Oggi
è l'ultimo dell'anno, e saggiamente eviterò di chiedere qui quali
siano i vostri programmi, poiché sento che si accompagna a “Ma
allora la laurea?” e a “Cos'è quel bozzo?” come una delle
domande più stressanti che si possano porre. Spero però che le
bancarelle di libri usati qui dietro siano aperte anche oggi, che non
mi dispiacerebbe farci un salto.
Dunque,
Gli anni della leggerezza, primo volume della Saga dei Cazalet di
Elizabeth Jane Howard, edito da Fazi nella traduzione di Manuela
Francescon.
L'avevo
chiesto per il mio compleanno, e per la mia gioia l'ho avuto.
Tuttavia avevo così tanti libri da leggere – a ben vedere li ho
ancora – che l'ho iniziato soltanto una settimana fa, finendolo sul
treno per Torino l'altro ieri. E, beh. L'ho adorato. Ma proprio
tanto. Sarà che ho una particolare e inguaribile affinità con le
saghe sulle famiglie inglesi, che mi interessa il periodo storico in
cui il romanzo è ambientato, sul finire degli anni '30. Sarà che mi
piace quando ci sono tanti personaggi ma riesci a tenerli tutti a
mente perché ognuno ha un suo personalissimo perché, e a ognuno è
accordato uno spazio dignitoso. Non so, potrei arrovellarmici ancora
un po', ma il succo è che mi è piaciuto moltissimo. Se l'avessi
letto per tempo, sarebbe sicuramente comparso tra i miei consigli
natalizi qui, in un post di consigli natalizi che per evitare ridondanze segnalo pure come classifica
delle letture migliori dell'anno.
Vediamo,
la trama. Intanto la narrazione copre circa due anni, il 1937 e il
1938. O meglio, copre le settimane che i Cazalet trascorrono tutti
insieme durante l'estate nelle proprietà del Generale e della
Duchessa, i ricchi capostipite. Ci sono i loro tre figli, Edward,
Hugh e Rupert, con le rispettive mogli, Villie, Sybill e Zoe. E poi
ci sono i rispettivi figli, che è impossibile elencare senza
diventare matti. Poi c'è la figlia nubile del Generale e della
Duchessa, Rachel, che ha creato un istituto per orfani. E un paio di
cameriere, e le tate, la sorella Villie coi suoi figli, il marito
Raymond... ci sono tanti personaggi e ognuno porta avanti la sua
storia singolarmente, ma amalgamandola con quella degli altri. Ci
sono persone splendide come Rachel o Hugh e personaggi che sotto la
patina lucente iniziano a rivelarsi come orrende, ma in maniera così
poco manifesta, se non agli occhi di singoli personaggi, che il loro
orrore rimane un inquietante sottofondo.
Gli
anni della leggerezza racconta la famiglia Cazalet. La grande,
prospera e unita famiglia. E per quanto io abbia – evidentemente –
amato questo libro, mi ha lasciato l'impressione che sia soltanto un
preambolo. Che le aspirazioni di Nora e di Louise non avranno più
posto nei prossimi capitoli, perché arriverà la guerra a
stravolgere tutto. E mi chiedo cosa ne sarà dell'animo pacifico di
Christopher, che decisione prenderà Rupert. È il piacevolissimo
capitolo introduttivo di una saga in procinto di gonfiarsi
gradualmente sulla tragedia. Questo, almeno, è quello che mi
aspetto.
La
narrazione è in terza persona, e lo stile è scorrevole e lineare,
bello ma non pregno né stucchevole. È una scrittura esatta. Non
netta, ma precisa. I capitoli si avvicendano dando spazio prima ad
alcuni personaggi, poi agli altri. I punti di vista si incrociano e
si contraddicono, specie quando qualcuno cerca di indovinare i
desideri di un altro.
Sarebbe
ridondante rimarcare quanto ho gradito questo libro. Ovvio che lo
consiglio. Ancora più ovvio che io non veda l'ora di leggere i
seguiti.