E dunque, buongiorno! Io
sono ancora lietamente in pigiama, giustamente satolla di cioccolato
e lietamente ricolma di libri da leggere. Mia madre mi ha regalato
L'ultimo lupo mannaro di Glen Duncan, appena uscito in
economica per la Isbn. Che adoro. Poi mi sono golosamente
presa Il lottatore di sumo che non
diventava grosso di Eric-Emmanuel
Schmitt della E/O.
Pensavo,
ultimamente, a quanto il fattore casa editrice sia diventato
importante per me nell'acquisto di un libro. Un po' perché so di
essere orrendamente pignola come editing e traduzione e so che certe
case editrici sono puntigliose quanto me, mentre altre sembra che
facciano correggere le bozze a un babbuino reduce da una bella serata
piena di oppio. Ma ancora più fondamentale, immagino dipenda dal
fatto che credo nel linguaggio dei soldi. Cioè, non fraintendetemi,
non credo nei soldi. Non li amo, non li idolatro, non li desidero.
Però so che sono l'unico linguaggio universalmente riconosciuto che
ci è stato fornito per comunicare con le aziende. Una casellina per
dire 'No, non mi piace quello che stai facendo' o 'Sì e intendo
sostenerti' che si risolve nell'acquisto o nel mancato acquisto di un
dato prodotto, in questo caso il libro. E ho notato infatti che sto
comprando quasi unicamente libri di case editrici indipendenti,
affidabili, rispettabili. MinimumFax,
MarcosyMarcos,
Isbn.
E qualche Neri Pozza,
che non è proprio indipendente, ma rispetta ampiamente tutti gli altri
criteri che ho elencato.
Sono
curiosa. Sono l'unica che mette il fattore casa editrice ai primi
posti, quando si tratta di comprare un libro? Poi non è che io non
prenda mai nessun Mondadori/Einaudi/etc, eh. Però è diverso. Storco
un po' la bocca, mentre vado alla cassa.
Che
altro? Oh, già, auguri di Buona Pasqua! Come l'avete passata? Io
ottimamente. Cioè, ho mangiato
come un maiale, che madre ha fatto le
lasagne col sugo di seitan. Buonissime. E poi le torte di verdura
delle zie. E i dolci. E le uova di cioccolato. Cristo, quanto
cioccolato. Ero così piena che appena arrivata dai nonni mi sono
addormentata. Come un vecchietto.
Oh,
e poi! Qui arriva la parte importante del post, che mi pento di non aver messo all'inizio...
L'altro
giorno sono stata in libreria, la solita. Il terzo luogo. Dai, lo
sapete di quale sto parlando. O no? Forse no. Anzi, a pensarci bene è
davvero narcisistico ed egocentrico pensare che si possano tenere a
mente tutto quanto è contenuto nei miei post o che si possano anche
soltanto leggere tutti. Ho bisogno di rileggere L'errore di Glover,
forse? Uhm.
Dicevo,
sono stata a Il terzo luogo. Con mio padre, che si è giustamente
innamorato del suddetto luogo. La suddetta libreria è un po' una
riserva di ossigeno. O una miniera d'oro. Anzi, a me l'oro non piace,
facciamo che è una miniera di libri. O di storie. Una grotta buia
piena di pipistrelli che raccontano favole, rimpallandosi la storia
gli uni agli altri.
… ma
perché divago sempre così? Non sto dicendo niente e ci sto mettendo
mezzora.
Dunque,
sono stata in questa libreria che adoro. Con questa libraia che adoro
ugualmente, perché... ecco, il fatto è che sento scorrere in lei lo
stesso amore per i libri che anima i miei arti. Quando vado lì resto
sempre mezzore a ciacolare di case editrici, libri, autori,
iniziative, presentazioni. E appunto, le iniziative.
Volevo
chiedere un paio di consigli, già che c'ero, anzi, già che c'è
questo blog.
Cosa
ne pensate dell'idea della libraia di creare un servizio di noleggio
libri? Cioè, visto che costano sempre di più e magari rischiano di
non piacere – e visto che la biblioteca locale, ecco, 'nsomma... -
che ne pensate? E a che prezzo? Fisso? Un canone mensile? O una
percentuale del prezzo del libro? Tra l'altro, in vista del servizio
noleggio libri, me ne sono stati dati tre da leggere, perché li
potessi recensire e vedere le mie recensioni esposte, per fare da
guida ai lettori che entrano in libreria. No, per dire. Libri. A me.
Da recensire.
Tra
l'altro due MinimumFax su tre, eh.
Occhi
miei malandati, fatevi spugne e dinosauri.
E
poi volevo anche chiedere qualche consiglio. Ora, se guardate lassù
in alto, troverete la pagina 'Cose
strane da fare', no? Ecco, lì ci
sono elencati alcuni propositi, più o meno tutti un po' assurdi e
imbarazzanti. Sono le cose che mi piacerebbe fare, prima o poi, un
po' per divertimento e un po' per avvicinare emeriti sconosciuti alla
lettura.
Negli
ultimi tempi ho ricominciato a pensarci molto. Interrompere le
tranquille e preimpostate giornate di tanti passanti, diventare
l'imprevisto che li confonderà per qualche ora. E dare un indirizzo,
sempre quello, che è leggere.
Lo
so che non sono molto chiara, ma non è facile spiegare esattamente
quello che ho in testa. Il fatto è che ho trovato in libreria un
'Ok'. Un 'Pensiamoci', a cui non posso non rispondere con serietà,
oltre che con entusiasmo.
Quindi.
Consigli? Preferenze? Io qualche ideuzza già ce l'ho, ma preferisco
darci ancora una ripassata prima di esporla. Nel frattempo...
suggerimenti? Pareri?
Oh,
comunque L'ultimo lupo
mannaro mi sta piacendo
un sacco. Non c'entra niente, ma mi piaceva ricreare un qualche
legame con l'inizio del post, prima di salutare.