Gli Inganni di Locke Lamora - Scott Lynch

Negli ultimi giorni sono stata a casa davvero poco, rispetto al solito. I miei lunghi pomeriggi fatti di lettura, recensioni e un pizzico di giocondo far nulla sono stati sostituiti da treni, autobus, sabbia tra le dita dei piedi, mercatini, passeggiate. Il caldo è opprimente, ma erano sei mesi che Sorella non veniva in Italia. Giustamente, vorrà anche un po' rifarsi del tempo perduto... tuttavia, non posso che sospirare di sollievo, vedendola assorta in 'Prove per un incendio' di Shalom Auslander, sapendo che per qualche minuto potrò dedicarmi al disquisire di 'Gli inganni di Locke Lamora'.


Scritto da Scott Lynch, pubblicato in America nel 2006 ed edito da Editrice Nord nel 2007, tradotto mirabilmente da Anna Martini, è la prima parte di una serie di cui, ahimè, in Italia non abbiamo che due soli libri. E la cosa mi stupisce.
Questo libro l'ho comprato alla Coop, una prima edizione con sovracoperta, l'immagine di copertina attraente, un bel titolo, un bel font. Lo stesso George R. R. Martin elogia le capacità del collega, proprio sotto il titolo. E io l'ho comprato a meno di 5 euro, in un periodo in cui avevo davvero poco da leggere. Per mesi è rimasto relegato in un angolo oscuro e polveroso della mia libreria, il purgatorio dei libri di cui non sono del tutto convinta ma cui intendo dare comunque una possibilità. Nonostante le immotivate remore, volevo avere il tempo di leggerlo prima di prestarlo ad un amico, quindi qualche giorno fa mi sono decisa a riprenderlo in mano, l'ho soppesato e, alla fine, l'ho iniziato.
L'inizio è lento, bisogna ammetterlo. È scritto benissimo, in modo chiaro, eppure mi sono ritrovata ad arrancare per diverse decine di pagine, prima che le vicissitudini di Locke Lamora ingranassero e mi trascinassero in un geniale e machiavellico vortice di avvenimenti. Ma a quel punto non sono più riuscita a interrompere la lettura.
C'è da dirlo, l'età di lettura non è quella che mi sarei aspettata. Mi ero figurata una lettura un po' alla Stroud, una scrittura simil-Potteriana, un intrigo di un certo livello, un universo parallelo fatto così e cosà... ma già dalle prime pagine mi sono dovuta ricredere: la frequenza e la volgarità di certi scambi tra i personaggi non sono propri di un fantasy per ragazzi. Non si arriva neanche ai livelli del caro vecchio George, però non ci si adagia neanche sui toni rassicuranti della Rowling. E devo dire che lo spargimento di sangue è davvero sorprendente. Non che non ne abbia mai letti di simili, ma sinceramente i massacri sono giunti inaspettati. Non credevo che ci sarebbero stati scontri così violenti e soprattutto non credevo che sarebbero stati raccontati nel dettaglio.
Ma passiamo alla trama, di cui finora non ho ancora detto nulla.
Immaginiamo un universo parallelo simil-fantasy, in cui la malavita è nettamente separata dalla nobiltà dalla cosiddetta 'Pace Segreta', un accordo che impedisce ai numerosissimi delinquenti di nuocere ai pari del ducato di Camorr. In quest'ambientazione che ricorda – ma per molti versi si discosta, non pensate ad una mera copia priva di fantasia – un po' un '600 nostrano, un anziano criminale chiamato 'Forgialadri' raccoglie orfani e li addestra perché possano entrare a far parte del suo impero di furtarelli e ruberie. Tra questi c'è Locke Lamora, un ragazzino debole ed esile, che tuttavia il Forgialadri si troverà a dover rifilare a Catena (o sacerdote Senzocchi) per via dei problemi che è riuscito a creargli con le sue ingegnose e teatrali trovate. Catena accetterà di prendersi cura di Locke e di accoglierlo nella sua piccola ciurma, i Bastardi Galantuomini, di cui già fanno parte i gemelli Caio e Galdo.


La trama si dipana attraverso la narrazione di due diversi livelli temporali alternati, il passato del giovanissimo Locke, le sue vicende con Catena e i suoi 'fratelli' e l'ingegnoso piano di un Locke adulto ma ancora saldamente legato a Calo e Galdo, a Jean – il cui ingresso nei Bastardi verrà spiegato nel corso del libro – e il piccolo Cimice. Una piccola famiglia di ladri, guidata da Locke, al quale sono tributati una fiducia cieca e totale e un affetto immenso. Fanno sorridere i Bastardi, con le loro punzecchiature, le loro battute, le loro colorite offese e l'attaccamento viscerale che nutrono l'uno per l'altro. Locke è il cervello del gruppo e nessuno mette mai in dubbio le sue incredibili capacità nell'architettare intrecci fantasiosi e intricati allo scopo di derubare i nobili di Camorr senza farsi scoprire da Capa Barsavi, artefice e garante della Pace Segreta. Ma la malavita di Camorr è minacciata non soltanto dalla semplice legge – con la quale si può sempre dialogare – ma anche dal cosiddetto Re Grigio, un rivale misterioso giunto dal nulla che intende... ma fermiamoci qui, la trama è troppo complessa perché io possa parlarne oltre senza rivelare troppo.
I personaggi sono dipinti ottimamente. Ognuno è diverso dall'altro – tranne Caio e Galdo, ma lì l'effetto è voluto – e reagisce in modo compatibile con la propria caratterizzazione. In particolare i legami tra i Bastardi Galantuomini sono resi in maniera eccelsa.
L'intreccio è fenomenale. In particolare c'è un punto verso il finale con un intenso richiamo alla narrazione del passato di Locke, che mi ha fatto rabbrividire per la sua perfezione. Ho apprezzato moltissimo la capacità di Lynch di spargere indizi senza che me ne accorgessi. Infilare scene più che significative senza che il lettore sia messo in guardia circa la loro importanza è difficile. E Lynch è riuscito mirabilmente nell'intento. Ho pianto, in quel punto, dannato simil-Martin.
Lo stile è giocoso, a tratti un po' alla Pratchett e a tratti raffinato e fantasioso. Delicato in certi punti, crudo e intenso in altri. Ribadisco che la traduzione mi ha lasciata più che soddisfatta e credo che dagli ultimi post sia diventato lampante quanto io possa essere pignola in materia di adattamento.
Purtroppo in Italia la pubblicazione della serie dei Bastardi Galantuomini è ferma al secondo volume, 'I pirati dell'Oceano Rosso' – anche se Wikipedia annuncia che la pubblicazione della terza parte è prevista per il 2013... speriamo. Io intanto non vedo l'ora di leggere il seguito. Intendo appropriarmene non appena possibile.
Chiedo venia per l'evidente fretta con cui ho scritto questa recensione. Temo che la mancanza di sonno, di tempo e il caldo dannato di cui sono vittima possano aver intaccato l'espressione dell'intensa ammirazione che provo per Lynch dopo questa meravigliosa lettura. D'altronde temo che non avrò molti altri momenti liberi da dedicare al blog per lungo tempo, quindi...
Beh, normalmente mi congederei con un 'A presto', ma visto il periodo propenderò per un più realistico 'A prima o poi' :)
(E leggete 'sto libro, che è una meraviglia.)