Negli
ultimi giorni il mio tempo è stato inglobato dalla preparazione per
il Lucca Comics e poi dal Lucca Comics stesso. Sono tornata a casa
ieri notte, dopo un viaggio travagliato – e orrendamente allungato
per la miseria della segnaletica in zona Liguria. Che noi si
risparmia pure su quella, si direbbe – e solo da poche ore ho di
nuovo la possibilità di utilizzare un computer con relativa
connessione. Questi lussi che noi ultimi baluardi dei telefonini
scacioni non possiamo neanche immaginarci, una volta usciti di casa
con la nostra mattonella coi tasti.
Dunque,
c'era una volta il gruppo di lettura Scratch-made, organizzato da
Scratchbook. C'era anche una scadenza per la pubblicazione
della recensione, più o meno una settimana fa. Chiedo venia. Chiedo
mille volte venia.
La
scelta dell'opera per il suddetto gruppo di lettura tra l'altro mi è
stata oltremodo ostica, perché era richiesto che si trattasse di un
libro qualsiasi, va bene, ma scritto da un autore italiano sotto i 50
anni. Tra autori di età ignota – che ribadisco, avessi internet
sul telefonino sarebbe un attimo chiedere aiuto a Wiki, ma. - e autori di
52-53 anni appena compiuti mi ci è voluto un po' per trovare il
libro giusto. Meno male che mi è piaciuto.
Le
rockstar non sono morte di Valerio Piperata, edito dalla
E/O pochi mesi fa. Tra l'altro Piperata è giovane davvero,
come scrittore, ha un anno meno di me in un paese in cui a 40 anni sei
ancora enfant prodige.
C'è
Davide, giovanissimo, ancora alle superiori, voce narrante che sogna
di suonare in una band rock. Sogna il successo dei Queen, dei
Beatles, inizia a studiare la batteria per affetto verso Ringo. Mi
pare pure che lo definisca il meno amato dei Beatles – o forse era
un altro a dirlo e mi sto confondendo? Mah! – e su questo dissento. Ringo è Ringo, non si può non
adorare Ringo. È il Beatle universale.
Dicevo,
Davide vorrebbe suonare in una band. E dopo un tentativo miseramente
fallito, imbocca la strada giusta col suo migliore amico. Sono due
sfigatelli, però Davide ha l'ostinazione e Tommy la voce e la
poesia. Trovano due disadattati – molto più disadattati – con
cui suonare e le cose iniziano a cigolare. Dico cigolare perché la
trama si mette in moto, ma la loro carriera musicale stenta, come è
giusto che sia.
È
un libro divertente, un po' un The Committments (Roddy Doyle)
de'noartri, coi manager fuffa, le case discografiche fuffa, i piano
bar estremamente fuffa. Il panorama in cui è ambientato è dipinto
come poco più che mucillagine, ma è comunque rappresentato più
roseo di quanto non sia realmente. Non è perfetto, perché tra i
personaggi-macchietta fatti apposta per essere macchiette (che
funzionano assai, tipo Pannocchia e Nick) ce ne sono certi che non
dovrebbero esserlo. Arianna, un po' sostegno morale e un po' fan, l'ho trovata poco più che funzione.
Ma
rimane un bel libro, che consiglio soprattutto agli appassionati di
buona musica. Attendo nuove opere di Piperata, che questo è un gran
bell'esordio.