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Nì. Non esattamente. Non nego la predilezione per certi editori, ma è una predilezione nata in conseguenza, o nell'aspettativa, dei libri pubblicati.
In parte sarà pure dipeso dal fatto che, in assenza del programma –
uscito soltanto due giorni fa, con un tempismo che levate – era ben
difficile ipotizzare quali autori andare ad ascoltare. E un po'
dipende dal fatto che... beh, il Salone per me è scoperta di
qualcosa di nuovo, di qualcosa che magari gigioneggiando per le
librerie della mia città rischierei di non incontrare mai. Non ho
niente – o meglio, non così tanto, e non certo indiscriminatamente
– contro i grandi editori le cui uscite affollano le librerie, un
buon libro è un buon libro a prescindere da chi lo pubblica, che sia
Astoria o Mondadori, Jo March o Feltrinelli.
Eppure,
ci sono editori che ti danno qualcosa in più. È una questione di
vicinanza, o più probabilmente di fiducia. Fiducia nel fatto che
quel libro sarà esattamente quello che promette di essere, che
l'impegno profuso nel migliorarlo sia stato il massimo spendibile, dalla revisione alla traduzione.
Fiducia, spesso, che nei cataloghi di certi editori si troveranno
libri che, per genere o dimenticanza, non si potranno trovare
altrove. Una questione di scoperta e di riscoperta. Che se non fosse
stato per la Jo March, col piffero che avremmo mai letto la Gaskell
in italiano, che se non fosse stato per il Sir Libraio della
Miskatonic di Reggio Emilia difficilmente avrei scoperto la Dunwich e il livello estremo del mio gradimento per lo steampunk. Figuriamoci quando mi sarebbe capitato di leggere
romanzi di fantascienza quali ne sta pubblicando la Zona 42, che è
riuscita a insegnarmi – nonostante lo scetticismo – che la
fantascienza non è solo astronavi e alieni tentacolati. E della Astoria, con M. C. Beaton e Georgette Heyer, ne vogliamo parlare?

E dunque, queste sono le motivazioni per il mio occhio di riguardo verso la figura dell'editore indipendente. Non
che io ci trovi assolutamente nulla di male o di giammai
condivisibile nel pensarla all'opposto, strafregandosene dell'editore, che il libro lo fa l'autore, o sperando in una maggiore competenza dei grandi per possanza di mezzi. Tutti i Lettori sono Lettori in modo diverso l'uno dall'altro, e va bene così.
Ordunque,
ora mi produrrò in una lista alfabeticamente corretta degli editori
che non vedo l'ora di visitare al Salone, e che vi consiglio di occhieggiare. Di alcuni ho già letto
qualcosa, di altri ho già letto tutto, certi mi sono ancora estranei
ma attendo di provarli su istinto o consiglio, alcuni sono già grandi e non ero nemmeno certa di infilarli nel post, altri sono ancora
editori mignon, certi non so neanche se saranno al Salone perché sul
sito non compare la dannatissima lista degli editori. E qui rinnovo i miei
complimentoni agli organizzatori. Intanto, consiglio occhiate plurime
a:
Astoria
- Caravan - CasaSirio - Codice - Del Vecchio - Dunwich - e/o - Gainsworth -
Gargoyle - Gorilla Sapiens - Iperborea - Jo March - L'Orma - LaNuovaFrontiera - LasVegas - Lindau - Marcos y Marcos - Minimum Fax - Multiplayer -
Nottetempo - Nutrimenti - Plesio - Spartaco - Sur - Tunuè - Zona 42
Accetto
più che gioiosamente consigli, anche perché sicuramente mi sarò
dimenticata di inserirne una buona metà .
Voi
chi progettate di andare a importunar... voglio dire, quali stand
pensate di visitare? E c'è qualcuno che attribuisce la mia stessa
importanza all'editore o sono un pelo fanatica?
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