Il sole dei soli di Karl Schroeder

Questo libro l'ho letto un po' di settimane fa, in uno di quei tremendi periodi in cui mi è dato a malapena di leggere e ancora meno di scrivere, che la necessità di studiare è totale e meschina. Ma via, è tempo che io mi rimetta in pari tra libri letti e recensioni scritte finché il tempo sta dalla mia parte.
Dunque, Il sole dei soli di Karl Schroeder, tradotto da Silvia Castoldi e Marco Passarello, seconda pubblicazione di Zona42. Casa editrice cui devo la scomparsa della mia allergia alla fantascienza. E interessante anche l'introduzione di Davide Mana, il cui blog, almeno per adesso, lo potete scartabellare qui.
In questo libro, Schroeder ci toglie da sotto i piedi il mondo che conosciamo. La nostra gravità, il suolo così sicuro sul quale abbiamo costruito le nostre vite, l'ovvietà di un sole che ci riscaldi. Virga non è così, non ha molto a che vedere col tipo di pianeta cui siamo abituati. È fatto di bolle d'aria, di soli artificiali – il più importante è Candesce – e città artificiali la cui gravità è ottenuta tramite il continuo movimento. E uno degli aspetti che ho particolarmente apprezzato nella costruzione di questo mondo è che Schroeder non manca di riportare le conseguenze fisiche dell'universo che ha creato. Non gli basta dire 'No, qui non c'è gravità', ti dice anche cosa succede alle persone cui la gravità manca, dei loro corpi alti e sottili, fragilissimi.
E c'è Hayden Griffith, un ragazzino che abita nella città artificiale di Aerie e che assiste alla sua distruzione. Accade nel primo capitolo, a poche pagine dall'inizio. Aerie è una città debole, dipendente dalla più grande Slipstream. La madre di Hayden sta costruendo un sole artificiale col quale potranno rendersi autonomi e cercare alleati per sottrarsi alla dominazione della città più grande, ma qualcuno deve aver parlato, perché arriva una flotta a distruggerli.
E passano gli anni, ritroviamo Hayden cresciuto e incontriamo gli altri personaggi.
C'è Verena Fanning, con il suo dolore cronico, fredda e calcolatrice, abile burattinaia del marito Chaison. C'è Chaison, che comandava la flotta di Slipstream che ha distrutto Aerie, e che Hayden intende uccidere.
C'è una missione da compiere, e per una fortuita – ma credibile – connessione di eventi, i nostri tre si ritrovano sulla stessa nave a solcare l'universo.
Della missione non posso dire granché, perché non si scopre subito. Bisogna cercare qualcosa, per un certo motivo. Ecco.
E sulla nave incontriamo anche Aubri Mahallan, macchinista, che viene da un mondo filosoficamente bislacco, e il giovane Martor, un ragazzino che Hayden prende in simpatia.
E poi altri mondi, e i pirati spaziali.
Ed è meglio che io non dica altro, che lo spoiler incombe.
Mi è piaciuta la storia, ho adorato il mondo che è stato costruito, e il modo in cui è stato presentato. Belli anche i personaggi, soprattutto Chaison e Venera. Lui coi suoi dubbi, lei che pare le scorra il cinismo nelle vene.
Attendo pazientemente il seguito – ma non penso di dover aspettare ancora a lungo, no?