Piccoli scorci di libri, ovvero recensioni assai brevi e poco impegnative #22

Mi sto squagliando. Vivo reclusa in un perenne velo di sudore. Ho schifosamente caldo e perennemente sete. Ma via, smettiamola di lamentarci del clima. Mugngnamo giustamente sul dannatissimo esame di domani, per via del quale sto studiando sul libro peggio scritto di tutti i tempi, in cui l'autore si lancia in teorie prive di alcun fondamento logico per poi contraddirsi un paio di righe dopo. Cristo, che irritazione.
Ma bando alle – inutilissime – ciance, va'.

La scrittrice criminale – Marina Morpurgo – Astoria Edizioni, 2011

Questo libro l'ho adorato pagina dopo pagina, la lettura è filata spedita e allegra, un sorriso perennemente stampato sulle labbra. Non si può non provare almeno un po' di empatia per la protagonista, nonostante tutto, schiacciata un po' dalle richieste dell'editore, un po' dalle incalzanti domande dei vicini e degli amici sul 'prossimo libro', dalle recensioni in rete, dai genitori intellettuali... certo, quello che fa è sbagliato, però un po' la si capisce. E poi c'è questo piccolo spaccato di mondo editoriale, l'amico aspirante autore deluso che se la tira un sacco, l'editore che pensa solo al profitto... e boh, l'ho adorato. Breve ma intenso, una lettura che dura poco, perché è un libriccino davvero – sigh – breve, però veramente, ve lo consiglio un sacco.
ma se poi dico due parole sulla trama non è che vi faccio un torto, a pensarci bene.
Allora, c'è questa Scrittrice Potenziale che ha pubblicato una piccola raccolta di racconti per una casa editrice. In seguito a questa pubblicazione la casa editrice le ha già fatto avere un anticipo per il prossimo libro, che lei però proprio non riesce a scrivere. E si ritrova a doversi confrontare col foglio bianco, col suo colpevole candore, mentre chiunque la incroci per strada la tempesta di domande sulla storia. Teme le telefonate dai genitori, gli incontri coi vicini, i contatti con l'editore, al quale non ha avuto il coraggio di denunciare il suo blocco. Finché un giorno non si trova a spolverare la libreria e le capita in mano un volumone de I promessi sposi. E le viene una malsana idea, quella di ricopiarne la struttura, per farne la solida impalcatura del proprio romanzo.
E così via.
Consigliatissimo.

Regina Nera – Matteo Strukul – Edizioni E/O, 2013

Mi fa un po' male il cuore, ma qui dovrò muovere un po' di critiche. E la cosa mi dà parecchio fastidio, perché adoro sia Mila che la casa editrice, però d'altronde non è che posso fare 'le preferenze', no? … o sì? Magari il bello di avere un blog è anche quello.
Ad ogni modo, vediamo.
La storia è abbastanza semplice, per quanto le vicende di Mila e dei Cattivoni siano collegate ad uno scorcio di politica italiana. Gli intenti – ho apprezzato parecchio, mastro Strukul – di protesta contro il mai placato sessismo sono abbastanza evidenti nel Partito delle Donne e soprattutto nel fatto che qualcuno voglia metterlo a tacere, rapendo la figlia della candidata premier Laura Giozzet.
Poi c'è Mila che, entrata a far parte di una specie di milizia privata sovvenzionata da varie fonti, un po' governative e un po' no, viene ingaggiata da un tizio per trovare la figlia fuggita di casa. Si trova nel Trentino Alto Adige, tra neve e pub simil-tedeschi.
C'è appunto la ragazza fuggita di casa, Edith, una disgraziata plagiata da una banda di metallari-nibelunghi-medionazi-psicopatici e qualche stralcio della sua infanzia.
Ora, vediamo. Bellissimi i combattimenti, bella la descrizione della scena metal – oh, sul metallo divento pignola – storia interessantissima, mi piacciono i 'colleghi' di Mila che vengono introdotti.
Però c'è qualche però. Ad esempio, i ben tre refusi. Che non fosse la E/O forse non ci farei neanche troppo caso, però trovarli in un libro targato E/O un po' mi dà fastidio. È come prendersi un calcio da Babbo Natale.
E il fatto che molti dialoghi suonino stonati, troppo artificiosi. Niente di irrimediabile, ma proprio per questo, perché non rimediare?
Una scena alla fine che mi ha fatto molto storcere il naso. Troppo innaturale, troppo Beautiful secondo me. A una cosa del genere, mi spiace dirlo, però non mi viene da crederci.
Per il resto, che dire? Mi è piaciuto un sacco, certo, c'è Mila, ci sono i combattimenti, mi si citano a ripetizione Turisas e simili. Però credo che sia Strukul che l'editor avrebbero dovuto lavorarci un pochino di più, anche soltanto un paio di settimane, per accomodare quelle cose che non andavano. Mi irrita il fatto che questo libro non dia quanto avrebbe potuto dare, il potenziale è enorme ma non è stato sfruttato al massimo.