Caduta e ascesa di Reginald Perrin - David Nobbs

Beh, ben ritrovati. Sono in Italia. E Berlino mi manca. Mi manca mia sorella, mi manca la confusione dei semafori privi di arancione, quelle torte immense, lo spiazzamento che provi almeno due volte al giorno, quando qualcuno accanto a te inizia a parlare italiano e pensi che magari ti sei sbagliato, non sei affatto a Berlino ma a Pordenone.
Mi manca la gente che canta e suona la chitarra, che sorride, che chiacchiera sotto il sole nei parchi pienissimi. C'è una rilassatezza nell'aria che noi ce la sogniamo. Ma davvero. Com'è cambiata l'Italia, com'è cresciuta Berlino.
Ad ogni modo! Sono tornata ieri, dopo un viaggio in aereo tutto sommato non troppo traumatico. E fa freddo. Qui, in Italia, fa tanto più freddo che nel nord della Germania. Ciò mi destabilizza.
Dunque, Caduta e ascesa di Reginald Perrin di David Nobbs, tradotto – benissimo – da Clementina Liuzzi e Daniele Parisi, edito da Astoria nel 2011. È stato il mio primo acquisto al Salone, che la Astoria la fiuto da lontano e la trovo subito, senza neanche doverla cercare.
Questo libro tratta con una certa disinvolta leggerezza le tragicomiche vicende di Reginald (Reggie), che lavora in un'azienda che produce dessert di frutta. Ha da poco superato i quarant'anni, ha una moglie che ama ma con cui non riesce più ad avere un rapporto normale, la routine lo annoia. Ha due figli cresciuti, un aspirante-più-o-meno-qualche-volte attore e una sposata con due figli con un uomo mortalmente tedioso.
Reggie non lo cogli subito, un po' anche perché è lui stesso ad avere seri problemi d'identità, che sfoceranno in soluzioni pirandelliane a dir poco.
È questo tizio ordinario, inglese, che ha fatto dell'abitudine la propria gabbia e inizia a chiedersi come lo vedano gli altri e come sarebbe la sua vita se provasse a inserirvi dei nuovi elementi. Si passa dal lasciarsi sfuggire parole a caso durante i discorsi. Pastinaca, in primis. Comincia a spostarsi su quell'asse precisissimo che era la sua giornata, destabilizza volutamente, si chiede cosa succederebbe se, o cosa sarebbe successo in caso.
Sì, beh, è una crisi di mezz'età, credo. Ma molto british. Sapete, quell'umorismo inglese leggero e un po' amaro, un po' nostalgico. Detto così pare quasi un libro 'serio' o drammatico. Non lo è. Le vicende di Reggie sono divertenti, ma... beh, sono anche qualcos'altro.
Quindi sì, lo consiglio. Assai.
Devo dire che questa recensione è stata veramente un lampo. E dire che è la prima dopo un sacco di tempo... beh, alla prossima. Che giungerà in tempi brevi, si spera.

Cioè, lo spero io.