'Per principio o per tirchiaggine', ovvero 'Lamento Ligure'


Dicevo, l'altro giorno, che avrei gettato su questo blog un paio di riflessioni, raccattate perlopiù su altri blog e unite insieme in un unico post-calderone. Ammetto che, maledetta me, non sono più riuscita a trovare tutti gli articoli correlati a queste mie elucubrazioni, visto che da brava torda ho tralasciato di appuntarmi i link, che adesso sono persi nel vasto mare dell'Internet. Ma tant'è, andrò un po' a memoria e un po' con quei link che ricordo.
Come riportato in questo articolo, la Mondadori è in perdita. La CE più grande d'Italia, quella che ogni anno si contende (in modo più o meno pulito, ma non voglio entrare nel merito) il Premio Strega, un'antica e imponente certezza editoriale, è in crisi. -67% dall'anno scorso rispetto al periodo dello stesso anno. C'è crisi, lo so. E forse la Mondadori è in crisi anche per altri motivi, ma non stiamo a sottilizzare. È comunque una casa editrice enorme, coi diritti di autori importanti e lettissimi. Frattanto – non trovo più l'articolo ma vi giuro che l'avevo letto – la Newton Compton prospera e i suoi profitti salgono. La Newton Compton si contraddistingue, come probabilmente già saprete, per l'abbordabilità dei suoi prezzi. Al momento le librerie straripano di decine di prime edizioni accuratamente rilegate, complete di sovracopertina e graficamente ineccepibili, a 9 euro l'una. Tutte molto simili, tutte con una storia d'amore al centro, tutte con un'immagine di copertina graziosa e seducente, spesso con un titolo che richiama un'altra pubblicazione, che magari ha avuto successo. A vedere tutte quelle file di libri così simili tra loro mi viene da pensare che non farebbe alcuna differenza sceglierne uno o il suo vicino, eppure funziona. La Newton Compton, in tempi di crisi, è in attivo.
Ora, io non riesco neanche più a trovare l'articolo in cui si parlava di un vertiginoso aumento delle vendite (mi pare) durante la Settimana del Libro a Maggio. Vi ricordate? Titoli in promozione a bizzeffe. -15%, -20%, -25%. Una meraviglia. Io quest'articolo l'ho cercato, ma proprio non riesco a rintracciarlo. Ad ogni modo, le librerie aderenti alla promozione hanno visto le vendite salire del 57% circa.
L'altro giorno, attirata dalle mille promozioni in atto, mi sono recata gioiosamente in libreria. Tralasciando il fatto che quasi tutti i libri che volevo non rientravano nella promozione (sigh), mi sono avvicinata con occhi colmi di brama a 'Il prigioniero del cielo' di Zafòn. Poi ho guardato il prezzo. Ventuno euro. Ventuno. L'ho chiuso con stizza e l'ho rimesso a posto. Ho lanciato un'occhiata agli altri libri dello stesso autore che ancora non ho letto. In edizione economica, 13 euro. Mi sono spostata a sguardicchiare altrove e ho trovato con estremo stupore un libro di un'autrice abbastanza sconosciuta ma che mia madre adora, Ayn Rand, quella che ha scritto lo straziante ma meraviglioso 'Noi Vivi'. Mi sono detta 'Questo DEVO prenderlo a mia madre' e ho guardato il prezzo. Ventitre euro. 23. L'ho amaramente rimesso a posto e sono tornata a sospirare vicino ai libri in promozione.
Ma vi pare normale? Quando si parla di crisi nel mercato editoriale il prezzo viene nominato di rado. Si parla soprattutto di librerie che vengono inondate di titoli (Repubblica sostiene che, nonostante i saldi in negativo, sia tirature che pubblicazioni aumentano, queste ultime del 10%) e di scarsa qualità di una moltitudine di opere. Si parla di un persistente calo nel numero dei lettori, di come i libri abbiano appena il tempo di posarsi su uno scaffale prima di essere sloggiati per far posto ad altri libri, si denuncia un'invasione di mostruosità-best-seller che si appropriano di spazi eccessivi nelle limitate librerie.
Ma chi cavolo è che, in questi tempi malati di crisi, va a pagare tranquillamente più di 20 euro per un libro? Gli editori sono matti. Matti o peggio. Io mi riempirei la casa di libri, se potessi. Le mie risorse finanziarie andrebbero lì e soltanto lì. E non è solo per mancanza di possibilità, ma anche per principio, che io tutti 'sti soldi in un libro non ce li spendo. Perché è una politica editoriale cieca, malata, stupida. Sì, stupida. Non credo di essere l'unica ad aver lasciato un libro a prendere polvere su uno scaffale per il prezzo. E aggiungo che buona parte dei miei amici lettori si gettano ingordi nelle librerie dell'usato o sulle bancarelle piene di titoli a 3-4 euro. Quale assurda stregoneria ha convinto questi editori che siamo tutti pronti a pagare un prezzo tanto alto? I ricavi puntano da tutt'altra parte, eppure questi pazzi continuano ad alzare i prezzi. E che non mi vengano a parlare di spese di stampa, che con quelle tirature altissime il singolo libro verrà a costare almeno dieci volte meno del prezzo di vendita. E trovo ancora più assurdo che i libri per ragazzi o per bambini seguano lo stesso andazzo. Come fa un ragazzino di dieci-undici anni a permettersi un libro che costa così tanto?
Beh, io ve l'avevo detto che sarebbe stato un post pieno di lamentele e liguri mugugni. Ma cavolo, possibile che nessuno punti il dito su quei cavolo di 20 euro e passa?
Non ho aggiunto nulla di nuovo alla discussione e mi spiace di non essere stata in grado di ritrovare tutti gli articoli cui faccio cenno. Mi spiace di dovervi chiedere di credermi sulla fiducia.
Volevo dire due cose anche sulle librerie indipendenti e le grandi catene, ma queste altre lamentele me le tengo per un prossimo post.
A presto!