Sir Terence David John Pratchett (e la Salani.)

Terry Pratchett. Cristo, Terry Pratchett. Sir Terence David John Pratchett. Quell'autore meraviglioso, mai abbastanza prolifico, che ha lasciato orde di lettori piangenti un paio di giorni fa. Quel genio che ci ha regalato il Mondo Disco, quel tipo col cappello strano cui va il record di scrittore più rubato nelle biblioteche inglesi. Il fiero proprietario di un cervello meraviglioso cui pochi anni fa è stata diagnosticata una forma rara e aggressiva di Alzheimer precoce.
È uno dei miei autori preferiti, lo dico senza dubbi. Gravita sul mio personale Olimpo degli eletti insieme a Neil Gaiman. È un sentimento diverso da quello che porto a Jane Austen, perché adoro lei e le sue storie, ma non vorrei mai abitare i mondi che racconta. Non vorrei mai vivere in Inghilterra tra '700 e '800, anche se può essere divertente ricreare qualche situazione. Piuttosto passerei la vita nella mente di Pratchett e di Gaiman, per poter assistere alla nascita di ogni nuova idea brillante, vederla lottare per acquisire una forma definita e utilizzabile, diventare luogo, personaggio, regola dell'universo.
La notizia della morte di Terry è stata un colpo pesante, e non credo che riuscirò a guarirlo senza due-tre teglie di biscotti. Almeno. È il mio modo di affrontare i problemi, fare i biscotti. Credo sia un misto di profumo, consistenze e bei ricordi. Dovrò trovare qualcuno cui rifilarli, perché questo è un colpo da tre impasti.
Ma non mi sto neanche avvicinando al tema del post. Tentenno, e ne ho ben donde.
È brutto che un lutto sia sporcato dall'offesa. Ma Terry Pratchett è un autore cui non è stata resa affatto giustizia, in Italia. I suoi libri sono stati pubblicati a sprazzi, senza alcuna promozione, negli ultimi tempi con copertine orrende, quasi di nascosto dai lettori.
Pubblicazioni discontinue, volumi ultimi di una saga spacciati per romanzi singoli, e giustamente incomprensibili per chiunque non abbia letto le puntate precedenti. Secoli di distanza gli uni dagli altri, una decina di pagine mancanti in Streghe all'estero (le ragioni sono ancora ignote), un'edizione piena di errori e sbavature in All'anima della musica!. In ultimo, la mancanza di una comunicazione degna alla morte dell'autore. La scomparsa di Pratchett è stata trattata con un ritardo di ore sui profili facebook e twitter della Salani, e in modo assolutamente insufficiente. Una foto dell'autore, data di nascita, data di morte, citazione, fine. Nessuna spiegazione, una lista di opere, una descrizione del genere, la citazione dei premi e della perfezione che ha saputo raggiungere. È strano incolpare un'intera casa editrice, però in questo caso non so esattamente con chi prendermela. Con chi ne gestisce i social media o con chi ha scelto di affidare questi strumenti importantissimi a qualcuno che evidentemente non è in grado di gestirli?
In realtà non ha molto senso prendersela per una cosa del genere, è anche parecchio volgare additare l'altrui reazione – anche quell'altrui si riferisce a un'impresa – alla morte di qualcuno. Però è stata una reazione così scarna e insufficiente che mi è sembrata la perfetta continuazione del rapporto che la Salani ha deciso di intraprendere con Terry Pratchett. Uno degli scrittori più famosi al mondo, in cima alle classifiche dell'universo, decine di romanzi... sprecato. Così orrendamente sprecato. Ne avevo già chiacchierato nel lontano 2013, nel post Ma che vi ha fatto Terry Pratchett?, perché non sono mai riuscita a trovare un senso al comportamento della Salani. Che senso ha tenere i diritti per Pratchett, se poi non lo pubblichi, o se lo pubblichi male? Sembra quasi un cosciente tentativo di disaffezionare i fan di Pratchett.
E mi rendo conto che io non mi sto comportando meglio. Terry Pratchett era un genio e a due giorni dalla sua morte io sto dando addosso alla sua casa editrice italiana, piuttosto che puntare l'attenzione sui suoi libri, che pure per me hanno significato così tanto. E se penso alla voce secondo cui stava scrivendo una continuazione alla serie di Tiffany – che comunque qui è stata tranciata al terzo volume. Grazie, Salani. - mi viene da piangere, e da evocare il Signor Porta per chiedergli spiegazioni.
E poiché non sto rendendo minimamente giustizia né all'uomo né allo scrittore Terry Pratchett, mi riprometto di scrivere più avanti di ciò che ha scritto. Sento quasi di averlo usato come pretesto per parlare male della grande editoria nostrana. Eppure... non lo so. Vorrei che la casa editrice cui i suoi lavori sono stati affidati lo trattasse degnamente. Le sue opere, se non lui, se lo meritano. E se lo meritano pure i lettori che lo adorano, e quelli che non l'hanno ancora incontrato tra le sue pagine.