Non
è che io non abbia libri di cui disquisire, eh. Anzi, ne ho fin
troppi. Devo ancora dirvi quanto e perché ho adorato Volti nella
folla della Luiselli e Alta Definizione di Adam
Wilson. E congratularmi con me stessa per aver passato la
Morpurghite a mia madre, prestandole La scrittrice criminale.
E credo che i tempi siano ormai maturi perché io dedichi finalmente
un intero post – o più post? - a Georgette Heyer, visto che
ne ho mezzo disossato la bibliografia. Oh, e in questi giorni mi
arriverà l'ereader! Ha già un nome, Lucy, come Lucy in the
sky with diamonds dei Beatles. E poi... beh, un altro paio di
progettini di cui per ora preferisco non dire nulla.
E
volevo anche dirvi che fa un po' piacere quando amiche in procinto di
inviare il proprio manoscritto nell'inquietante spazio editoriale ti
si rivolgono per chiedere consiglio. Che cosa carina.
Ma
dunque!
Non
è di tutto ciò che volevo ciacolare oggi, bensì di un argomento
che mi frulla in testa da un po' di tempo. Un argomento
scioccherello, ne converrete, che però non vedo perché non
affrontare.
Le
mie imbarazzanti confessioni letterarie, ecco.
Non
sono mai riuscita a leggere Pirandello. Ho iniziato i suoi
libri più volte, eppure non sono mai andata oltre un tot di pagine.
Non so se il problema stia nel fatto che semplicemente la letteratura
classica italiana non fa per me o se dipende dalla mia totale
conoscenza degli eventi narrati e della loro successione temporale.
Pirandello, Svevo, D'Annunzio, alle superiori li abbiamo sviscerati,
esplicitati, studiati a tal punto che i loro libri non possono
offrirmi nulla che io non sappia già. Non è triste? Spero comunque
un giorno di riuscire a leggerli, ma sto un po' abbandonando le
speranze.
Non
sopporto la prosa di Joyce. Ho tentato di leggere Gente di
Dublino e mi sono mezza addormentata. Joyce l'ho visto spesso preso
ad esempio per una prosa pesante, di una lettura difficoltosa. Io non
capisco bene perché a certa gente piaccia arrancare sulle pagine.
Poi ci saranno anche quelli che scivolano sulla voce di Joyce, ma
gioire della fatica proprio non mi si confà. Non nego la bravura di
Joyce, è solo che... voglio dire, perché? Perché mi vuoi
dimostrare di essere bravo a costo di appesantirmi fino a questo
punto la lettura? Perché non mi vieni incontro a metà strada, io
faccio uno sforzo in più e tu scrivi un attimo più lievemente?
Mi
mancano da leggere un sacco ma un sacco di classici. Dipende dal
fatto che fino al secondo-terzo anno di università non ne avevo mai
letto uno. Neanche mezzo. Ero fortemente convinta che si trattasse di
libri pesanti, sonnacchiosi, fatti di tante pagine di prosa
inutilmente involuta e pedante che non approdava a nulla. Poi un
giorno sono rimasta senza nulla da leggere in casa e ho deciso di
dare una mezza possibilità a Cime Tempestose. Ecco, a Emily
devo un sacco.
Questa
è forte. In realtà all'epoca mi sono piaciuti sia Twilight e
seguiti che le Cronache del Mondo Emerso, che al giorno d'oggi
se lo dici ad alta voce ti becchi delle occhiatacce – virtuali,
perché è raro che più di 2-3 lettori si riuniscano fisicamente
nello stesso luogo. Siamo merce rara – che non te le scordi. Non
che fossi una Twilighters o che facessi parte di un qualche team,
però ho letto i primi tre con piacere. Il quarto è urfido a dire
poco, però gli altri non mi erano affatto dispiaciuti. Ero anche
giovine, eh, però... oh, e per le Cronache alla fine non so che
dire. Li ho tutti regalati in biblioteca perciò non posso
rileggerli, ma all'epoca mi erano piaciuti un sacco. Credo sia da lì
che ho iniziato ad apprezzare il fantasy, per quanto certe cose non
mi fossero andate giù neanche allora.
Non
sono mai riuscita ad andare oltre i primi capitoli di Ogni cosa è
illuminata. Mi irrita la sua scrittura. Il fatto che sia tanto
abile e tanto restio alla chiarezza. Cioè, va bene, ho capito, sei
bravo, mo' ti fai capire?
Su
Dickens ho deciso di sospendere il mio giudizio. Cioè, non
sono riuscita a leggere David Copperfield, per quanto ci abbia
provato. Ma quando l'ho ammesso su Fb mi è arrivata unanime
l'ingiunzione di leggere Grandi Speranze, quindi fino ad allora resto
nel 'Magari...'.
Non
è che io vada matta per Mr. Darcy. Cioè, chiariamoci, adoro
zia Jane e tutti i suoi libri, però non riesco del tutto a capire la
fissazione di – quasi? - tutte le Janeite verso Mr. Darcy. Cioè,
se si chiama 'orgoglio' e 'pregiudizio' un motivo ci sarà. L'unica
versione di cotanto eroe che mi è riuscita davvero gradita è quella
di Colin Firth, che dietro alla rigidità del personaggio ha lasciato
intravedere una certa goffaggine sociale. Per il resto non è che mi
dispiaccia particolarmente, ma per me Mr. Knightley se lo mangia a
colazione.
Ho
letto e gradito Il diario di Bridget Jones, che credo sia
unanimamente definibile come 'chick-lit', per quanto tale definizione
mi faccia un po' rigirare le gonadi. Eppure c'è questo atavico
pregiudizio che mi impedisce di prendere un qualsiasi libro della
Kinsella in biblioteca, nonostante mi venga consigliata da più
parti.
Tutto
qui? Credevo di averne molte altre. Probabilmente me le sono
dimenticate, magari tornerò ad aggiornare questa lista. O a
scriverne un'altra, chissà.
Voi
avete confessioni da fare? Qualche coming-out libroso? Orsù, fuori
dall'armadio!