Un paio di novità, qualche link e cose noiosamente personali #2

Credo che ogni tanto inizierò a postare qui qualche lieto aggiornamento libro-editoriale, un po' come riempitivo e un po' perché talvolta ci sono argomenti che non avrebbe senso ripercorrere in un intero post. In teoria dovrei scrivere la recensione a L'ultima estate di Cesarina Vighy, ma preferisco lasciarlo macerare ancora un po'.
Dunque, vediamo.
  1. Continuo a pubblicare articoli su Penne Matte, di seguito quelli che preferisco.
  2. Ancora nessuna notizia della mia copia di Elysium, abbandonata per distrazione su un Flixbus il mese scorso. Temo che mi toccherà ricomprarlo.
    Ero a metà. E diamine se mi stava piacendo, accidenti.
  3. Quasi un mese fa M. N. Blackbeard ha pubblicato su Amazon Cacciatori di negromanti, raccolta di racconti dedicati a una stirpe di cacciatori nei pressi dei Monti Sibillini, nelle Marche. Com'è che lo segnalo? Intanto perché l'ho editato io – con una certa innegabile soddisfazione – e poi perché, voleste mai farci un pensierino, il ricavato delle vendite andrà alla ricostruzione nelle zone di Marche e Umbria colpite dai terremoti del 2016.
    (Sì, anche perché si tratta di una lettura interessante etc, ma avendo partecipato nel ruolo di editor, non è che posso mettermi a consigliarlo così, alla buona. Ma voglio parlarne, e nei prossimi giorni cercherò un modo per farlo come si conviene).
  4. A proposito di editing, sto continuando il corso Lindau per redattori editoriali e lo sto apprezzando da ogni punto di vista, soprattutto per la competenza dei docenti e per la disponibilità riscontrata alla minima richiesta. Sicuramente ne scriverò in modo più approfondito, ma se doveste avere delle domande, rispondo più che volentieri.
  5. Ho iniziato giusto stamattina a leggere Mash di Richard Hooker, edito da Sur.
    Io a Sur inizio a volere seriamente bene, voi?
  6. Prosegue, seppure con discreti intoppi, il mio impegno universitario. L'intoppo cui mi riferisco coincide col sommo imbarazzo che ti colpisce quando ti siedi innanzi a un professore convinta di sapere qualsiasi cosa si possa trovare nel programma dell'esame e poi scopri, alla prima domanda, che avevi un programma incompleto.
    Il disagio.
Adesso mi conviene sbrigarmi, che devo andare a studiare.
Ma prima, per vostra somma gioia, una foto di Kiki, nemica delle lettere e della cultura.