Avete
presente quella cosa che i lit-blogger seri fanno tutti gli anni, una
classifica ragionata delle migliori letture dell'anno morente? Ecco, stamattina mi è venuta voglia di stilarlo, un elenco del genere, anche se
ormai Natale è così vicino che probabilmente avrete tutti già
risolto coi regali – beati voi – ma magari dovete ancora decidere
che libro regalare a voi stessi, quindi...
Questo
mi è capitato tra le mani per puro caso, mentre sbirciavo in mezzo
al bookcrossing in biblioteca. Non avevo idea di che argomento
trattasse, ma mi era giunta l'eco di quanto fosse interessante,
quindi l'ho abbrancato immediatamente. E ho fatto bene. Una strana
setta vista dall'interno, anzi, una quattordicenne sperduta vista
dall'interno. O dall'inferno. O entrambe le cose.
Con
questa raccolta, Ayme ha aperto dentro di me uno spiraglio per
lasciare entrare i racconti. Piccole perle tra genio e assurdità,
scritte con una delicatezza divertita e grottesca. Surreale,
improbabile, curiosamente vicino.
Quanto
sono contenta di averlo scelto, al Salone del Libro. La collana
BigSur offre un sacco di perle, e non è stato facile dovermi dare un
limite di spesa. Un libro escludeva l'altro, ma erano così tanti...
forse per Umami la differenza l'ha fatta la copertina. Perché
guardatela, è una piccola meraviglia. Ma il bello di Umami non è la
grafica, quanto la storia, e il modo in cui è bizzarramente
costruita. E la dolcezza che pervade tutta la milpa, e il senso di
perdita appena tiepido che ti resta sulle mani.
Un
piccolo gioiello, una spilla che non punge quanto dovrebbe quando per
sbaglio te la appunti sulla pelle. Una bambina che vuole morire, una
dodicenne convinta di aver finito tutte le carte che aveva in mano,
di non avere più nulla da perdere né da vincere. Eppure è una
lettura così gradevole che non la si sente nemmeno stridere.
Le cose
che restano di Jenny Offill
Di
questo libro non ho scritto alcuna recensione; avrei voluto, e già
mi sbocciava in testa mentre lo leggevo, ma il tempo è stato tiranno
e alla fine ho accantonato ogni velleità di discuterne. Ma è un
romanzo meraviglioso, che merita la lettura. Al centro il rapporto
della protagonista con la madre, una bambina figlia di un'eterna
bambina. Dinamiche familiari che si scoprono claudicanti man mano che
ci si avvicina, scricchiolii che diventano boati. Eppure il rapporto
della piccola Grace con la madre continua a sembrarmi qualcosa di
meraviglioso.
Nessuno
scompare davvero di Catherine Lacey
Non
ho chiacchierato qui sul blog neanche di questa terribile meraviglia,
e me ne pento un sacco. L'ho pescato in biblioteca, l'ho divorato in
pochi giorni, ho ingiunto alla mia amicoinquilina di fare altrettanto
ottenendone in cambio grata soddisfazione.
Alla
protagonista, Elyria, ho voluto sinceramente bene. A lei e alla sua
confusione, al suo non sapere che fare della propria vita. Al suo
rendersene conto, al suo inciampare continuo in se stessa. Alla sua
fuga, alle domande che non smetterà mai di porsi sulla sorella
suicida. La maledizione di vivere con un uragano dentro.
Ebbene,
questi sono i libri che mi premeva di consigliare; non si tratta di
una classifica stilata partendo da criteri oggettivi, niente
riflessioni macchinose su elementi formali. Ho amato questi libri, e
tanto basta. Avrò avuto le mie ragioni. Se vi va, potete cercarle.
(in
alternativa, potete consigliarmi altro, che prevedo di farmi almeno
un paio di regali di Natale, quest'anno.)