Io
non dovrei essere qui. Io dovrei essere a studiare, dolorosamente
china sul tavolo di cucina con fogli pieni di appunti sparsi tra i
libri di testo sfatti di orecchie e sottolineature. E invece no, sono
qui. Perchè avevo proprio voglia di parlarvene, di questa graphic
novel. Che a pensarci bene è anche la prima volta che recensisco una
graphic novel, no? Beh, direi che ho cominciato nel migliore dei
modi. Sì, lo so che non ci si dovrebbe sdilinquire così quando si è
letto qualcosa gratuitamente. Ma cristo, è perfetto, non posso
trattenermi.
L'altro
giorno ricevo una cortesissima email dall'ufficio-stampa di Tunué
che mi chiede, gentilmente, se non avessi piacere di leggere in pdf
una graphic novel intitolata Dieci giorni da Beatle, che narra
delle vicende del batterista Jimmie Nicol, chiamato a
sostituire Ringo Starr alla vigilia del tour mondiale dei Fab4. Ho
risposto con un entusiasmo che l'avrò anche spaventata, la tizia...
e pochissime ore dopo ero già lì a leggere.
Ora,
piccola digressione. Io amo i Beatles. Ci sono nata, coi Beatles. Mia
madre era una loro fan fin dagli esordi, ha insegnato a me e a mia
sorella a suonare Mull of Kentyre alla pianola prima ancora di Buon
compleanno a te. Ogni tanto mi interroga, chiedendomi mentre li
ascoltiamo in macchina, chi sia dei quattro a cantare una certa
canzone e io spesso le chiedo lumi sulla successione degli album,
qualche curiosità, qualche aneddoto. Tipo di quando John è andato a
spaccare i vetri alle finestre di Paul perché quest'ultimo aveva
deciso di lasciare la band. Tipo quando Paul stava vegliando George,
malato ai polmoni, quando ha ricevuto la chiamata dalla figlia, anche
lei gravemente malata e George, che neanche riusciva ad alzarsi
seduto dal dolore, gli ha chiesto se doveva andare con lui per fargli
coraggio. O quando Ringo ha fatto il giro dei tre compagni dicendo a
ognuno che forse doveva lasciare la band, visto che erano tutti così
amici e attaccati tranne lui, ricevendo ogni volta la stessa
risposta, che 'Ma no, credevo di essere io quello di troppo'.
Adoro
i Beatles. Cristo, ho chiamato l'ereader Lucy da Lucy in the sky with
diamonds!
E
quindi... beh, non c'era graphic-novel che potesse riuscirmi più
gradita. Anche se capisco che sto facendo un gran torto al
protagonista, Jimmie Nicol, parlando solo e soltanto dei Fab4.
Andiamo con ordine.
La
storia inizia con dei ragazzini in un negozio di dischi. Parlano di
musica, nominano i Beatles. Jimmie, che è nel negozio, si allontana
tristemente e il gestore spiega ai ragazzi la triste storia di
Jimmie, che ha toccato le stelle per poi tornare sulla Terra. I due
ragazzini si dispiacciono e, incontrandolo per caso, gli chiedono
scusa e si fanno raccontare la sua storia. E da lì inizia il
racconto di Jimmie, narrato sia con un'accuratezza verso la scena
musicale dell'epoca veramente incredibile, sia con una maestria nel
tratteggiare il personaggio di Jimmie... voglio dire, lo conosciamo
davvero, siamo nella sua testa, ma è anche un dialogo
leggero, un racconto tra amici. Una storia che scorre semplicemente,
raccontata in maniera così credibile e 'sincera' che pare davvero
raccontata dalla voce di Jimmie. Eppure mai pesante, né pedante, né
inutilmente pignola dal punto di vista storico. Compaiono i Beatles,
ognuno con la sua voce e il suo 'perché', ma non sono preminenti se
non nella misura in cui lo sono per Jimmie.
Non
sto a raccontare troppo della storia, che poi ve lo rovino. Due
parole sui disegni: fantastici. Perfetti. Non sono una grande
esperta, ma posso dire che ho adorato lo stile di Algozzino. E i
colori! Perfetto. Davvero.
Non
è una graphic-novel 'solo' per gli amanti dei Beatles. So che si
rischia di pensarlo, visto che d'altronde questo post è filtrato dai
miei Beatle-occhi. Però è anche una bella storia e basta. Una bella
storia ottimamente narrata. Ve lo consiglio un sacco, veramente un
sacco. Tra l'altro al momento c'è il tour, vi consiglio di
controllare le date sul sito dell'editore. Spero vivamente che capiti
prima o poi dalle mie parti...