Ieri
ho letto Apocalisse Z di Manel Loureiro. È un libro
sugli zombie di cui credo ciacolerò presto più nei particolari,
però oggi volevo chiacchierare d'altro. Ieri ho letto anche questo
articolo di Ludus su Penna Blu – blog che spero conosciate
perché l'è ganzo forte – e le due cose insieme mi hanno fatto
pensicchiare più di quanto non faccia solitamente all'Apocalisse
Zombie. Che è un po' una di quelle cose verso cui la mia allegra
testolina scivola più spesso in gioiose fantasticherie.
Dicevo,
ieri ho letto Apocalisse Z, libro che ha un bel po' di difetti ma che
tutto sommato non è male, dopotutto l'ho pure letto tutto in un
giorno. Però non mi ha presa come speravo. Leggendo mi sono resa
conto di una distanza incolmabile tra me e il romanzo, una barriera
altissima tra me e la finzione.
Ecco,
io agli zombie non riesco più a crederci. Fine sospensione
dell'incredulità.
Non
è che io ne abbia letti tantissimi, di libri sugli zombie, né mi
sono sorbita l'intera filmografia dedicata. L'alba dei morti viventi,
Dead Set, Shaun of the Dead e il mio preferito, Welcome to Zombieland
e poco altro. Qualcosina qua e là, tra una lettura e l'altra. Non è
che mi sia stancata per indigestione, anzi.
Ecco,
c'era stato quel bell'incontro al Lucca Comics con Luca Tarenzi e
Francesco Dimitri, durante il quale avevano parlato della tecnologia
e di come questa abbia influenzato il genere fantastico e la
scrittura in generale. L'avvento dei cellulari, dicevano, ha
massacrato il romanzo di avventura, ed effettivamente è vero.
Come
si ricollega questo con la questione zombie? Col fatto che non puoi scrivere una storia ambientata ai giorni nostri senza tenere conto dell'enorme cambiamento tecnologico che ha avuto luogo negli ultimi decenni. Tralasciare il fattore social-network in un'epidemia zombie mi fa l'effetto di un'epidemia di peste a NY nel 2000. Non ci si crede.Il problema è che una
trama sull'invasione zombie ormai si basa soprattutto sull'idiozia
umana. Sulla cecità del governo, sugli errori fatti dalla gente.
Sulla totale ignoranza del problema fino alla sopraffazione, sul
fatto che nessuno comunichi agli altri come si debba agire, sulla
mancanza di tattiche militari efficaci. Cioè, al giorno d'oggi uno
vede un cadavere ambulante che gli passeggia in cortile, tempo due
secondi e la foto ha già fatto il giro del globo via Internet. Non
siamo più isolati o impreparati, l'ambientazione è cambiata completamente.
Oggigiorno poi la tesi scientifica-realistica va per la maggiore. Mutazione
nucleare o cavie infette fuggite dal laboratorio, di solito è una
delle due. La genesi soprannaturale è ormai stata accantonata. Il
che mi va più che bene, ma se la tesi vuole essere scientifica-realistica, che sia realistica, la mia credibilità
non può restare appesa alla dabbenaggine del genere umano, su.
Se
domani avesse luogo un'invasione zombie, davvero saremmo così
inermi? Perché, siamo seri, gli zombie sono davvero troppo facili da
fare fuori. Non sono in grado di pensare, né di muoversi velocemente, figuriamoci verso l'alto. Non possono piegarsi o strisciare né nuotare. Ora, ci vuole
tanto a passare tutte le strade di corde di piano ad altezza collo di
zombie? Si decapitano da soli, non devi manco fare fatica. O robot
radiocomandati pieni di lame rotanti. E poi, se sono attirati dal
rumore, ci vuole tanto a confonderli con delle schifosissime radio
accese per permettere alla popolazione di scappare in silenzio? E che
si fili immediatamente a trincerare i campi coltivati e le centrali
elettriche, che diamine.
E
poi come potrebbero spargersi così in fretta? O si tratta di un
attacco estremamente ben congegnato che vuole spargerli stile armi
batteriologiche in punti diversi del pianeta, o il problema
rimane relativamente localizzato. E a 'sti punti barrichi tutto e fai
esplodere dentro, che ci vuole?
Per
non parlare del ruolo che avrebbero Twitter e Facebook, sarebbe
inestimabile. 'Ci sono zombie in zona San Babila?' 'Ce ne sono un
paio, passa piuttosto per via X che è vuota'. Bom, fine.
Rimando
velocemente al lollosissimo post 7 Ragioni per cui un'epidemia zombie fallirebbe velocemente, che ho letto diverse settimane fa
e che mi è rimasto particolarmente impresso. Che poi su alcuni
fattori ci si può anche passare sopra, intendiamoci, però altri...
Cioè,
non so. Abbiamo troppa tecnologia per poter considerare gli zombie
una minaccia seria. Non dico che non farebbero danni, ma azzerare il
genere umano lasciando poche manciate di superstiti sparsi per il
mondo mi pare un po' eccessivo. Io non riesco proprio più a
crederci.
Il
che, ricollegandomi al post di Ludus, non vuol dire che io pensi che
la narrativa zombie sia finita. C'è ancora un sacco da dire sui
morti viventi antropofagi, una miriade di roba da raccontare. Già è
tutta un'altra cosa la chiave ironica di Shaun of the Dead e di
Welcome to Zombieland. E poi c'è la chiave 'gli zombie sono
secondari, vogliamo vedere che fanno le persone in questa situazione'
di Dead Set e (a quanto mi hanno detto perché ho visto solo le prime
puntate, che proprio non mi entusiasma) The Walking Dead. Ce ne
saranno altre, in futuro, un sacco di chiavi finora impensate da
inventare ed esplorare. Ma la chiave 'classica' delle creature che
spuntano come funghi fino a invadere il pianeta e non ci se ne
accorge finché non è troppo tardi, dei governi che non si sa perché
mettono tutto a tacere piuttosto che addestrare la popolazione, della
fuga tra un nascondiglio e l'altro in un rapida decimazione... ecco,
questa chiave sarebbe anche un tantinello venuta a noia.
No, che poi se davvero la popolazione umana si lascia schiacciare così facilmente da una massa di cannibali zoppi e senza cervello, dai, l'invasione zombie un po' se la merita.