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E
allora, dunque. La storia inizia quando Matthew aveva nove anni, coi suoi ricordi. Giocava a nascondino con degli amici in un villaggio
vacanze, quando si imbatte in una bambina che seppellisce una
bambola. Una scena che gli rimane fissa in testa, quasi a spodestare
come importanza quello che segue. Matthew arriva al villaggio vacanze
con i genitori e un fratello maggiore, Simon, che ha 12 anni e la
sindrome di Down, più varie complicazioni legate alla sindrome. E mi
è difficile persino scrivere questa parte, perché di una tragedia
così non riesco neanche a immaginare o a concepire le ripercussioni.
Al villaggio vacanze, Simon muore. Non ci viene detto come, non
all'inizio. Solo alla fine.
È
una morte che aleggia sulla storia, sui personaggi, sulla narrazione.
La voce è quella di Matthew, che ripercorre i suoi anni post-Simon,
forse cercando di mettere ordine tra i propri ricordi, forse cercando
di liberarsene. La madre – bipolare? - che lo ritira da scuola e lo
fa studiare a casa con sé per il resto delle elementari.
L'allontanamento che sembra inarrestabile tra lui e i genitori. La
meravigliosa nonna Noo. Ricordi, spezzoni strazianti di Simon che si
conficcano nelle pagine, cosicché devi mettere in pausa la lettura
per non scoppiare a piangere.
La
morte di Simon ha come deviato la vita di Matthew. Prima di allora,
racconta, era sempre stato un bambino allegro, socievole, normale. Di
quelli che fanno amicizia subito e con tanti altri bambini, senza
problemi. Poi è stato come cadere e non riuscire più ad alzarsi. E
sono cominciati i problemi, forse esasperati dalla madre. Una parte
di Matthew va in tilt. Non voglio parlare di 'follia' o 'pazzia'. A
questi termini non si dà mai il giusto peso. Potenzialmente siamo
tutti pazzi o matti o psicopatici, solo che ci vuole la spinta
giusta, un dolore così forte da strizzare fuori tutti i costrutti
sociali che accettiamo così facilmente. Follia è confusione.
E
dunque, questo libro è la storia di Matthew, di quello che gli ha
fatto la morte del fratello. È l'esordio di Filer, che tra l'altro è
infermiere specializzato nella cura di malati mentali. E si vede. È
bello quando qualcuno capisce di ciò di cui parla. Ed è bello che
ne parli 'bene'. Perché è scritto davvero bene, sembra davvero che
Matthew stia dialogando coi propri ricordi, analizzandoli o
ricostruendoli poco a poco. Bello com'è costruito, perfetti i
personaggi e le loro reazioni. Perfetto il fatto che non sia perfetto
come una storia, ma zoppicante come la realtà . Ho adorato l'uso del courier new quando Matthew scriveva alla macchina da scrivere.
Mi
è piaciuto un sacco. Lo consiglio un sacco.
Cristo,
ho di nuovo le lacrime agli occhi. Andrò ad ascoltare canzoni
allegre, va'.
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