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È
uno dei miei autori preferiti, lo dico senza dubbi. Gravita sul mio
personale Olimpo degli eletti insieme a Neil Gaiman. È un sentimento
diverso da quello che porto a Jane Austen, perché adoro lei e le sue
storie, ma non vorrei mai abitare i mondi che racconta. Non vorrei
mai vivere in Inghilterra tra '700 e '800, anche se può essere
divertente ricreare qualche situazione. Piuttosto passerei la vita
nella mente di Pratchett e di Gaiman, per poter assistere alla
nascita di ogni nuova idea brillante, vederla lottare per acquisire
una forma definita e utilizzabile, diventare luogo, personaggio,
regola dell'universo.
La
notizia della morte di Terry è stata un colpo pesante, e non credo
che riuscirò a guarirlo senza due-tre teglie di biscotti. Almeno. È
il mio modo di affrontare i problemi, fare i biscotti. Credo sia un
misto di profumo, consistenze e bei ricordi. Dovrò trovare qualcuno
cui rifilarli, perché questo è un colpo da tre impasti.
Ma
non mi sto neanche avvicinando al tema del post. Tentenno, e ne ho
ben donde.
È
brutto che un lutto sia sporcato dall'offesa. Ma Terry Pratchett è
un autore cui non è stata resa affatto giustizia, in Italia. I suoi
libri sono stati pubblicati a sprazzi, senza alcuna promozione, negli
ultimi tempi con copertine orrende, quasi di nascosto dai lettori.
Pubblicazioni discontinue, volumi ultimi di una saga spacciati per
romanzi singoli, e giustamente incomprensibili per chiunque non abbia
letto le puntate precedenti. Secoli di distanza gli uni dagli altri,
una decina di pagine mancanti in Streghe all'estero (le
ragioni sono ancora ignote), un'edizione piena di errori e sbavature
in All'anima della musica!. In ultimo, la mancanza di una
comunicazione degna alla morte dell'autore. La scomparsa di Pratchett
è stata trattata con un ritardo di ore sui profili facebook e
twitter della Salani, e in modo assolutamente insufficiente. Una foto
dell'autore, data di nascita, data di morte, citazione, fine. Nessuna
spiegazione, una lista di opere, una descrizione del genere, la
citazione dei premi e della perfezione che ha saputo raggiungere. È
strano incolpare un'intera casa editrice, però in questo caso non so
esattamente con chi prendermela. Con chi ne gestisce i social media o
con chi ha scelto di affidare questi strumenti importantissimi a
qualcuno che evidentemente non è in grado di gestirli?

In
realtà non ha molto senso prendersela per una cosa del genere, è
anche parecchio volgare additare l'altrui reazione – anche
quell'altrui si riferisce a un'impresa – alla morte di qualcuno.
Però è stata una reazione così scarna e insufficiente che mi è
sembrata la perfetta continuazione del rapporto che la Salani ha
deciso di intraprendere con Terry Pratchett. Uno degli scrittori più
famosi al mondo, in cima alle classifiche dell'universo, decine di
romanzi... sprecato. Così orrendamente sprecato. Ne avevo giÃ
chiacchierato nel lontano 2013, nel post Ma che vi ha fatto Terry Pratchett?, perché non
sono mai riuscita a trovare un senso al comportamento della Salani.
Che senso ha tenere i diritti per Pratchett, se poi non lo pubblichi,
o se lo pubblichi male? Sembra quasi un cosciente tentativo di
disaffezionare i fan di Pratchett.
E
mi rendo conto che io non mi sto comportando meglio. Terry Pratchett
era un genio e a due giorni dalla sua morte io sto dando addosso alla
sua casa editrice italiana, piuttosto che puntare l'attenzione sui
suoi libri, che pure per me hanno significato così tanto. E se penso
alla voce secondo cui stava scrivendo una continuazione alla serie di
Tiffany – che comunque qui è stata tranciata al terzo volume.
Grazie, Salani. - mi viene da piangere, e da evocare il Signor Porta
per chiedergli spiegazioni.
E
poiché non sto rendendo minimamente giustizia né all'uomo né allo
scrittore Terry Pratchett, mi riprometto di scrivere più avanti di
ciò che ha scritto. Sento quasi di averlo usato come pretesto per
parlare male della grande editoria nostrana. Eppure... non lo so.
Vorrei che la casa editrice cui i suoi lavori sono stati affidati lo
trattasse degnamente. Le sue opere, se non lui, se lo meritano. E se
lo meritano pure i lettori che lo adorano, e quelli che non l'hanno
ancora incontrato tra le sue pagine.
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