Come un ghiacciolo gusto disincanto sull'asfalto rovente - Il Flagello dell'Aspirante Scrittore è l'Aspirante Scrittore?

Ero lì che girellavo per blog. Ultimamente ne seguo tanti, tantissimi, abbastanza da non riuscire a leggerne tutti i post. Tempo fa ho raggiunto il limite massimo dei 300 blog e ho dovuto togliermi da alcuni per poterne aggiungere altri (non vogliatemene, ma se uno non aggiorna da 3-4 mesi, mi pare anche logico rimuoverlo per fare spazio). E così, vagheggiavo. La quasi totalità dei blog che seguo trattano di letteratura, un paio di fumetti, qualcuno di cinema e una manciata di attualità.
Un blog in particolare mi ha tenuto compagnia ieri sera, quando ho passato più di un'ora a rileggerne post sempre più vecchi. In certi punti sono scoppiata a ridere da sola, spaventando i gatti che polavano tranquilli sul mio letto. La proprietaria del suddetto blog, Giramenti, ha l'hobby di andarsi a cercare le domande postate su Yahoo da 'aspiranti-semi-forse-in-un'altra-vita-wanna-be-scrittori' e presentarcele adeguatamente commentate. E il risultato, giuro, è esilarante.
Premetto che i blog creati al solo scopo di spalare cacchina sulle altrui creazioni mi irritano, anche perché di solito le critiche che presentano si basano sul nulla più inconsistente e sulla cattiveria più becera. Come se bastasse scrivere 'La trama è banale, lo stile artefatto, illeggibile.' per rendere un manoscritto tale. Voglio dire, magari posso anche essere d'accordo sul fatto che un libro sia illeggibile, ma non sulle motivazioni, che a volte sembrano tirate su a caso come le lettere dello Scarabeo e messe insieme sottoforma di una recensione. Soprattutto, non riesco a comprendere che gusto possa mai esserci nel denigrare opere altrui. Non voglio dire che non capisco le critiche negative, anzi. Apprezzo, come lettrice, che mi si metta in guardia contro un dato libro. Ma dal criticare oggettivamente al lanciare palline di sterco ce ne passa.
Comunque, non è questo il caso. Ci tenevo solo a precisarlo, non so neanche perché. Forse per quello che sto per dire adesso. Cioè che a volte l'incompetenza è estremamente divertente, finchè non realizziamo quanto possa essere dannosa.
Apro un'altra parentesi. Ho velleità letterarie, lo ammetto. Il mio ego è tale da farmi passare ore ed ore a progettare trame e scribacchiare al pc, ripensare, cancellare, riscrivere e quant'altro. E un giorno, quando avrò finito, corretto e ricorretto e ricorretto ancora quanto avrò scritto, lo manderò ad una qualche casa editrice – che, con ogni probabilità, mi cestinerà. Il fatto è che... Cristo, ma quanti siamo? Ma soprattutto, COME siamo?
Gente che scrive 'k' al posto di 'ch', gente che non riesce neanche comprendere le sottigliezze del congiuntivo, quindi figuriamoci della successione temporale. Gente per cui 'Era una notte buia e tempestosa' è un incipit interessantissimo. Gente per cui 'Era triste e sconsolato' corrisponde ad una dettagliatissima indagine psicologica. Gente che sparge punteggiatura come Katy Perry sparge panna dalle tette. Gente che asserisce con assoluta convinzione di essere abilissima nello scrivere ma chiede in prestito trame in giro per la rete.
Ma quelli che più mi indignano non sono tanto gli analfabeti che si credono Erri De Luca (e già loro mi irritano, eh) quanto i fenomeni che guardano alla letteratura come ad una pentola d'oro da cui attingere tranquillamente. Tralasciando il fatto che sono dei poveri illusi i cui sogni di notorietà si scioglieranno come un ghiacciolo gusto disincanto lasciato cadere sull'asfalto rovente, come diavolo fanno a pensare cose del genere? La scrittura meretrice, le parole che si piegano a novanta gradi innanzi al vile denaro... che diavolo di idea si sono fatti? A 'sti punti mi viene quasi da apprezzare la presenza al mondo delle case editrici a pagamento, predatori naturali di questi piccoli Newton colpiti molto probabilmente ad un enorme cocomero. Andate, prego, prendete i loro sterili sogni di gloria e fateli a pezzi e che il vuoto nelle loro teste possa riempirsi di rammarico e delusione. È colpa di questi geniacci incompresi se le case editrici sono sempre più serrate verso gli esordienti, se fanno fatica a leggere tutto ciò che gli viene mandato, se ci mettono mesi a rispondere ad una semplice mail, se certe hanno perfino smesso di ricevere manoscritti. Non è solo colpa loro, va bene, ma vogliamo negare che abbiano almeno una parte di responsabilità?
È come se io andassi da un allenatore di basket e gli chiedessi di farmi entrare in squadra. Io che ho più la forma della palla che dell'atleta, io che cammino eretta dove gli altri devono abbassarsi, io che non arrivo agli scaffali alti del supermercato e devo girarmelo con un mestolo che mi possa facilitare l'arrivo al detersivo. Solo che non ci sarei solo io, ci saremmo io e centinaia di migliaia di altri tappi rotondetti, tutti ad accerchiare lo stesso allenatore dell'NBA per chiedergli di farci entrare in squadra. E mica come riserve, eh, titolari o niente.
Anni fa, chiacchieravo con un amico. È un tizio intelligente, nel suo campo. Un fisico nucleare, figuriamoci. Riesce a fare calcoli mentali che io manco con la calcolatrice. Infatti evito di fare i suddetti calcoli e mi tengo gentilmente alla larga da quel campo matematico-scientifico che di certo non mi compete. Eppure, eravamo lì a chiacchierare e ad un certo punto lui salta fuori:
  • Il mio sogno sarebbe scrivere un romanzo di fantascienza e vivere di rendita.
Oh, dimenticavo. Non ha mai letto un libro in vita sua, tolti i testi di studio. Mai. Neanche uno. E lo dice quasi con orgoglio. Ma allora come fai a saltare fuori con un'uscita del genere? Non ami leggere, non ami la letteratura, cosa c'entri tu con questo mondo?
Poi mi fermo, rifletto e mi domando con che diritto io possa mettermi a dare giudizi. Magari me la credo tantissimo e poi scrivo da schifo. Fin dove può arrivare l'oggettività di un'aspirante-wanna-be-prima-o-poi-chi-può-dirlo-sarebbe-bello-scrittrice nei confronti delle proprie creazioni? Magari io sono tutta fiera e gongolante e chi mi legge storce il naso e non sa come dirmi che faccio schifo. Può anche darsi, no? A vedere tutta la convinzione di cui si ammantano i geni di poc'anzi vengono anche dei dubbi. Forse un giorno la Fazi/Gargoyle/Rizzoli/Quant'altro getterà i miei messaggi direttamente nella cartella dello spam, forse accoglieranno i miei manoscritti con urla disperate, forse mi arriverà una denuncia per stalking dagli editor della Fanucci. E allora mi viene anche da chiedermi cos'ho io da ridere e denigrare davanti ai vari 'Skusate, sn una skrittrice o 17 anni voglio skrivere un autobiografia aiutatemi pls', ai 'Voglio scrivere un romanzo potete consigliarmi una trama grz 10 punti' e quant'altro.
Certo che lo ripeto spesso, 'quant'altro'.
Non so. Perché vedo l'arrivo di questi analfabeti come un'invasione del mio spazio? Perché mi irritano così tanto? Chi sono io perché mi possano irritare fino a questo punto? Eppure non hanno viso né voce, non li conosco e non intendo neanche arrivare a conoscerli. Perché li detesto così? Quali sono le mie credenziali? Ho davvero la faccia di credere che IO arriverò dove loro aspirano arrivare?
So che tra voi ci sono altri 'aspiranti-prima-o-poi-sarebbe-bello-scrittori'. Voi come la vivete?
… Giuro, spergiuro e ri-giuro che questo non è un post per chiedere conferme sulla mia scrittura. Voglio davvero e soltanto discutere di come ci sentiamo, di cosa vediamo quando ci guardiamo attorno in questo ambiente popolato da fantasmi senz'anima. Vi capita mai di chiedervi se magari non avete un'anima? In senso metaforico, intendo.
Cristo, questo post sembra il manifesto dell'Aspiranti-Scrittori-Anonimi.
Lo so, le immagini inserite non hanno molta attinenza col testo. Però mi piacciono.