Le cose cambiano. Dicono.

Beh, buongiorno.
Le cose cambiano è il titolo del libro che ho letto in questi ultimi giorni. Seppure nel mio entusiastico ottimismo, mi verrebbe da aggiungere 'con esasperante lentezza'. Però cambiano, credo. Dicono.
Le cose cambiano è l'italica versione di It gets better, ripresa dalla casa editrice ISBN e dal Corriere della Sera. Si tratta di un progetto iniziato da questo tizio, Dan Savage, quando è venuto a sapere dell'ennesimo adolescente che si è suicidato in quanto gay. Cioè, che è stato spinto al suicidio in quanto gay, che non è che uno si ammazza quando realizza le proprie pulsioni, ma perché le proprie pulsioni sono bollate come scherzo della natura o laica eresia da espiantare. Adolescenti che muoiono perché, dopotutto, il mondo è ancora popolato da un numero soverchiante di imbecilli.
E dunque, c'è questo Dan Savage sconvolto dalla morte di un ragazzo che inizia a pensare a quando tanti anni prima era toccato a lui, confrontarsi con l'omofobia del mondo intorno, che quando la scuola è il tuo piccolo universo è veramente un'esperienza atroce. Però Dan è sopravvissuto al bullismo omofobico ed è contento di averlo fatto, perché dopo quegli anni tremendi le cose sono effettivamente cambiate, il mondo attorno a lui si è allargato e ha avuto la possibilità di essere una persona felice. Ed è quello che vorrebbe dire a tutti i giovani che accarezzano l'idea di farla finita, che la loro vita non si esaurisce negli squallidi anni del liceo, che devono tenere duro perché chissà cosa potrebbe succedere loro di meraviglioso, nel 'dopo'. E Dan, insieme al compagno Terry e all'amica Kelly, ha aperto un sito chiamato It gets better, in cui hanno caricato un video in cui parlava delle proprie esperienze ed esortava i giovani a stringere i denti, a cercare aiuto, a confidarsi. Poco dopo, sul sito è stato caricato un altro video, e poi altri ancora, superando quel traguardo di 100 video che si erano dati all'inizio. Perfino Obama ha caricato un video. E poi Dan e gli altri hanno deciso di pubblicare questo libro, i cui proventi sono interamente devoluti all'associazione Girls and Boys, promotrice del progetto.
In questo libro sono raccolte decine di esperienze raccontate da persone diverse, di ogni orientamento sessuale. Scrittori (Sedaris, Cunningham, Siti...) politici (Obama, Cameron, Clinton, Concia...) e personaggi dello spettacolo. Sparano fuori lo stesso messaggio di speranza, anche se alcune delle loro esperienze, santoddio.
Che poi, in questo post, vorrei metterci un po' del mio. Mi sembrerebbe strano non farlo, anche se da anni ho rinunciato a capire quale sia la mia sessualità, o se ne abbia poi una. Come facciano gli altri ad essere così certi di quello che vogliono e non vogliono, per me rimane davvero un mistero.
E dunque, non so, l'omofobia è una di quelle cose che proprio non riesco a concepire. Poi parlo bene io, in famiglia non è mai stato un tabù. Non ricordo un momento in cui non sapessi che il migliore amico di mio padre era gay, né di aver mai provato il minimo disagio nel trattare di questi argomenti. David Bowie, Freddy Mercury e Brian Molko erano gay, quindi boh, c'era da stare a discuterne? Quando in terza elementare ho detto a mia madre che forse mi piaceva la mia compagna di banco non ha nemmeno alzato lo sguardo dal piatto, mi ha detto solo di non stare in piedi sulla panca. Ho capito che al mondo l'omofobia esisteva sul serio quando la mia migliore amica dell'epoca ha reagito alla mia credo-cotta scrivendomi in un bigliettino che non mi avrebbe più parlato. Che andava bene un'amica yakuza (Sì, lo so. Lo so. Ma oh, ognuno ha le sue aspirazioni. Terza elementare. Capitemi.) ma lesbica proprio no. Fino ad allora mi sembrava una cosa così impossibile, che qualcuno potesse essere davvero disturbato dai gusti di un altro. Che potesse fregargliene qualcosa mi risultava assurdo. È stata una scoperta strana, come quando ho capito che, se Forza Italia vinceva le elezioni, SANTODDIO, c'era qualcuno che lo votava. E dire che nasciamo tutti con lo stesso numero di neuroni.
Quindi, mah. Non so quanto ci mettano le cose a cambiare. Sicuramente troppo. Specie quando, dopo che hai appena posato Le cose cambiano sul comodino e ti sei messa al computer, trovi la notizia di una nuova aggressione a Vladimir Luxuria e i commenti 'se l'è cercata'.
C'è gente scema. Tanta. Troppa. L'orrenda maggioranza, secondo il mio modesto parere. Come si fa a essere tanto imbecilli da pensare una cosa del genere ed essere comunque in grado di allacciarsi le scarpe? Misteri.
Però questo libro è gonfio di speranza, e merita di essere letto. Soprattutto se l'argomento vi mette a disagio, assolutamente se sospettate di un amico o di un conoscente che si tiene dentro qualcosa ma non sa come dirlo.
Se proprio dovessi chiudere il post con uno slancio di ottimismo, troverei giusto una cosa bella da dire. Cioè che, per quanto si possa essere socialmente imbarazzanti e bislacchi e confusi o sessualmente originali, degli amici si trovano sempre. Sempre. Che magari non cambierà il mondo intorno, però migliora il modo di viverci, e soprattutto l'immagine che uno ha di sè. Che non è poco.
(Poi io nel mio intimo posso anche pensare che le cose cambieranno quando all'Arci Gay si doteranno di spranghe chiodate, ma questo è solo un suggerimento. Metodo Leonard Pine. In terza elementare volevo diventare un boss della yakuza, si cambia fino a un certo punto.)



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