Dunque, ho appena finito
di leggere Player One di Ernest Cline, edito dalla Isbn nella collana Special Books nel 2011 in un'impeccabile traduzione di Laura Spini.
Che dire? Prima di tutto,
lo sento mio. È un lungo tributo alla cultura pop-nerd-geek degli
anni '80, gonfio di citazioni meravigliosi che sono stata davvero
felice di poter cogliere. DeLorean, Supaidaman, D&D, WoW, Lady
Hawke, Wargames, Corto Circuito, La rivincita dei nerd, Mondo Disco,
Neil Gaiman, Tarantino, Neon Genesis Evangelion, Jim Henson, Wil Wheaton. E
quant'altro. Di tutto, veramente. Sono cose che sento mie, anche se sono nata giusto sul finire di quegli anni e anche se
non posso definirmi davvero 'nerd' o 'geek'. Non amo i videogiochi,
non seguo ogni singolo supereroe Marvel/DC, i miei alias D&D e
Pathfinder non sono mai durati più di una manciata di sessioni. Non
apprezzo granché neanche la fantascienza o la scienza in generale.
Però ho sentito questo libro mio lo stesso. Mi ha ricordato
un'infanzia tra Commodore64 e Amiga. E poi, via, il mio fanatismo per
i libri rispecchia quello del protagonista, Wade, per OASIS. A monte
di tutto c'è sempre quella stessa adorante curiosità spasmodica, no?
Ma magari è anche il
caso che io cominci a parlare della trama di questo capolavoro, che
dite?
Anno 2041. James
Halliday, geniale creatore di un enorme e complesso universo
virtuale, OASIS, muore lasciando in eredità il suo impero
multimiliardario a chiunque riesca a risolvere una complicatissima
ricerca di tre chiavi sparse per il suddetto mondo. Una di rame, una di giada e una di cristallo.
Il ritrovamento della prima porta un indizio che servirà a trovare
la seconda e così via. Halliday lascia l'Almanacco di Anorak,
interamente fruibile a chiunque, un malloppone sulla storia della sua
vita, sulle sue passioni, i suoi interessi, un immenso catalogo di
variegatissima cultura. Coloro che su Oasis si daranno alla ricerca
delle chiavi verranno chiamati Gunters, tranne quelli che lo fanno
per lavoro, commissionati da una società senza scrupoli, la IOI, che intende accaparrarsi
Oasis, renderlo un servizio privato a pagamento ad appannaggio di
pochissimi ricchi fortunati. I suoi 'cercatori di chiavi' verranno chiamati Sixer, odiati dal resto degli utenti.
C'è anche da aggiungere
che Oasis è enorme, sconfinato, incredibile. Composto da migliaia di
mondi e pianeti, ognuno con le proprie peculiarità. Steampunk,
fantasy, vintage, di tutto e di più. Su Oasis ognuno può trovare il
suo ambiente perfetto, interagire perfettamente grazie ad una
tecnologia avanguardistica che rende l'esperienza identica a quella
reale.
Nel 2041 il mondo non è
affatto un bel posto. Tra povertà, guerre e disoccupazione
dilaganti, l'unica via di fuga da tanta desolazione è proprio Oasis.
Per questo tutti gli utenti temono che la IOI, tramite le sue
migliaia di utenti, i Sixter, possa riuscire a vincere.
Accade poi che nel 2045
Wade, un ragazzino di 17 anni, un nerdacchione fanatico di Halliday
che frequenta una scuola virtuale su Oasis, riesca a trovare la prima
chiave. Da quel momento in poi inizia una ricerca sfrenata, violenta,
a tratti disperata.
Non posso poi raccontarne
moltissimo, forse vi ho già detto fin troppo. D'altronde è
difficile non parlare diffusamente dell'ambientazione o dell'idea del
futuro che ci presenta Cline.
Narrato in prima persona
dal protagonista al passato, si viaggia nella testa di un genio del
computer che è praticamente un'enciclopedia vivente della cultura
degli anni '80. Lo stile è rapido e fluente, ci butta dritti in
mezzo all'azione, in certi punti praticamente ballavo sulla sedia per
la tensione. I personaggi sono ottimamente costruiti, mostrati e
caratterizzati, le discussioni tra Wade e l'amico Aech mi hanno fatto
schiantare dal ridere.
Leggo che la Warner Bros
ha acquistato i diritti per farne un film. Spero che lo faccia. E
spero anche che nella trasposizione non perda nulla del suo essere
incredibilmente 'Awesome', né le sue meravigliose citazioni.
È una meraviglia. Un
libro da divorare, un'incognita tra puro divertimento e presa di
posizione politica e sociale. Un inno alla nerdaggine più acuta che
fa impallidire anche le prime stagioni di The Big Bang Theory.
Ernest Cline ha scritto
di ciò che ama e questo si vede. Il suo entusiasmo ha infettato ogni
singola pagina, ogni riga, ogni macchia d'inchiostro. È un libro
così immensamente 'Awesome' che non trovo adeguati corrispettivi
linguistici italiani per dirlo.
Io ve lo consiglio.
Smodatamente. Parliamo di un autore in possesso di una DeLorean e di
un Almanacco Sportivo. Se sapete di cosa parlo...