Lamentele dal sapore vagamente vittimista e imminente partenza


Miei fidati seguaci, ammetto che nell'ultima settimana ho un po' latitato. Per due ragioni, che sono la mancanza di tempo – Lucca s'appropinqua e la preparazione è d'obbligo – e il fatto che mi sono incagliata su un paio di letture. La versione di Barney, che mi è stato regalato per il compleanno e Calendar Girl, che ho preso in biblioteca. Complice l'ansia per Lucca – non volete sapere, credetemi – sono diversi giorni che leggo veramente poco, qualcosa come dieci pagine al giorno. O forse l'ansia non dipende dall'avvicinarsi di Lucca, ma dal fatto che ho poco tempo per leggere, chissà... ad ogni modo, mi si prospettano ore e ore di treno, quindi è impossibile che io non riesca a portarmi un po' avanti con le letture. Oddio, a pensarci bene le letture si bloccheranno definitivamente quando mi troverò a Lucca...
Beh, ad ogni modo, questo post è un po' così. Un po' tanto inutile, se proprio vogliamo etichettarlo. Approfitto della sua brevità per confessare un peccato di cui mi sono macchiata negli ultimi giorni, che a parlarne nella 'vita al di fuori del blog' mi viene dato della psicopatica. Qualche giorno fa una mia amica ha commentato un post qui sul blog. In tono allegramente minchione, come al solito. Eppure non mi sono sentita di lasciarlo lì, quel commento, ho dovuto cancellarlo. M'infastidiva pensarlo lì, a testimoniare la mia identità di 'Erica' e a usurpare quella di Leggivendola. Non so, è come se Erica e Leggivendola fossero due entità distinte e separate. E non mi va che vengano confuse.
Ho un po' pensato a questa cosa in questi giorni. Voglio dire, al perché un commento innocuo e scherzoso mi abbia dato tanto fastidio da doverlo rimuovere, cosa che faccio soltanto in caso di commenti pro-EAP. E allora ho pensato al quanto mi ha portato ad aprire il blog e che cosa abbia significato per me poter finalmente parlare e discutere liberamente di libri con gente ugualmente competente e soprattutto ugualmente interessata all'argomento. Il fatto è che Erica è un'allegra demente, si comporta come tale e conseguentemente viene vista come tale. Si addormenta quando cerca di guardare film impegnati, importuna i gatti, fa battute terribili e scoppia a ridere a caso. Come si fa a prendere sul serio una così? Però Leggivendola è diversa. È come se avessi estrapolato tutto ciò che mi sta a cuore, tutta la mia serietà e il mio impegno per farle confluire in un'unica entità virtuale. Leggivendola è quella che mette a bollire l'acqua della tisana e attende il fischio della teiera con un libro in mano. Quella che si arrovella mentre passeggia e discute animatamente, facendo del suo meglio per tenersi informata sul magico mondo dell'editoria. Tra lei e Erica la differenza è enorme.
Forse questo piccolo blog è diventato tanto importante per me perché è l'unico posto in cui sento che la mia opinione ha un valore. Che quello che ho da dire conta qualcosa. E quando mi trovo qui, non mi va che mi venga ricordato che al di fuori sono ancora l'Allegra Demente.
Ad ogni modo! Il treno parte tra poche ore e io sono ancora in pigiama. Col letto sfatto. Con i piatti da lavare, la cassetta dei gatti da pulire e i bagagli da fare. Quindi vi saluto, ci sentiamo dopo Lucca :)