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Dicevo,
ieri ho letto Apocalisse Z, libro che ha un bel po' di difetti ma che
tutto sommato non è male, dopotutto l'ho pure letto tutto in un
giorno. Però non mi ha presa come speravo. Leggendo mi sono resa
conto di una distanza incolmabile tra me e il romanzo, una barriera
altissima tra me e la finzione.
Ecco,
io agli zombie non riesco più a crederci. Fine sospensione
dell'incredulità .
Non
è che io ne abbia letti tantissimi, di libri sugli zombie, né mi
sono sorbita l'intera filmografia dedicata. L'alba dei morti viventi,
Dead Set, Shaun of the Dead e il mio preferito, Welcome to Zombieland
e poco altro. Qualcosina qua e là , tra una lettura e l'altra. Non è
che mi sia stancata per indigestione, anzi.
Ecco,
c'era stato quel bell'incontro al Lucca Comics con Luca Tarenzi e
Francesco Dimitri, durante il quale avevano parlato della tecnologia
e di come questa abbia influenzato il genere fantastico e la
scrittura in generale. L'avvento dei cellulari, dicevano, ha
massacrato il romanzo di avventura, ed effettivamente è vero.
Come
si ricollega questo con la questione zombie? Col fatto che non puoi scrivere una storia ambientata ai giorni nostri senza tenere conto dell'enorme cambiamento tecnologico che ha avuto luogo negli ultimi decenni. Tralasciare il fattore social-network in un'epidemia zombie mi fa l'effetto di un'epidemia di peste a NY nel 2000. Non ci si crede.Il problema è che una
trama sull'invasione zombie ormai si basa soprattutto sull'idiozia
umana. Sulla cecità del governo, sugli errori fatti dalla gente.
Sulla totale ignoranza del problema fino alla sopraffazione, sul
fatto che nessuno comunichi agli altri come si debba agire, sulla
mancanza di tattiche militari efficaci. Cioè, al giorno d'oggi uno
vede un cadavere ambulante che gli passeggia in cortile, tempo due
secondi e la foto ha già fatto il giro del globo via Internet. Non
siamo più isolati o impreparati, l'ambientazione è cambiata completamente.
Se
domani avesse luogo un'invasione zombie, davvero saremmo così
inermi? Perché, siamo seri, gli zombie sono davvero troppo facili da
fare fuori. Non sono in grado di pensare, né di muoversi velocemente, figuriamoci verso l'alto. Non possono piegarsi o strisciare né nuotare. Ora, ci vuole
tanto a passare tutte le strade di corde di piano ad altezza collo di
zombie? Si decapitano da soli, non devi manco fare fatica. O robot
radiocomandati pieni di lame rotanti. E poi, se sono attirati dal
rumore, ci vuole tanto a confonderli con delle schifosissime radio
accese per permettere alla popolazione di scappare in silenzio? E che
si fili immediatamente a trincerare i campi coltivati e le centrali
elettriche, che diamine.
E
poi come potrebbero spargersi così in fretta? O si tratta di un
attacco estremamente ben congegnato che vuole spargerli stile armi
batteriologiche in punti diversi del pianeta, o il problema
rimane relativamente localizzato. E a 'sti punti barrichi tutto e fai
esplodere dentro, che ci vuole?
Per
non parlare del ruolo che avrebbero Twitter e Facebook, sarebbe
inestimabile. 'Ci sono zombie in zona San Babila?' 'Ce ne sono un
paio, passa piuttosto per via X che è vuota'. Bom, fine.
Rimando
velocemente al lollosissimo post 7 Ragioni per cui un'epidemia zombie fallirebbe velocemente, che ho letto diverse settimane fa
e che mi è rimasto particolarmente impresso. Che poi su alcuni
fattori ci si può anche passare sopra, intendiamoci, però altri...
Cioè,
non so. Abbiamo troppa tecnologia per poter considerare gli zombie
una minaccia seria. Non dico che non farebbero danni, ma azzerare il
genere umano lasciando poche manciate di superstiti sparsi per il
mondo mi pare un po' eccessivo. Io non riesco proprio più a
crederci.
No, che poi se davvero la popolazione umana si lascia schiacciare così facilmente da una massa di cannibali zoppi e senza cervello, dai, l'invasione zombie un po' se la merita.