Buongiorno a tutti!
Quest'oggi ho deciso di lasciarmi dormire un po' più a lungo e
recarmi in biblioteca solo al pomeriggio. Questo caldo infernale mi
tiene sveglia la notte e, nonostante il ventilatore puntato, la
pressione bassa mi schiaccia come se la forza di gravità si fosse
quintuplicata. Ho deciso, grazie anche ai consigli di Nereia, che
tornerò a scrivere qui della mia esperienza in biblioteca. Forse
avrete notato che dopo pochi giorni ho smesso di parlarne. Come mai?
Perché, una volta che l'entusiasmo iniziale si è spento, hanno
cominciato ad emergere dal liquame della routine tanti di quegli
orrori che mi sentirei quasi in colpa a descrivere. Senza contare
che, beh, questo è un blog pubblico, se le colleghe venissero a
leggerci... ma siamo realisti, la possibilità che le colleghe
arrivino fin qui sono infinitesimali e io ho bisogno di uno sfogo
prima di sbottare ringhiando in faccia alle bibliotecarie più
disinteressate che io abbia mai visto. Negli ultimi tempi mi è molto
difficile mantenere un'espressione normale e i miei sorrisi
tranquilli si stanno ormai sfaldando, rischiando di svelare il ghigno
assetato di sangue che sta dietro l'impalcatura. Sono una persona
asasi calma e paziente, di solito, ma c'è una cosa che non so fare.
Ed è tenermi dentro le cose. Se ho un problema con qualcuno, ho
bisogno di discuterne. Ma in questo caso, ovviamente, non posso.
Quindi ne parlerò qui, che magari pure voi vi fate due risate sulla
mia ira.
Comunque per oggi mi limito a
riportarvi un simpatico meme che ho trovato su Bulimia Letteraria,
che a sua volta l'ha ripescato da Fiumi di Parole. Si tratta di
specificare un libro per ognuno dei Dieci Diritti del Lettore stilati
dal caro Danel Pennac. Posso io esimermi?
Il diritto di non
leggere.
In questo caso, sarebbe
troppo semplice per me elencare tutte le schifezze
emo-finto-dark-vampiroformi di cui sono lieta di privarmi. Perciò, in
uno scatto di sincerità, ammetto che non sono mai riuscita a leggere
nulla di Svevo o Pirandello. Studiati fino alla nausea alle
superiori, il fascino divelto dalle loro storie durante le
spiegazioni.
Che non erano brutte
spiegazioni, anzi. Però cacchio, mi hai svelato tutto dall'inizio
alla fine, come faccio ora a leggerlo?
Attendo il giorno in cui
mi chiameranno per una bella lettura, ma fino ad allora mi limito a
guardarli da lontano con un sospiro.
Il diritto di saltare
le pagine.
L'ultimo libro che ho
finito, 'La sposa e la vendetta' di Jacqueline Carey. Ogni due pagine
di azione, quattro pagine di ripetutissime, ovvie riflessioni del
protagonista. Eccheccosè.
Il diritto di non
finire un libro.
È facile che io abbandoni
un libro. Molto facile. Se una lettura non mi soddisfa, la abbandono
e basta. Credo che l'abbandono che ha sancito con più forza questo
mio diritto sia 'Guida galattica per autostoppisti'. Perché è un
libro che i miei amici idolatrano, di cui ho adorato il film e che
oggettivamente mi sarebbe piaciuto gradire. Perché è davvero un bel libro,
solo che non è 'mio'.
Ma leggere qualcosa solo
per quello che rappresenta non mi si confà.
Il diritto di
rileggere.
Ah, beh! 'La figlia della
Luna' di Margaret Mahy, 'Strega come me' di Giusi Quarenghi, tutta la
saga di Harry Potter...
Il diritto di leggere
qualsiasi cosa.
Oh, volete che ve lo dico?
Twilight. E seguiti. Ero alle superiori, stavo uscendo dal periodo
thriller-noir che mi aveva provocato un'insonnia spaventosa (passavo
le nottate a controllare che le finestre fossero chiuse, che il gas
fosse spento, mi aggiravo come uno zombie per casa, un sonno
terribile ma gli occhi spalancati...) e avevo bisogno di letture
leggere e piacevoli.
Volete che lo ammetto?
All'epoca mi era piaciuto! Oh! Eccheccacchio.
… fa molto coming-out.
… l'ultimo però era
pessimo. Ma pessimo forte. V'invito a leggerlo allo scopo di deriderlo.
Il diritto al
bovarismo.
Oh beh!
'Il maestro e Margherita'
di Bulgakov, 'Il Castello Errante di Howl' di Diana Wynne Jones, la
trilogia di Bartimeus di Jonathan Stroud, ancora la saga di Harry
Potter, 'Vevi' di Erica Lillegg, la parte pre-porno della saga di
Anita Blake di Laurell K. Hamilton, le Cronache dei Vampiri di Anne
Rice, le varie meraviglie di Terry Pratchett e di Neil Gaiman...
… pensandoci bene, forse
è proprio quando non mi sento catapultata altrove che cesso di
leggere un libro. Uhm.
Il diritto di leggere
ovunque.
Nella vasca, sui treni,
alla fermata del tram, in qualsiasi angolo io trovi...
Direi 'Harry Potter e
l'Ordine della Fenice'.
L'aveva preso un'amica e
io, essendo senza soldi, avevo atteso a lungo che lo finisse per
potermelo prestare. Quel giorno mi sono comportata come l'ospite più
maleducato del mondo.
L'ho letto pure a tavola.
In casa sua.
Sono stata alzata tutta la
notte per leggerlo. Davvero.
Infatti sono riuscita a
finirlo in meno di ventiquattro ore. Meno male, perché all'epoca
vigeva questa regola, nella mia testa:
''Finché non hai finito
Harry Potter, tutto il resto dovrà attendere. Scuola compresa''.
Saltavo pure quella, per
finirlo.
La cosa curiosa è che mi
venisse permesso.
Mamma ti voglio bene.
Il diritto di
spizzicare.
Tutti quelli del
bovarismo.
Il diritto di leggere a
voce alta.
Non mi piace molto questo
diritto. Se leggo a voce alta mi si spezza tutto l'incantesimo.
Gli unici libri che
ascolto leggere a voce alta sono gli Harmony brutti che alcuni amici
e io acquistiamo ultra-scontati col solo scopo di dileggiarli.
Sì, siamo brutte persone.
Ma fanno riderissimo, dai!
Il diritto di tacere.
Preferisco, sì. Ecco, se
magari tacesse anche il mondo intorno sarebbe meglio, ma uno non è
che può pretendere...
Forse i libri di
Jane Austen.
Non so perché, ma mi
vengono in mente i suoi, Orgoglio e Pregiudizio in primis. Forse
perché la sua scrittura è così delicata che il minimo rumore
potrebbe disturbarla.
E con questo, vi auguro
una giornata soddisfacente mentre vado a rifocillarmi con un po' di
vitamine/sali minerali, visto che la testa gira in modo
incontrollabile. Voglio un temporale, cribbio!
A presto :)