Ma
comunque non ne parlerò oggi.
Oggi
mi andava di disquisire di un tema di cui ciacolo spesso ma cui non
ho mai dedicato un post, nonostante, ho notato, mi ritrovi spesso a
parlarne.
Ora,
io ho sempre pensato – o almeno, lo penso da quando ho iniziato a
pensarci – che ci fossero diversi modi di guardare ad un prodotto
culturale. Anzi, diciamo direttamente 'libro', va', che tanto è lì
che voglio andare a parare. Un modo oggettivo e uno soggettivo. Il
primo è organizzato in diversi parametri che possono essere trama,
sviluppo, personaggi, originalità, stile... cose così. Un po' i
tipici aspetti che possono figurare in una scheda di lettura.
Misurabili, osservabili, a prescindere dalle nostre interpretazioni.
E
poi c'è l'altro 'modo', quello soggettivo, che è quello che io
chiamo del 'gradimento'. Ovvero, il piacere o non piacere. Che ci
sono anche quelli che, nonostante riconoscano la totale schifiltudine
formale di un libro, non possono negare di averlo trovato divertente,
stimolante o quello che è. Il brutto che piace, magari. Che poi c'è
anche il bello che non piace, ma eviterò di andarmi a impelagare
oltre che, domineddio, devo studiare.
E non è che voglio dire che è sbagliato gradire un libro oggettivamente brutto, ai gusti non si comanda. Sarebbe anzi ipocrita negare quanto ci si è emozionati/divertiti con un libro che è piaciuto. Ma mi fa strano che si tenti di difenderlo a tutti i costi, pure quando è visibilmente di bassa lega.
Quello
che voglio dire è che secondo me è possibilissimo 'misurare' la
qualità di un libro. Se è scritto bene o male, se i personaggi sono
credibili e come si relazionano tra loro e con la trama, se la storia
è solida o piena di buchi... credo che siano elementi visibilissimi,
alla portata di ogni lettore che voglia analizzarli. Non parlo del
lato soggettivo, che 'piace quel che piace'. Però non è neanche
vero che 'Non è bello quel che è bello, è bello quel che piace'.
Cioè, no. Può anche darsi che a piacere sia una boiata.

Tra
Mozart e Avril Lavigne.
Tra
Leonardo e i miei scarabocchi delle elementari.
Non
so se la pensiate come me o meno, in ogni caso mi sareste d'immenso
aiuto se mi aiutaste a concepire il pensiero opposto, quello secondo
cui non è possibile determinare la qualità oggettiva di un'opera.
No,
perché io ci sto uscendo scema.