La prima trilogia di Kushiel - Jacqueline Carey


Come annunciato diverse volte, quest'oggi mi decido finalmente a parlarvi di Jacqueline Carey e della versione alternativa di questo mondo che ha saputo magistralmente creare. La prima trilogia, composta da 'Il Dardo e la Rosa' (2001), 'La Prescelta e l'Erede' (2002) e 'La Maschera e le Tenebre' (2003), tutti editi da Editrice Nord, ci narra delle vicende di Phèdre, dall'infanzia fino all'età adulta.
L'ambientazione ha fin da subito qualcosa di familiare, ma solo dopo un po' diventa chiaro che si tratta di una rivisitazione dell'Europa e soprattutto della Francia, pensata come se fosse stata fondata dagli Angeli, discesi dal Paradiso per affiancare il Beato Elua, concepito con le lacrime di Yeoshua (o Gesù, Jesus, il Cristo Redentore etc) e della Magdalena. Terre d'Ange (secondo la cartina geografica a inizio libro, corrispondente alla Francia) è popolata dai lontani discendenti dell'unione tra questi angeli e i mortali. Tralasciando l'originalità dell'idea, la ricostruzione storica è perfetta e assolutamente credibile. Un universo parallelo, un fantasioso 'come se' scaturito dalla nascita di Elua, disconosciuto da Adonai (ovvero il Dio Padre) ma che ha saputo sorridere al mondo, facendosi raggiungere da dodici angeli, portando avanti un unico precetto, 'Ama a tuo piacimento'. Specifico tutto questo perché trovo che l'ambientazione sia interessantissima e ottimamente congegnata, ma in realtà è un affresco che viene svelato poco a poco, con grazia, senza che la lettura venga appesantita da decine di pagine di spiegazioni religiose. Anzi, è divertente vedere quello che la Carey ha saputo inventare, viene da sorridere pensando 'Ah, Jacqueline, astutaccia!'.
Insomma, la protagonista è Phèdre. Una bambina nata in una delle Dodici Case della Corte della Notte, ovvero i lussuosi 'bordelli' di Città di Elua, capitale di Terre d'Ange. Scrivo 'bordelli' tra virgolette perché in Terre d'Ange la prostituzione non è affatto malvista come da noi. Lì è un mestiere rispettato, a volte invidiato, strettamente connesso con la religione, per via dell'unico precetto di Elua. Phèdre è nata da una serva di Naamah (un angelo femmina che si narra avesse venduto il proprio corpo per mantenere Elua) in Casa Gelsomino e, sfortunatamente, ha una piccola macchia rossastra in un occhio. Cosa che, secondo i canoni di Casa Gelsomino, la rende imperfetta e inadatta al servizio. Eppure è lì che lei studia e si impegna, finchè un giorno non verrà a scoprire che quella macchia è il 'Dardo di Kushiel', un marchio che la identifica come prescelta di uno dei dodici angeli e come... beh, come masochista.
In questa serie il sesso svolge una parte molto importante. Dopotutto, la protagonista è una prostituta ed è 'condannata' dalla nascita a provare piacere nel dolore, bollandola come vittima assoluta, immagine di cui lei stessa si servirà spesso per raggiungere i propri scopi. Eppure, nonostante certe scene siano molto esplicite, non c'è volgarità né pornografia. Lo stile è raffinato, un po' d'altri tempi e Phèdre ci narra in prima persona delle sue avventure con sagacia e grazia. Anche la politica, soprattutto la politica, ha un forte peso in questa serie. Phèdre viene adottata da Anafiel Delaunay, un uomo sorridente, gentile e misterioso, che intende addestrarla per diventare niente meno che una spia. Ha le sue ragioni, Anafiel, e col tempo ci verranno svelate. Poco a poco.
È una trilogia con molto sangue, molte battaglie, molte perdite e intrighi a non finire. Una saga spietata, combattuta. L'ho adorata e divorata e non cesserò mai di consigliarla.
Poi arriva la serie successiva. E quella... beh, quella pare scritta da un'altra persona. Ma non potendo neanche dire il nome del protagonista – sarebbe uno spoiler tremendo – mi ritiro nel più assoluto silenzio e mi rifiuto d'andare avanti. Sappiate che la prima trilogia merita immensamente e basta.
E con questo, andrò a piazzarmi davanti al ventilatore e a pregare per un po' di pioggia, che questo caldo mi sta disossando l'anima. A presto :)