All I want for Christmas is... BOOKS! (classici e meno classici)

Buongiorno e buon-pre-Natale! Ormai questi post pieni di consigli tematici mi hanno galvanizzata. Penso a generi e sottogeneri. Peccato che ormai la sera della Vigilia sia troppo vicina per trovarli ancora utili. Ma tant'è, ormai ho iniziato.
Ora, parlando di questo post, premetto che non si tratta proprio del tema sul quale posso vantare un'adeguata preparazione, quindi preparatevi a un cumulo di terribili mancanze da parte mia. Però via, qualche qualcosina da dire ce l'ho. Certo, consigliare autrici come Jane Austen in un post dedicato ai classici è un po' come consigliare di mettere un piede avanti all'altro per camminare. Ma se penso a quanto ho tenacemente atteso prima di avvicinarmi non solo a zia Jane, ma ad un qualsiasi classico, mi viene anche da pensare che ogni tanto non sia poi così male ribadire l'ovvio.

Jane Austen.
Cara, cara Jane Austen. Ironica, realista, tagliente non come una lama ma come uno spillo. Romanzi il cui tema centrale sono i rapporti umani, specialmente d'amore, all'interno della nobiltà inglese. O almeno, è così che li leggo io. Si sorride con sarcasmo e si ride coi suoi personaggi. Umani, coi loro difetti e i loro pregi. Jane Austen è una scrittrice da amare e basta. Una lettura, tra l'altro, leggera e divertente, come mai mi sarei aspettata prima di avvicinarla. Ora, il mio libro preferito è Emma, ma sono in netta minoranza. L'inizio è un po' ostico, ma è forse quello in cui la protagonista muta di più andando avanti con la storia. Invece Mansfield Park è quello che ho amato di meno, forse per l'eccessivo moralismo della protagonista. Gli altri... beh, sono da adorare.
Tra l'altro è recentemente uscito per la Jo March Vecchi amici e nuovi amori di Sybil Grace Brinton, prima continuazione 'apocrifa' delle vicende dei personaggi Austeniani. E, come se non bastasse, per la stessa casa editrice è uscito anche Jane Austen, i luoghi e gli amici di Constance Hill. Due volumi su cui non vedo l'ora di mettere le mani. GRAUR.
(Volendo, avevo vagamente chiacchierato di Jane qui)

Le sorelle Bronte.
Cime tempestose di Emily, romanzo di un amore quasi maledetto, che a tratti vira sul lirico. Una storia disgraziata e dolorosa, una scrittura stupenda. Il mio primo classico, tra l'altro. Se non fosse stato Cime Tempestose, chissà quando avrei letto quelli che sono seguiti...
E poi Charlotte Bronte, la mia preferita. Jane Eyre è facile da reperire e Villette è uscito poche settimane fa per la Fazi. Ora, abbiatelo. Adoratelo. Divoratelo. Forse – dico forse perché sono entrambi libri che ho amato oltre ogni dire – l'ho perfino preferito al ben più celebre Jane Eyre. Oh, e qualche anno fa è uscito anche Il professore, anche se non l'ho gradito quanto i precedenti. Charlotte ha una prosa meno lirica, più 'pratica' e meno sognante. Personaggi femminili forti alle prese con difficoltà economiche, che devono lavorare per vivere. Storie più vere, ma... la smetto, non volete leggere i miei sdilinquimenti.
Anne Bronte, la terza sorella. La meno famosa e, ammetto quella il cui libro, Agnes Grey, ho gradito di meno. Una lettura piacevole, sì, ma... religiosamente moraleggiante. Tanto. In compenso il libro è uscito in un'edizione assai economica della Newton Compton, quindi perché no?

Middlemarch di George Eliot è un'incomparabile meraviglia e ne avevo parlato con sommo entusiasmo qui. Lo consiglio un sacco.

Ne ho parlato con inquietante assiduità. Lo so, me ne rendo conto. Ma Nord e Sud di Elizabeth Gaskell è un capolavoro. Mi ha ricordato moltissimo Charlotte Bronte, ma con più contesto sociale. Ma, beh, ne avevo diffusamente chiacchierato qui.

Non è un classico. Va bene. Lo so. Però questo è un post di consigli e io consiglio a tutti coloro che gradiscono i libri finora citati di procurarsi questo. Miss Charity di Marie-Aude Murail, ispirato alla vita dell'illustratrice Beatrix Potter. Un libro bellissimo, ne avevo chiacchierato qui.

Georgette Heyer. Non dico altro. Qui.

Mi ci è voluto tantissimo per decidermi a iniziare I tre moschettieri di Alexandre Dumas. Ero convinta che si trattasse di una storia pomposa, piena di nobili sentimenti, un sacco di storia e di abbellimenti, protagonisti seriosi e... e poi scopro che i moschettieri sono un gruppo di allegri minchioni. No, davvero. Una lettura allegrona. Non l'avrei mai detto, prima.

Stando sempre in territorio francese, Honorè de Balzac. Uno dei miei scrittori preferiti. Qui avevo chiacchierato della sua opera più famosa, Papà Goriot. Anche Le illusioni perdute è stupendo e parla di un ragazzo che vuole diventare scrittore e del suo scontro con la dura realtà parigina. Bellissimo anche Eugenie Grandet. Balzac è Balzac. Ci vuole.

La storia di una bottega di Amy Levy, la storia di quattro sorelle rimaste orfane che ricorda tanto Piccole donne, ma in una versione più adulta. L'ho adorato. Ne chiacchieravo qui.

Un matrimonio inglese di Frances Hodgson Burnett. Una lettura meravigliosa e inaspettatamente dura. Tra l'altro l'avevo preso usato, quasi per caso, soltanto perché volevo leggere qualcosa di quella casa editrice che mi era stata tanto consigliata. Non mi aspettavo il capolavoro. Ne parlavo qui.

Neanche questo è un classico, anzi. È uscito da pochi mesi. Le stanze buie di Francesca Diotallevi, di cui ho entusiasticamente chiacchierato qui. Dicevo, non è un classico, ma, così come Miss Charity, è un libro che può essere oltremodo gradito da chi ama i classici.

Ebbene, lista conclusa. Qui ho voluto elencare i classici che ho amato di più. Li consiglio tutti, smodatamente. Alcuni (Austen, Bronte, Heyer, Gaskell) sono più indicati per chi vuole una storia con un po' di romanticismo, certo la Heyer è particolarmente disimpegnata e I tre moschettieri fanno fare grasse risate. Per il resto... beh, come posso ribadire oltre quanto li ho adorati?


Buon periodo natalizio!