Due parole su Hunger Games di Suzanne Collins


… ma non certo una recensione. Che senso avrebbe? È una serie che conosciamo tutti, il cui tema portante alla Battle Royal ci è stato instillato chiaramente da mesi di fotogrammi e citazioni. Perfino io, che di norma evito gli spoiler come fossero infetti, sapevo del 'Mi offro volontaria!' e di cosa questo comportasse. Fortunatamente sono riuscita a evitare tutto il resto, perciò la lettura di Hunger Games è stata per me una continua sorpresa, più o meno in tutto. Non avevo idea di chi sarebbe sopravvissuto, né di cosa sarebbe seguito ai giochi. E ne sono lieta, perché in questo modo ho potuto assaporare appieno la serie, come temo che tanti altri non abbiano fatto.
Ribadisco, non voglio parlare della trama. Però qualcosa lo devo pure dire, no? Considerando che la lettura è stata tanto intensa da impedirmi di fare qualsiasi cosa tranne leggere. Un breve intervallo ieri sera, per cenare brevemente con la mia coinqui-amica – gli occhi persi nell'Arena, mentre inghiottivo – e poi di nuovo a leggere fino a tardi, finchè gli occhi non bruciavano troppo per andare avanti. Era dai tempi di Harry Potter che non mi capitava una cosa così.
Certo, la storia non è priva di difetti. Soprattutto nei finali, che sembrano sempre un po' tirati via, troppo veloci. Scene cui avrei voluto poter assistere e che invece vengono segnalate giusto con qualche riga. Però cavolo, questo non toglie che sia stata una lettura intensa. Terribilmente intensa.
In realtà volevo scrivere questo piccolo e un po' inutile post perché non sono pochi quelli che confondono Hunger Games come una specie di Twilight senza vampiri. Che li affiancano quando si lamentano di una letteratura povera di contenuti, tutta lacrimucce e salamelecchi. E... e no. Proprio no. Questa serie è piena di rabbia, di rivolta, di sangue che brontola e brucia sotterraneo. Non posso dire che lo stile sia eccelso o che i personaggi siano tutti magistralmente costruiti o che la trama non abbia qualche squarcio qua e là. Però merita di essere letta comunque. La capacità di Katniss di inchiodarmi alle pagine è stata inaspettata e folgorante. E i suoi argomenti non si riducono ad una storia d'amore e qualche incerto combattimento. Ammetto però che, dopotutto, il trailer aveva confuso anche me, con tutti quei faccini puliti, le strade ordinate, non una goccia di sangue. Non so nel film, ma nel libro il sangue sgorga a fiotti. Il Forno. I bambini che muoiono di fame. I minatori.
Concludo con quanto mi ha portato a prendere in considerazione la lettura di Hunger Games. Mesi fa ero in aeroporto e attendevo trepidante l'arrivo di mia sorella. Che forse ha contribuito con la sua sola esistenza a farmi piangere, pensando a Katniss e Prim. Fosse capitato a noi, forse ci saremmo ammazzate nel tentativo di salvarci a vicenda. Comunque, ero in aeroporto e l'aspettavo. Quando ad un certo punto, la ragazza seduta di fronte a me comincia a piangere. Una ragazza inglese, di circa vent'anni, che singhiozza mentre legge Hunger Games. E, ancora più importante, mentre piange, non smette di leggere.
Quindi, beh, era un deciso invito alla lettura. Grazie, sconosciuta ragazza dell'aeroporto. Le tue lacrime non sono andate sprecate. E adesso posso tornare a vivere come un essere umano al di fuori di quelle pagine.