Salone, Instagram, fumetti e facezie

Ordunque, che avviene? Avviene ad esempio che domani inizi il Salone del Libro, che io non abbia stilato nemmanco una mezza lista degli acquisti né degli incontri cui intendo partecipare. Sicuramente sarò a questo, perché è troppo ghiotto, probabilmente sarò alla festa di giovedì sera organizzata tra gli altri dagli editori di Casa Sirio. Il resto è vuoto.
Mi scuso moltissimo con coloro che mi avevano chiesto di farmi un saluto: nei sarei lietissima, solo che sono orrendamente disorganizzata. Domani pomeriggio sono al Salone, contattatemi su facebook o su twitter, se vi va.

Qualche giorno fa chiacchieravo con un'amica di quelle strette strette; eravamo in giro per Torino, mi stavo vantando dei lividi di guerra procuratimi a scherma e siamo passate non so come a parlare del blog. Mi ha chiesto perché non mi facessi Instagram e le ho spiegato che, voglio dire, mi ci vedeva a fare foto graziose, esposte decentemente, bilanciate e gradevoli delle mie letture? No, proprio no. “Potresti creare il tag #letturedisordinate, però.” Ha detto qualcosa del genere. Stamattina ho creato il mio profilo su Instagram. Se volete foto orrende, aggiungetemi qui.

La settimana scorsa raccontavo qui dell'incontro al Circolo dei Lettori con Terry Moore e dell'immensa gentilezza che sia lui che Mr Bao hanno dimostrato. Qualche giorno fa è giunto un pacco – ne sono giunti altri due per le due amiche che erano con me quella sera – colmo di fumetti, con un disegno di Terry Moore raffigurante i miei due personaggi preferiti di Strangers in Paradise, Casey e Tambi.
Sono abituata a ricevere copie dagli editori, ma è sempre stata una questione di “A te interessa il libro, a noi interessa che tu ne parli sul tuo blog, perché no?”, non un regalo vero e proprio fatto semplicemente per gentilezza. Sono un po' commossa, al punto che non sono ancora riuscita a scrivere una mail di ringraziamento.
(Peraltro Patience di Daniel Clowes è bellissimo.)



Che altro? L'avvicinarsi del Salone mi mette addosso una grande aspettativa e una discreta ansia. Così tanti libri, così tanti autori, così tanti editori. Lì in mezzo mi perdo, e sarebbe anche un bel posto per perdersi, se non fosse che la sensazione di smarrimento mi impedisce di sfruttare decentemente il tempo con persone che, dopotutto, vedo solo in occasione del Salone.