La strada di Cormac McCarthy - Gruppo di Lettura della Vergogna

Trovo che sia stato immensamente utile, il tema di questo gruppo di lettura scratch-made, e spero che ce ne saranno altri simili. Si tentava, su facebook, di trovare un autore comune che nessuno di noi avesse ancora letto. Malamud, DeLillo, Faulkner, McEwan. Poi c'era chi aveva letto uno ma non quello che aveva letto l'altro e via così, e alla fine è diventato il gruppo di lettura “Shame on me perché finora non ho mai letto nulla di questo autore” (posso vantarmi di aver inventato la dicitura?) o, più calzante e italico, gruppo di lettura “della vergogna”. McCarthy era da anni nel limbo della mia lista di lettura, e ci è voluto questo gdl per sbalzarlo fuori. Finalmente.
Dunque, La strada di Cormac McCarthy, tradotto da Martina Testa e edito da Einaudi nel 2007.
Forse non dovrei iniziare a parlare di questo libro con l'impressione che mi ha lasciato, però lo devo proprio dire che è bellissimo. Che è stata una lettura serrata, che quel giorno, tra la fine di L'amica geniale e La strada non ho mai smesso di leggere, che a notte inoltrata mi bruciavano gli occhi ma non riuscivo a posare il libro sul comodino. E dire che un tempo lo avevo iniziato per chiuderlo a pagina 3. Vergogna, immensa vergogna su di me.
Dunque, ci sono l'uomo e il bambino. Padre e figlioletto di, quanti anni, sette? Viaggiano da soli, si nascondono, frugano nelle case abbandonate in cerca di vestiti e cibo. Non trovano molto, il mondo civile è già stato saccheggiato di quello che poteva offrire. Gli alberi non hanno frutti da dare, cadono con tonfi terrificanti, cadaveri svuotati e rinsecchiti. È l'Apocalisse, sopraggiunto probabilmente dopo ripetuti attacchi nucleari. I sopravvissuti non sono molti, e sono assai meno quelli cui si può comparire davanti senza incorrere in morte certa. Gruppi armati di cannibali, folli affamati.
L'uomo e il bambino arrancano verso sud, alla ricerca di un clima più mite. Fa freddo, i vestiti sono consumati, non riescono a ripararli dal vento. Il padre tossisce di notte, il bambino è ancora un bambino e a volte i cadaveri che incontrano gli rimangono negli occhi.
Questo libro è il racconto angosciante del loro viaggio verso sud. Non sto a specificare cosa rappresenti il bambino per l'uomo, perché è ovvio di per sé, così come non sto a cianciare su come ci si incrini, col tempo, quando si è immersi in un ambiente tanto minaccioso. Soprattutto, è il racconto di quell'ambiente grigio e bruciato.
Tra parentesi McCarthy, come diversi autori, ha scelto di omettere i trattini nei dialoghi. E io... non è che condanno o giudico la scelta, ci mancherebbe, è un libro stupendo, i dialoghi sono chiari lo stesso. Però non riesco a chiedermi che abbiano mai fatto i trattini di così malvagio perché gli autori iniziassero a boicottarli.
E dopo quest'idiozia, vi invito caldamente a leggere il libro di cui sopra. Perché è stupendo. Magnifico e terribile. Punto.
E buon anno.