza. Si vede che Tarenzi ci
tiene, ai suoi personaggi. Non li ha tirati dentro a God Breaker a
forza, per pura nostalgia, sono ben integrati e la loro presenza è
più che motivata e non eccessiva. Però sì, mi ha fatto piacere
rivederli.
L'unica
pecca, per me, è il finale un po' troppo... vabé, non lo dico
perché sennò si subodora lo spoiler. Però ecco, mi ha fatto un po'
storcere il naso.
Per
il resto... perfetto. La questione dei Patti coi materiali,
l'Architetto, il Fungo, la Caccia, le Corti... trovate stupende.
Superfluo
specificare che lo consiglio un sacco.
Vi
segnalo che sulla pagina facebook del libro, qui, è in corso
un contest veramente interessante e vi consiglio di darci
un'occhiata.