Si avvicina il Natale e io, se mi si permette, mi ci fiondo con gioia. Pensate quello che volete, datemi della consumista, della facilona, della spendacciona, della superficiale... ma io adoro il Natale. Tanto per cominciare, le luci. Lucine colorate e decorazioni ovunque. Si cammina sotto fasci di stelle intermittenti. Musichette allegre che ti seguono per i negozi e per le strade. Per non parlare dei dolci! La cannella, la cioccolata calda, il panettone, il pandoro... zucchero a velo come piovesse. E, non ultimi, i regali. Io adoro i regali. Adoro FARE i regali. Cercarli, rifletterci, arrovellarmici. Certo, poi bisogna anche spenderci. E di norma, i soldi che ricevo ogni anno dai parenti vanno a coprire le spese dei regali. Ma mi piace farli! Sei lì che cerchi, scruti, vaghi, ti arrovelli, ti chiedi se il regalo piacerà e ti immagini che faccia farà chi lo riceve mentre lo scarta. Il crepitio della carta da regalo che viene stracciata, gettata sul pavimento e poi calpestata distrattamente, come un manto di foglie secche d'autunno.
Amo il Natale.
Ma non volevo parlare solo del Natale. Più che altro tutta questa manfrina è una vaga introduzione per presentare il tema che mi è venuto in mente quest'oggi, mentre facevo il bagno – tanto per rimanere in tema natalizio, con lo shampoo alla cannella.
I libri regalati. Ci sono quelli riuscitissimi, che quando li scarti sospiri di sollievo e non devi sforzarti per ringraziare. L'anno scorso, a Natale, mio padre mi ha regalato Pane e Tempesta di Stefano Benni. Qualche anno fa, per il mio compleanno, un'amica mi ha spalancato le porte del bizzarro universo di Walter Moers regalandomi 'L'Accalappiastreghe'. Quando ero in prima media mi è stato regalato, per il mio compleanno, 'Harry Potter e la Pietra Filosofale' ed è stata, forse, la prima volta che mi sono assentata da scuola solo ed esclusivamente per poter finire di leggere un libro. E ancora, non ricordo chi mi abbia regalato 'Vevi' di Erica Lillegg quando ero piccola, ma a questa persona va tutta la mia gratitudine, perché mi ha regalato un coloratissimo sogno su carta.
Poi, però, ci sono gli altri libri. Quelli che, quando li scartiamo, ci fanno afflosciare le spalle e cascare la mascella, intorbidire lo sguardo e raggrinzire l'anima. Dura solo un attimo, poi ci mettiamo la maschera sorridente che è buona educazione indossare quando ci vengono fatti dei regali di cui avremmo potuto – voluto – fare a meno e ringraziamo, con le lacrime che ci riempiono il cuore al pensiero dello spreco di danaro che sono stati quei libri malnati e tutti gli altri modi in cui avresti preferito fossero impiegati quei soldi. Produzione di supposte per manichini, ad esempio. Rivestimento interni dei bossoli. Fondo tinta per stampanti. E via enumerando cavolate.
Ecco, nel mio caso sono stati sicuramente:
- Al primo posto, Tre metri sopra il cielo. Quinta superiore. All'epoca mi trovavo in un periodo insonne e paranoide in cui non leggevo che noir e thriller. Ora, la colpa sarà stata anche della commessa che ha malconsigliato mia madre, ma se nella lista – per ogni ricorrenza che prevede lo scambio di regali compongo delle accurate liste per evitare appunto regali indesiderati – si trovano Ellroy, Rendell e 'Il Dizionario dei serial-killer', non mi si prenda quello che al massimo, a giudicare da titolo e copertina potrebbe essere un romanzetto sentimentale. A mia madre lo rinfaccio ancora oggi, povera cara.
- Secondo posto, 'Cinquanta domande da fare a Dio', dal nonno ultra-cattolico. Non ricordo quanto avessi all'epoca, se fossi alle elementari o già alle medie, ma ero già abbastanza cresciuta da considerare quel libro una grande delusione.
- Il terzo mi è stato regalato quando ero alle medie, immagino l'età giusta per letture di questo genere. Il fatto è che io, all'epoca, divoravo quel 'un po' di tutto' che trovavo in casa – e tra mio padre, mia madre e mia sorella, avevo davvero tanto tra cui scegliere e sguazzare – e mi ero già abituata ad argomenti un poco meno, ecco, superficiali? Tralasciando il fatto che un libro del genere, che vorrebbe insegnare a giovanissime donne ad accettare i difetti del maschio come biologicamente determinati e quindi a subire col sorriso sulle labbra, mi avrebbe fatto rabbrividire anche alle elementari. Il libro in questione, regalatomi per il mio compleanno da un'amica a 11-12 anni, è 'Ragazze, non facciamoci illusioni: i maschi vengono da un altro pianeta'. Anche allora, ovviamente, sorriso, 'tante grazie' e un brontolio di cuore.
Devo dire che la mia non è una lista lunga. Ci sono un paio di ripetizioni e qualche volume di cui avrei potuto fare a meno, ma che tutto sommato non mi è dispiaciuto leggere. Finora mi è andata ancora bene. Spero di non avere infastidito il karma con questo post, non vorrei trovarmi l'ultima opera di Vespa sotto l'albero, questa Vigilia.
E voi? Sono curiosa di leggere delle altrui delusioni e farmi due – sadiche – risate.
... Dio, sono così piena di Natale che potrei esplodere in un'apoteosi di campanelle e festoni dorati xD