Nuovo post dedicato all'iniziativa #BlogNotes. Il
2018 è l'anno europeo del patrimonio culturale. Citando direttamente
dal sito, lo scopo “è
quello di incoraggiare il maggior numero di persone a scoprire e
lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell'Europa e
rafforzare il senso di appartenenza a un comune spazio europeo”.
L'Italia è
ricca, l'Europa è ricca, la minuscola cittadina distribuita in
villaggi sparsi sui monti è, a modo suo, ricchissima. Parlo di una
ricchezza latente, ipotetica, che potrebbe essere la stessa in tutte
le parti del mondo se solo ci fossero progettualità, impegno e
investimenti. Sono nata in una località di mare fortemente
turistica, eppure l'ho sempre vista sprecata. Masse di turisti sudati
che invadono Portovenere, le Cinque Terre. Ma poi ci sono le zone
nascoste, con le scogliere che si lanciano nel mare, ci sono gli
antichi villaggi di pescatori ancora abitati, con le loro strade
vuote e infuocate d'estate, ed è un attimo pensare a come
valorizzarli, a come implementare informazioni e trasporto, per fare
un modo che cotanto patrimonio venga conosciuto e goduto dai turisti.
(sì che
magari gli abitanti dei paesini non sarebbero neanche troppo
d'accordo, che ognuno è geloso delle sue strade e a vedere troppi
sandali calpestare le viuzze di pietra un po' rischia di venire
male).
Il
patrimonio non è soltanto una questione palpabile e architettonica.
Il patrimonio è una questione artistica, linguistica, letteraria.
Può essere in formato plastico, scritto, digitale. Anche una
filastrocca tramandata oralmente può considerarsi patrimonio, non
meno di un monile preistorico.
Copyright
e diritto d'autore sono concetti che si legano presto a quello
di “patrimonio”. I primi vanno a difendere la paternità di
un'opera e a limitare l'utilizzo della stessa come risorsa di
carattere economico e creativo. Decadono dopo un certo periodo di
tempo – 70 anni dalla morte dell'autore/artista – e da quel
momento l'opera può davvero dirsi di tutti, un patrimonio
collettivo.
Dicevo che
il patrimonio può presentarsi anche in forma digitale, e non sono
poche le banche dati che raggruppano quante più opere possibili –
audio, visive, letterarie o una commistione delle precedenti –
secondo parametri che possano facilitare al pubblico la ricerca delle
stesse.
Opera di Edmond Dulac, artista e illustratore i cui diritti di utilizzo sono scaduti. Enjoy. |
Partiamo
dall'ovvio, da Wikimedia, una collezione di file utilizzabili
da chiunque e alla cui raccolta può contribuire chiunque.
Ma ci sono
anche il sito Public Domain Review, Public Domain Archive,
l'archivio della British Library su Flickr, l'Open Content
Program.
Da un punto
di vista prettamente letterario, abbiamo le biblioteche online LiberLiber e il Progetto Gutenberg, cui è collegata la
Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. Cercare titoli
per poterli scaricare nella loro interezza è questione di pochi
minuti.
Il
patrimonio c'è, il patrimonio è tanto e bisogna imparare a
sfruttarlo come si conviene. C'è da dire che non mancano le
istituzioni che ce la mettono tutta per metterlo a nostra
disposizione, - vorrei sapere chi è quel pazzo a cui è venuta
l'idea di digitalizzare tutto 'sto mare di roba per permettere a
qualsiasi persona dotata di una connessione di avvalersene e farla
propria.
Qui i
link agli altri blogger partecipanti a Blog Notes, - andate a dare un'occhiata, su.