Premetto che di cinema
non capisco assolutamente nulla. Né il gergo tecnico, né la sua
storia, né le sue leggende, le correnti, le influenze e quant'altro.
Se per quanto riguarda i libri posso dire di sentirmici ampiamente a
mio agio – non che sappia chissà che, però credo di avere gli
strumenti per 'capire', ecco – coi film è tutto un altro paio di
maniche. Perciò prendete molto con le pinze quello che sto per
scrivere e, se dovessi sparare una o due castronerie, ricordate che
vi avevo avvertiti.
Inizio col dire che di
rado guardo film che siano tratti dai libri. Quando qualcuno me ne
chiede il motivo rispondo che è perché preferisco prima leggere
l'originale, ma negli ultimi tempi mi sono accorta di una seconda
ragione un tantino più consistente. Il fatto è che, se un film è
tratto da un libro, è assai probabile che venga fuori una mezza
schifezza.
Negli ultimi giorni ho
riguardato un paio di Harry Potter e La città incantata.
Essendomi innamorata ancora una volta del capolavoro di Miyazaki,
sono corsa a recuperarmi il libro da cui è tratto, Il
meraviglioso paese oltre la nebbia di Sachiko Kashiwaba,
uno striminzito libricino edito dalla Kappa Edizioni nel 2003.
Si capisce subito che l'allegro Hayao dal libro non ha preso granché,
nemmeno il nome della protagonista. Così come in Il Castello
Errante di Howl ha reinterpretato tutta l'incredibile storia
scaturita dalla penna di Diana Wynne Jones, tolto e cambiato
personaggi, scavando per loro nuovi percorsi. Sono film meravigliosi,
che vi consiglio con tutto il cuore, se ancora non li avete visti.
E poi veniamo a Harry
Potter. Ora, io sono una Potter-head e lo sarò sempre. Ho visto
ogni film al cinema, perché comunque non è un richiamo che possa
essere ignorato... ma a conti fatti, non me ne è piaciuto nessuno.
Ho trovato a malapena passabile ogni singolo film di Harry Potter.
Posso dire perché, anche
se dopotutto ho ammesso di non capire nulla di cinema?
Ecco, credo che il
problema sia il tentativo di rendere il film come un mero riassunto
del libro. Voglio dire, non puoi. È impossibile striminzire
centinaia di pagine in un paio d'ore, il risultato è uno stentato
collage sfilacciato delle scene più importanti. Il cinema dovrebbe
seguire le regole del cinema, non tentare di riprodurre il libro.
Alla fine mi rendo conto che i film tratti dai libri che ho amato di
più sono proprio quelli che sono riusciti di più a discostarsi
dalle pagine.
Mi vengono in mente gli
Sherlock Holmes di Guy Ritchie, Coraline,
Ragazze Interrotte, Chocolat, Kick-Ass e V for Vendetta. Lo so che gli ultimi sono fumetti e non
libri, ma si tratta sempre di una conversione di mezzi o, come
direbbe il professore di semiotica dei media, 'traduzione
intersemiotica'. Certo che gli adoratori dell'opera scritta andranno
a vedere il film ed è probabile che rimarranno delusi nel vedere
incongruenze e modifiche, ma il film non appartiene soltanto a loro.
Se si pensa soltanto alla fedeltà all'opera originale, si rischia di
perdere tutto il resto.
Penso a Hunger Games.
Avendo letto il libro, ero dotata di un buona mappa per decifrare il
comportamento dei personaggi, i loro sentimenti e le loro
decisioni, mentre una mia amica, che invece era andata a vederlo
digiuna dell'opera originale, l'ha detestato. Non vedeva lo
sconvolgimento di Katniss o i suoi dubbi, il disperato orgoglio del Dodicesimo Distretto. Vedeva soltanto quello che aveva
davanti, un film che – se sia colpa sua o del regista non saprei
dirlo – non è riuscito minimamente a convincerla.
Forse uno dei film più
fedeli all'originale cartaceo e allo stesso tempo più riusciti da un
punto di vista cinematografico è Intervista col Vampiro. La
prima volta che l'ho visto, da ragazzina, mi ero irritata. 'Ma non è
andata così', mi lamentavo a braccia conserte. Però è un bel film.
E considerando il poco tempo disponibile per raccontare la
vicenda, la scelta di cosa escludere e cosa includere è stata
dopotutto ampiamente motivata.
Il tutto per dire... beh,
nulla di nuovo e niente di significativo. Soltanto che secondo me i
registi dovrebbero smettere di rincorrere l'assoluta aderenza
all'opera originale, perché è soltanto un ottimo modo per rendere
il film gradito ai super-fan e incomprensibile per tutti gli altri.
Ieri mi è venuta la mezza idea di iniziare una rubrica in cui
ciacolare dei vari libri tratti da film... direi che si vedrà.
Magari quando avrò finito di leggere Il meraviglioso paese oltre
la nebbia. O quando mi ricorderò a chi diamine avrò prestato Il
castello errante di Howl, sigh.
E dunque, che aggiungere
dopo questa lunga sfilza di banalità e riflessioni scotte?
Buona giornata. E buone
letture.