Di Chocolat e del suo imminente seguito, Il Giardino delle Pesche e delle Rose


E così, miei affezionati seguaci, torno a parlarvi di Chocolat, la celebre opera che mi ha fatto scoprire Joanne Harris e di cui già vi ho narrato approfonditamente qui. Lasciate che vi spieghi perché è per come, poi arriverò al nocciolo della questione.
C'è questa iniziativa dannatamente carina, promossa dalla casa editrice Garzanti che, in occasione dell'uscita a Novembre de Il giardino delle pesche e delle rose, seguito di Chocolat, si propone di chiedere ai blogger fan della Harris di scrivere, sulle loro pagine, come vorrebbero che continuasse la storia di Vianne e di Anouk. Nella mail era specificato che avremmo potuto dare sfogo alla nostra fantasia, inventandoci luoghi o personaggi e io ero in fibrillazione. C'è un racconto già pronto, dentro la mia testa, perfettamente organizzato sia cronologicamente che come stile. E mi sarebbe piaciuto condividerlo con voi, questo racconto, che prevedeva fantasmi e cioccolato, ceneri e sospiri, ma ahimé, il tempo mi è tiranno. Colpa mia, ovviamente, della mia sospettosità tendente alla paranoia. Quando mi sono trovata una mail con mittente Garzanti, l'ho spedita dritta nella posta indesiderata senza pensarci troppo. 'Cosa può volere l'esimia Garzanti da me, che non sono che un granello di polvere sperso nei meandri più sconosciuti delle lande internettofile?', mi sono detta. Convinta che celasse chissà quale minaccioso virus e che fosse stata spedita da un malefico e misterioso cracker, il cui nefasto programma era in grado di scandagliare, grazie ad un complicatissimo algoritmo, i gusti e gli interessi delle ignare vittime, non sono stata a pensarci molto.
Poi, mentre bloggherellavo in giro per la rete, sono capitata sulla pagina di una ragazza che aveva deciso di aderire all'iniziativa e... beh, ho collegato le due cose. Ma questo è stato soltanto un paio di giorni fa e non ho abbastanza tempo per sviluppare con la dovuta cura il racconto che mi è sbocciato in testa. L'avevo già iniziato in un rozzo quanto disperato tentativo, ma le idee scorrono e le parole non si contano e non riuscirei mai a finirlo in tempo senza darvi in pasto un ammasso cacofonico e confusionario di volti e refusi. E ho troppo rispetto sia per i miei follower che per l'opera di Joanne Harris per poterne bistrattare così la sublime creazione. Quindi ecco, mi limiterò a dare voce alle mie speranze in modo schematico, senza troppi fronzoli né abbellimenti, che altrimenti mi verrebbero fuori patacche al posto dei gioielli. Spero capirete il mio punto di vista e non me ne vorrete per una simile e umile risposta.
Allora, vediamo...
Vorrei vedere la fiamma dentro Vianne tornare a bruciare e risplendere. Che divampi come un incendio, distruggendo le remore, i 'forse' e i sorrisi insinceri. Vorrei che le sue mani si animassero di nuova forza da infondere al suo cioccolato e che le sue labbra si tingessero di colori vivaci. Vorrei che tornasse ad accoccolarsi nel letto con la figlia, per raccontarle storie vere guarnite di leggenda, che tornasse a scacciare gli spiriti malvagi (Fuori! Fuori! Fuori!) e a soccorrere le anime in pena macinando del peperoncino nella loro cioccolata in tazza.
E vorrei che Anouk trovasse la propria voce. Non nel cioccolato, che quella è la magia della madre, ma in qualcosa di suo. Che siano parole, musica o l'arte di lanciare sassi, vorrei che trovasse la propria strada coi propri piedi, pure inciampando e rompendo le proprie scarpe, ma rialzandosi sempre. Vorrei tornare a vedere Pantoufle nei suoi occhi e saperla saltare nelle pozzanghere e sulle foglie secche. Vorrei saperla felice e misteriosa, che non c'è niente di più snob ed elitario del ruolo di outcast, che le sue labbra senza quel rossetto rosa scintillante sono già adornate pur essendo nude, perché non si piegano alla volontà altrui. Vorrei vederla spiccare come un arcobaleno durante un temporale e stravolgere un intero paese.
E ovviamente vorrei vedere la piccola Rosette sbocciare. Vorrei sbirciare dietro i suoi occhi curiosi e sentire la sua voce. Vorrei vedere le sue manine danzare nell'aria per creare e distruggere, aggrapparsi alla gonna di Vianne e a quella degli avventori della Céleste Praline, vorrei sapere quello che lei sa e quello che vorrebbe.
E infine vorrei sapere che ne è stato di Roux e di Josèphine, della balbuzie di Luc e del timido Guillaume. Di tutti coloro che hanno abitato nella soffitta profumata che è la mente di Joanne e che stazionano senza un futuro preciso nella mia.
Questo è quello che vorrei e non mi permetto di dire né di desiderare di più. È la storia di Joanne e non vedo l'ora di leggerla. Mille e mille scuse per la pochezza di questo post, che in confronto al libro non è che cenere, ma sapendo di quest'iniziativa non avrei mai potuto non partecipare.