Dunque,
Sinistri. Dei Tersite Rossi. Edizioni E/O, 2012,
collana Sabotage. Tra
l'altro io ignoravo che i Tersite Rossi fossero in due finché non mi
è stato svelato su Fb, infatti trovavo il nome un cicinin bizzarro.
Questa
'recensione' temo sarà un po' breve, perché è davvero difficile
parlarne senza rivelare troppo della trama. Basterebbe accennare alla
natura del sentimento che m'ha presa una volta finita la lettura per
svelarvi tutta l'impalcatura su cui si regge il libro. Effettivamente
parlarne è un po' come camminare sulle uova. Il mio tentativo sarà
di aggirarle.
Allora,
trattasi di un fantapolitico ambientato in Italia, che giustamente
quale paese migliore in cui ambientare un fantapolitico dittatoriale?
Ohohoh! … questa recensione si collega un sacco a un post che
scriverò a breve su blog e politica. Ma andiamo avanti, va'.
Iniziamo
con degli articoli di giornale dei nostri tempi, stralci di notizie
sulle elezioni. Il successo del Movimento Antieroico contrapposto al
pari successo del Partito della Felicità. La scomparsa della
sinistra, la morte di Berlusconi. Ora, qui i Tersite Rossi si sono
rivelati profetici per tanti motivi, speriamo c'azzecchino ancora un
po'.
… sono
una brutta persona, va bene? Però secondo me dopotutto è meglio
darsi alle becere lamentele. Fungono egregiamente da sfogo. Il
momento in cui smetterò di sfogarmi in questo modo, allora sì che
ci sarà da preoccuparsi.
Andiamo
avanti, che qui sto veramente allontanandomi dalle uova a passo di
marcia.
A
forza di stralci di giornale e di passato, arriviamo al 2023. Un 2023
che vede avverato il sogno dittatoriale-capitalistico del mercato,
dell'apparenza, della forza, della superficialità. Un futuro che fa
persino più orrore di questo presente. Un futuro senza libri, un
futuro di coprifuoco alle 21, di giornali così totalmente
assoggettati da non cercare nemmeno di nasconderlo. Un futuro in cui
Vittorio Mannoni (che io non riesco a immaginare se non con le
sembianze di Montezemolo, non so perché) è a capo del Partito della
Felicità, unico e adorato reggente dell'Italia.
La
polizia statale ridimensionata, messa da parte da violente agenzie di
sicurezza private, la proposta di una legge che renda finalmente
illegale la contrapposizione politica e di pensiero, i campi di
rieducazione, il razionamento delle risorse energetiche. Non sono
elementi che vengono spiegati in un ridondante e noioso infodump, ma
fattori che spuntano nel corso della narrazione e arricchiscono il
peso plumbeo e inquietante dell'ambientazione.
Ci
sono diversi fili narrativi che s'intersecano. Il primo, quello di un
poliziotto deluso e recalcitante che si avvicina al dissenso. Il
secondo, quello del capo della polizia che riceve un misterioso
pacco. Anna, dissidente, figlia di un membro minore del Partito della
Felicità.
E
poi, quasi più importante, il pacco ricevuto dal capo della polizia,
che contiene una serie di racconti collegati in qualche modo al
Movimento Antieroico, di cui già ci è stata narrata la distruzione
avvenuta anni prima. Il capo della polizia resta a leggerli di notte,
nel proprio ufficio e a fare collegamenti coi membri della Banda dei
Nove, rea di aver fondato il Movimento Antieroico. Catturati e
scomparsi anni prima, eppure...
Eppure
io di qui in poi non dico più nulla sulla trama. Anzi, mi sa che ho
detto fin troppo.
Devo
però aggiungere che ho adorato i singoli racconti. Il che di per sé
è abbastanza raro, perché non sono una grande fruitrice di
racconti. Però questi mi sono piaciuti. I collegamenti che il capo
della polizia riesce a fare con il Movimento Antieroico sono flebili,
non intralciano la semplice e pura narrazione. Se si tralascia tutto
il resto, sono belle storie e basta.
Mi
sento di fare solo un appunto sul mio disaccordo col finale. Per me
il cerchio era perfetto. Non dico altro.
Stile
scarno da noir, inquietante, nero. Nero sul serio. Lo consiglio un
sacco.