
Angelize
di Aislinn, edito Fabbri Editori nel 2013. In
realtà pochi giorni fa.
Di
questo libro avevo già parlato nel resoconto di Lucca, ove mi
ero limitata a un piccolo cenno sul velocissimo più-o-meno incontro
con l'autrice. Ma vorrei sottolineare una cosa cui avevo scordato di
fare cenno: i biscotti portati da Aislinn, oltre ad essere
stra-buoni, erano a forma di ala di angelo. Un tocco di classe.
Angelize
è stata una lettura inizialmente molto veloce, febbrile. Le prime
100 pagine le ho bevute tutte in un'unica mandata, 'ancora una e poi
basta', 'finisco di vedere come va avanti questa cosa e poi torno a
studiare'. E, anche se non sono particolarmente italiofila, come
ambientazione, devo dire che ho apprezzato il fatto che le vicende
siano ambientate a Milano, patria dell'autrice, visto che si tende
molto a fare espatriare le nostre storie verso altri lidi più
'fighi'.
La
trama. Gli angeli ammazzano le persone. Lascio questa frase
così, perfetta e immobile. Meravigliosa. Dicevo. Non è che le
ammazzano a caso, hanno le loro ragioni per farlo. Un angelo è un
essere incorporeo e invisibile, che vaga silenziosamente per il
mondo. Uccidendo una persona – o meglio, facendo in modo che una
persona si tolga la vita – avrà l'occasione di incarnarsi da
qualche parte in un bambino e le loro vittime prenderanno il loro
posto e il loro nome angelico, cosa che è successa ad Haniel, a
Hesediel, a Rafael e ad altri personaggi. Solo che i suddetti
mezzi-angeli (disprezzati dagli angeli 'puri') hanno trovato il modo
di riacquistare un corpo, recandosi dalla Dea che abita il Cimitero
Monumentale. E la narrazione inizia qui, dal giorno in cui sono
tornati 'fisici'. Haniel – che non ha riacquistato il proprio
corpo, bensì il corpo di una ragazzina – che fila subito a bere e
a divertirsi, Rafael che lo segue preoccupato, Hesediel che torna
tristemente a fissare l'appartamento in cui abitava con la sua
fidanzata prima di morire.
Solo
che gli angeli 'puri' hanno un concetto tutto loro di disegno divino
e, visto che i mezzi-angeli incarnati non vi sono contemplati,
intendono eliminarli a spadate.
E
dunque la trama è questa, angeli che vogliono uccidere mezzi-angeli
che cercano un modo di salvarsi.
Il
libro mi è piaciuto e, soprattutto, mi ha divertita un sacco. Ho
apprezzato moltissimo il finale, decisamente inaspettato. E non posso
fare a meno di chiedermi cosa comporterà il finale 'PS', visto anche
che contempla un personaggio di cui si è visto poco ma che ho
gradito assai.
Tuttavia,
non posso tacere un paio di rimostranze. Ad esempio, ho trovato la
trama un po' troppo lineare. E i personaggi... non so, non li ho
'vissuti' fino in fondo. Sento di aver conosciuto solo Rafael e
Haniel, ma gli altri rimangono un po' nell'ombra, non sono riuscita a
farmi un'idea precisa di Hesediel. Credo che a entrambe le cose
sarebbe stato facile porre rimedio mostrando, diciamo, l'inutile. Il
'non necessario' ai fini della trama che però è bello sapere. Porto
a esempio American Gods di Neil Gaiman (oggi è il suo compleanno.
Che sia festa nazionale!) in cui la vicenda principale era
punteggiata da brevi intermezzi dedicati non a personaggi importanti,
ma a ultra-comparse-secondarie. Che poi credo fosse anche uno dei
motivi per cui American Gods è stato tanto criticato... ma oh, MIO
blog, MIEI gusti.
Concludo dicendo che mi è piaciuto assai e attendo gioiosamente il seguito.
E che sì, ovviamente lo consiglio agli amanti del genere.
... anche se parlare di 'genere' è un po' azzardato.
Diciamo 'a chi sente il bisogno di angeli che sanguinano e si pestano nelle proprie giornate'.
E con quest'orrida conclusione, via, andrò a procurarmi dolore neuronale studiando.
Buona domenica.