Ma che lettore sei?/Che lettore ti credi di essere? - Polemica sterile

Sto finendo di leggere Radio Libera Albemuth di Philip K. Dick. Per quanto possa suonare assurdo, è il primo libro di Dick che leggo, anche se non è esattamente il titolo che stavo cercando; in realtà mi ispirava parecchio Mr Lars, sognatore d'armi, che avevo adocchiato in libreria il giorno prima della spedizione in biblioteca, ma non trovandolo mi sono affidata al titolo che mi pareva promettere meglio. So che si tratta di romanzi abbastanza misconosciuti, rispetto agli uber-celebri capolavori di Dick, La svastica sul sole e Ma gli androidi sognano pecore elettrice?; invero preferisco approcciarmi agli scrittori più famosi partendo dai lati, dalle produzioni un po' meno osannate. Forse perché se non dovessero piacermi potrei poi riprovare dal capolavoro, che magari a non piacermi è stata l'opera meno riuscita, il necessario passo falso in una vasta produzione letteraria. Invece se a non piacermi fossero proprio i capolavori, ecco, lì che si può fare?
Dicevo che sto finendo Radio Libera Albemuth – e mi sta piacendo, pure se con qualche appunto da fare all'esimio Dick. Dicevo, soprattutto, che è il primo libro di Dick che leggo. E finora, quando dicevo di non aver mai letto Dick, capitava spesso quella reazione che se istintiva mi pare più che plausibile, ma che se protratta e ragionata mi fa fare un carpiato alle gonadi.
Com'è possibile che tu non abbia mai letto Autore-X?”
Che volendo la si può leggere in due modi; se la fantascienza fosse il mio genere di riferimento, sarebbe effettivamente una ben bislacca mancanza. Un po' come se non avessi mai letto Dracula, visto che sono una cultrice della letteratura vampirica – per quanto sia ben lungi dal definirmi un'esperta.
Solo che c'è pure l'altra lettura della domanda.
Che lettore sei, se non hai mai letto Autore-X?”, che trovo irritante oltre ogni dire.
Da lettori ci formiamo una lista piuttosto personale di autori imprescindibili; li peschiamo un po' da quelli che abbiamo amato, un po' da quelli più celebri e che ci sembrano tali per giusta ragione; certi ci sembrano tappe inevitabili di un sentiero, e che qualcuno decida di saltarle può anche fare strano. Per dire, pure io mi stupirei se un noto adoratore del fantasy ammettesse di non aver mai letto Tolkien, magari aggiungendo di non avere alcuna intenzione di recuperarlo. O se un amante dei classici inglesi non avesse mai aperto Cime tempestose, né L'amante di Lady Chatterley, o Orgoglio e Pregiudizio. Mi stupirebbe, perché credo che si tenda a voler conoscere sempre più a fondo ciò che si ama, e certi libri hanno influenzato così profondamente un data letteratura da fungere come vere e proprie chiavi di lettura. Questo non significa però che il lettore che sceglie di non leggerli sia “meno appassionato” o “meno lettore”. Per dire, io adoro il fantasy, ma la saga di Elric proprio non mi prende. Leggerla sarebbe come fondere insieme studio e lettura, e poiché per me la lettura è puro piacere e voglio che le cose rimangano così... no, grazie. Non sei tu, Moorcock. Sono io.
Sono arrovellamenti che tornano ad affacciarmisi alla mente con una certa regolarità, anche se finora ne ho sempre chiacchierato da tutt'altro punto di vista. Qui e qui confessavo le mie varie mancanze di lettrice, alcune recuperate nel frattempo, altre che permangono tuttora – alcune che certamente non verranno colmate. Ecco, non sto parlando ora della stessa cosa. Non mi riferisco al senso di inadeguatezza del lettore cui mancano alcuni titoli fondamentali. Parlo dell'Altro Lettore. Del Lettore Snob. Del Lettore che “Come fai a non avere ancora letto Autore-X?”, che continua con “Proprio tu che leggi tanto!” e prosegue enumerando capolavori.
È una cosa che non sopporto. È un'impressione che spero di non dare mai, quando chiedo a qualcuno se abbia già letto un dato libro, o se insisto perché lo faccia – che magari ne conosco i gusti abbastanza da sapere che sarà il suo prossimo libro preferito. Mi chiedo soprattutto se chi si pone in questo modo sia consapevole del livello di presunzione sottintesa dal rimprovero per la mancanza e di quanto sia assurdo ergersi a giudice del percorso letterario di una persona. Specie considerando che non esiste al mondo un solo lettore che possa vantare una biblioteca priva di falle, anche solo per una mera questione di tempo. Se si riesce a recuperare tutta la letteratura di un dato genere, sarà difficile trovare il tempo per leggere tutto ciò che di prezioso un'altra letteratura avrà da offrire. Mentre esaurisco la bibliografia di London, per dire, staranno uscendo gli ultimi libri di Franzen, di McEwan, di Coe. Non si può recuperare tutto. Non si può leggere tutto. Non esistono i lettori perfetti o le biblioteche complete. L'eternità non basterebbe.
Sarebbe bello, eh. Ma no.

Quindi davvero, 'sta sicumera lasciamola lì dov'è. O meglio ancora, smembriamola e diamo fuoco ai resti su una pira funebre preparata appositamente allo scopo.